Passeggiando con la storia
Filippo Raguzzini architetto di fiducia di Papa Benedetto XIII e l’Ospedale San Gallicano
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 16 maggio 2024
"Un'interessante architettura funzionale del barocco settecentesco romano è rappresentata da l'Ospedale e Chiesa di San Gallicano per la cura dei malati con problemi alla pelle, commissionato da papa Benedetto XII all'architetto Filippo Raguzzini (1690-1771) e situata a Roma nel Rione Trastevere (attuale Via Di S. Gallicano 25).
Realizzata tra il 1724 ed 1726, dai disegni e dagli schizzi di analisi rappresentati si evidenzia la capacità del progettista di considerare una chiara e funzionale struttura, disposta negli ambienti in modo lineare e simmetrico rispetto a un asse centrale. Le corsie di degenza sono ordinate in senso longitudinale, con un lato che si apre, per tutta la sua lunghezza, all'aria e alla luce esterna (Via Gallicano) per mezzo di aperture ritmate.
Dall'altro lato si accede invece agli ambienti di servizio dell'ospedale e, da questi, ad un ampio giardino esterno. Al centro del complesso sono situati l'ingresso principale, un vestibolo ed una piccola chiesa a pianta centrale. A un disegno chiaro e funzionale segue una cura attenta del dettaglio architettonico. È presente uno studio del ritmo delle aperture e delle partizioni nell'ordine degli elementi esterni. La decorazione è effettuata per mezzo di stucchi e intonaci, materiali semplici, per volontà del Papa, che chiedeva una generale economia di costruzione. L'architetto si servì di giochi di risalti, paraste, specchiature e cornicioni per coniugare insieme estetica e razionalità". Questo contributo è stato estrapolata da: "Filippo Raguzzini architetto del 700 Barocco a Roma: Geniale connubio tra estetica e razionalità – Ospedale e Chiesa di San Gallicano" dell' architetto Anselmo Santilli – ZED PROGETTI srl.
Facciamo un passo indietro o aggiuntivo se si vuole, per ampliare i riferimenti storici e ricordare, come ha scritto Maria Teresa Natale in "L'Ospedale S. Gallicano: l'Ospedalone trasteverino, capolavoro d'ingegneria sanitaria del XVIII secolo" che: "Una quindicina d'anni prima della fondazione, il sacerdote don Ernesto Lami, fondatore e rettore dell'Ospizio di S. Galla (ubicato ove oggi è l'Anagrafe) aveva iniziato a occuparsi di assistenza sanitaria dei senzatetto infermi, prendendo in affitto una casa di proprietà dei Mattei in piazza in Piscinula (il cosiddetto Palazzaccio) per adibirla a ospedale. L'iniziativa piacque talmente tanto al neoeletto papa Benedetto XIII Orsini che costui incaricò un suo collaboratore, il cardinal Pietro Marcellino Corradini, di individuare un luogo adatto per la costruzione di un vero e proprio ospedale, che verrà progettato dall'architetto Filippo Raguzzini nella zona di piazza Romana, alle spalle di San Crisogono. Il cardinal Corradini divenne il protettore del nosocomio, mentre Lami fu il primo priore dell'ospedale inaugurato nel 1729".
Dal sito telematico: dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), l'ente che, attualmente, gestisce la struttura ospedaliera, sia pure riconvertita, rispetto allo scopo per cui Benedetto XIII la volle, abbiamo desunto altre notizie. "La progettazione e la realizzazione dell'edificio dell'Ospedale Santa Maria e San Gallicano, uno degli ospedali storici di Roma, furono commissionate all'architetto Filippo Raguzzini, il quale riuscì a coniugare esigenze funzionali e formali, realizzando una struttura di riconosciuta avanguardia architettonica.
Infatti, grazie a particolari accorgimenti igienico-sanitari, l'architetto coniugò disegno e tecnologia e realizzò, per la prima volta in Europa, un nosocomio che permetteva la cura delle malattie della pelle all'interno di una struttura di rilevante valore artistico. "È lungo 900 palmi, largo 43, e vi sono 110 letti, e tutte le officine necessarie": così l'abate Cortonese, nel 1767, descriveva la capienza strutturale originaria dell'ospedale.
Da un punto di vista architettonico la struttura dell'Ospedale, eretto a partire dal 1725, possedeva - e possiede tuttora - uno sviluppo prevalentemente longitudinale, con al centro il volume della Chiesa a facciata convessa, che fa da fulcro a due lunghe corsie alte circa nove metri. L'interno della Chiesa presenta una pianta a croce greca con quattro absidi e cupola ribassata. Sull'altare maggiore vi è la pala raffigurante la Madonna col Bambino, San Gallicano e tre malati, dipinta da Marco Benefial, mentre le due tele laterali, forse ad opera del pittore Filippo Antonio Evangelisti, rappresentano San Filippo Neri e la Madonna della Neve. La facciata dell'Ospedale si presenta bassa e lunghissima (170 metri) e il gioco decorativo che la compone nella sua interezza offre un grande effetto plastico di profondità e prospettiva".
Da Mattia Loret: "L'architetto Raguzzini e il Rococò in Roma", pubblicato sul Bollettino d'Arte, a cura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo traiamo altre notizie sull'Ospedalone, come veniva e viene chiamato il San Gallicano. "L'attività di Filippo Raguzzini, architetto ufficiale di Benedetto XIII, deve essere qui considerata con speciale attenzione. Dati precisi, concernenti la sua vita e i suoi studi mancano; sappiamo solamente che era di origine napoletana.
