Passeggiando con la storia
Filippo D’Agostino, Cofondatore del Partito Comunista Italiano
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 16 marzo 2023
Nacque a Gravina di Puglia (BA) il 15 marzo 1885. Fu comunista e funzionario delle ferrovie. Figura storica, insieme alla moglie Rita Maierotti, per la fondazione del Partito Comunista Italiano al Congresso di Livorno. Notissimo sindacalista nelle campagne pugliesi, fu licenziato per motivi politici dalle ferrovie nel 1922. Consigliere Comunale a Bari, denunciato per insurrezione contro i poteri dello Stato, nel febbraio del 1923 si rese irreperibile.
Si trasferì a Trieste, dove lavorò come direttore del quotidiano "Il lavoratore comunista". Essendo stato denunziato nello stesso anno per attentato alla sicurezza dello Stato, riparò all'estero rifugiandosi in Svizzera e poi a Londra e in Russia. Revocato il mandato di cattura nei suoi confronti, rientrò in Italia e si stabilì a Roma per rifugiarsi poi in Francia, a Nancy, dove riorganizzò le fila del proletariato. Fece parte dell'apparato della direzione del P.C.I. (1924-1926). Con la sua compagna Rita Maierotti, sposata nel 1918, fu tra i primi a credere nel progetto dei "Terzisti", come furono definiti coloro che si allinearono alla III Internazionale Comunista e poi al P.C.d'I (Partito Comunista d'Italia) di Gramsci e di Bordiga.
Dedicò la sua vita tanto alla Camera del Lavoro di Bari, divenendone Segretario, quanto al Partito Comunista. Nell'ottobre 1926, rientrando in Italia, fu fermato a Ventimiglia perché sospettato di voler riprendere i contatti con i sovversivi e organizzare attentati contro personalità di spicco. Rilasciato, si diresse a Milano dove visse insieme alla mogle. Arrestato il 14 novembre 1926, fu confinato per cinque anni a Ustica, Favignana e Ponza. Nel marzo del 1927 venne deferito al Tribunale Speciale. Arrestato una seconda volta a Ponza, l'8 dicembre 1930, perché ritenuto promotore del movimento contro la riduzione del sussidio giornaliero, fu condannato, il 12 dello stesso mese, a tre mesi di carcere.
Restò confinato fino al 1932. Arrestato il 19 dicembre 1943 da agenti della Pubblica Sicurezza del Commissariato San Paolo, fu rinchiuso a Regina Coeli a disposizione dell'Ufficio Politico della Questura di Roma. Il 4 gennaio 1944 fu deportato con altri 330 uomini al KZ Mathausen. Il 14 luglio del 1944 fu assassinato nel Castello di Hartheim vicino a Linz. Di lui, Giacomo Massimiliano Desiante, nel 2014, ha curato, per i tipi della Edizioni dal Sud, una completa biografia e ricostruzione storica: Filippo D'Agostino eroe d'un altro tempo.
D'Agostino, fino ad alcuni fa, nella sua città natale, godeva del privilegio della intitolazione di un viale, esattamente il lato villa comunale prospiciente l'edificio scolastico San Giovanni Bosco. Nella revisione toponomastica della città, avvenuta nel corso degli anni, il suo nome, inspiegabilmente, scomparve. In compenso, però, l'Amministrazione comunale di Gravina, durante gli anni 70 del secolo appena trascorso, gli innalzò un monumento collocato nella pineta comunale.
Di contro e più recentemente, in una solenne cerimonia celebrata il 15 gennaio 2014, presso il Comune di Bari, alla presenza dell'allora sindaco Michele Emiliano, fu apposta una targa commemorativa nell'aula del Consiglio comunale cittadino a testimonianza del suo impegno nelle istituzioni della città.
Per concludere. Rincresce constatare, purtroppo, come il monumento gravinese non venga periodicamente pulito da incrostazioni ed agenti atmosferici. Né dalle civiche amministrazioni, imbevute di antifascismo parolaio e né da altre associazioni, che non fanno del loro antifascismo una bandiera collezionata di sole parole.
Si trasferì a Trieste, dove lavorò come direttore del quotidiano "Il lavoratore comunista". Essendo stato denunziato nello stesso anno per attentato alla sicurezza dello Stato, riparò all'estero rifugiandosi in Svizzera e poi a Londra e in Russia. Revocato il mandato di cattura nei suoi confronti, rientrò in Italia e si stabilì a Roma per rifugiarsi poi in Francia, a Nancy, dove riorganizzò le fila del proletariato. Fece parte dell'apparato della direzione del P.C.I. (1924-1926). Con la sua compagna Rita Maierotti, sposata nel 1918, fu tra i primi a credere nel progetto dei "Terzisti", come furono definiti coloro che si allinearono alla III Internazionale Comunista e poi al P.C.d'I (Partito Comunista d'Italia) di Gramsci e di Bordiga.
Dedicò la sua vita tanto alla Camera del Lavoro di Bari, divenendone Segretario, quanto al Partito Comunista. Nell'ottobre 1926, rientrando in Italia, fu fermato a Ventimiglia perché sospettato di voler riprendere i contatti con i sovversivi e organizzare attentati contro personalità di spicco. Rilasciato, si diresse a Milano dove visse insieme alla mogle. Arrestato il 14 novembre 1926, fu confinato per cinque anni a Ustica, Favignana e Ponza. Nel marzo del 1927 venne deferito al Tribunale Speciale. Arrestato una seconda volta a Ponza, l'8 dicembre 1930, perché ritenuto promotore del movimento contro la riduzione del sussidio giornaliero, fu condannato, il 12 dello stesso mese, a tre mesi di carcere.
Restò confinato fino al 1932. Arrestato il 19 dicembre 1943 da agenti della Pubblica Sicurezza del Commissariato San Paolo, fu rinchiuso a Regina Coeli a disposizione dell'Ufficio Politico della Questura di Roma. Il 4 gennaio 1944 fu deportato con altri 330 uomini al KZ Mathausen. Il 14 luglio del 1944 fu assassinato nel Castello di Hartheim vicino a Linz. Di lui, Giacomo Massimiliano Desiante, nel 2014, ha curato, per i tipi della Edizioni dal Sud, una completa biografia e ricostruzione storica: Filippo D'Agostino eroe d'un altro tempo.
D'Agostino, fino ad alcuni fa, nella sua città natale, godeva del privilegio della intitolazione di un viale, esattamente il lato villa comunale prospiciente l'edificio scolastico San Giovanni Bosco. Nella revisione toponomastica della città, avvenuta nel corso degli anni, il suo nome, inspiegabilmente, scomparve. In compenso, però, l'Amministrazione comunale di Gravina, durante gli anni 70 del secolo appena trascorso, gli innalzò un monumento collocato nella pineta comunale.
Di contro e più recentemente, in una solenne cerimonia celebrata il 15 gennaio 2014, presso il Comune di Bari, alla presenza dell'allora sindaco Michele Emiliano, fu apposta una targa commemorativa nell'aula del Consiglio comunale cittadino a testimonianza del suo impegno nelle istituzioni della città.
Per concludere. Rincresce constatare, purtroppo, come il monumento gravinese non venga periodicamente pulito da incrostazioni ed agenti atmosferici. Né dalle civiche amministrazioni, imbevute di antifascismo parolaio e né da altre associazioni, che non fanno del loro antifascismo una bandiera collezionata di sole parole.