Tra le più degne di rilievo e cronologicamente la prima fu l'ospedale di S. Gallicano, che Benedetto XIII volle fosse eretto in occasione dell' Anno santo I725. Una medaglia commemorativa con 1'effigie del Papa nel recto, rappresenta nel rovescio il prospetto della chiesa e dell'ospedale con l'epigrafe: "Cor nostrum dilatum est. S. Mariae S. Gallicani Nosocomium ",
L'edificio si compone di tre parti: del corpo centrale, che forma la chiesa, e di due bracci eguali, destinati alle corsie. Esso ha una estensione prevalentemente orizzontale, interrotta solo da una insignificante sopraelevazione del corpo centrale della chiesa e dell'attico dell'ingresso principale. La facciata della chiesa con la sua forma leggermente saliente contribuisce nel!' insieme a rompere la monotonia, che altrimenti potrebbe gravare su di una costruzione, che si estende su 160 metri di fronte ed ha solo 9 metri di altezza. Dovendo le corsie ricevere luce dalla parte superiore dell' edificio, l'artista ha diviso la facciata in due parti, orizzontalmente, per mezzo di un cornicione, lungo il quale corre una ringhiera, che permette l'accesso alle finestre dall'esterno.
Nella parte superiore sono quindi aperte le finestre, mentre la parte inferiore della facciata è costituita da spazi divisi verticalmente mediante paraste, che corrispondono esattamente agli spazi superiori che contengono le finestre. Il muro del corpo inferiore, intonacato, non è uniformemente liscio, ma decorato nei suddetti spazi da finti occhi in rilievo, corrispondenti alle finestre sovrastanti. La facciata della chiesa aggettante nella parte centrale, si ritira sinuosamente ai due lati, e malgrado la tendenza ad abbassarsi e a slargarsi, non solo non dà 1'impressione del pesante e greve, ma anzi del leggero e grazioso. L'ingresso costituito da un nicchione arcuato è fiancheggiato da tre pilastri compositi.
Questi pilastri sostengono il cornicione mistilineo che separa l'ordine superiore, più basso e più stretto di quello inferiore. I motivi decorativi dei due ordini sono simili, salvo che quello superiore si risolve in volute ed è coronato a sua volta da un cornicione, ornato da urne e da una croce su di un basamento. Tra i due ordini è collocata una finestra elegantemente incorniciata. L'interno della chiesa a pianta centrale, coperto da una cupola ribassata di m. 3,50 di raggio, è ben proporzionato, di decorazione semplicissima e di effetto. Quello che caratterizza a prima vista tutta la costruzione e che la rende piacevole è la semplicità, 1'ordine e la chiarezza".
Realizzata tra il 1724 ed 1726, dai disegni e dagli schizzi di analisi rappresentati si evidenzia la capacità del progettista di considerare una chiara e funzionale struttura, disposta negli ambienti in modo lineare e simmetrico rispetto a un asse centrale. Le corsie di degenza sono ordinate in senso longitudinale, con un lato che si apre, per tutta la sua lunghezza, all'aria e alla luce esterna (Via Gallicano) per mezzo di aperture ritmate.
Dall'altro lato si accede invece agli ambienti di servizio dell'ospedale e, da questi, ad un ampio giardino esterno. Al centro del complesso sono situati l'ingresso principale, un vestibolo ed una piccola chiesa a pianta centrale. A un disegno chiaro e funzionale segue una cura attenta del dettaglio architettonico. È presente uno studio del ritmo delle aperture e delle partizioni nell'ordine degli elementi esterni. La decorazione è effettuata per mezzo di stucchi e intonaci, materiali semplici, per volontà del Papa, che chiedeva una generale economia di costruzione. L'architetto si servì di giochi di risalti, paraste, specchiature e cornicioni per coniugare insieme estetica e razionalità". Questo contributo è stato estrapolata da: "Filippo Raguzzini architetto del 700 Barocco a Roma: Geniale connubio tra estetica e razionalità – Ospedale e Chiesa di San Gallicano" dell' architetto Anselmo Santilli – ZED PROGETTI srl.
Facciamo un passo indietro o aggiuntivo se si vuole, per ampliare i riferimenti storici e ricordare, come ha scritto Maria Teresa Natale in "L'Ospedale S. Gallicano: l'Ospedalone trasteverino, capolavoro d'ingegneria sanitaria del XVIII secolo" che: "Una quindicina d'anni prima della fondazione, il sacerdote don Ernesto Lami, fondatore e rettore dell'Ospizio di S. Galla (ubicato ove oggi è l'Anagrafe) aveva iniziato a occuparsi di assistenza sanitaria dei senzatetto infermi, prendendo in affitto una casa di proprietà dei Mattei in piazza in Piscinula (il cosiddetto Palazzaccio) per adibirla a ospedale. L'iniziativa piacque talmente tanto al neoeletto papa Benedetto XIII Orsini che costui incaricò un suo collaboratore, il cardinal Pietro Marcellino Corradini, di individuare un luogo adatto per la costruzione di un vero e proprio ospedale, che verrà progettato dall'architetto Filippo Raguzzini nella zona di piazza Romana, alle spalle di San Crisogono. Il cardinal Corradini divenne il protettore del nosocomio, mentre Lami fu il primo priore dell'ospedale inaugurato nel 1729".
Dal sito telematico: dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), l'ente che, attualmente, gestisce la struttura ospedaliera, sia pure riconvertita, rispetto allo scopo per cui Benedetto XIII la volle, abbiamo desunto altre notizie. "La progettazione e la realizzazione dell'edificio dell'Ospedale Santa Maria e San Gallicano, uno degli ospedali storici di Roma, furono commissionate all'architetto Filippo Raguzzini, il quale riuscì a coniugare esigenze funzionali e formali, realizzando una struttura di riconosciuta avanguardia architettonica.
Infatti, grazie a particolari accorgimenti igienico-sanitari, l'architetto coniugò disegno e tecnologia e realizzò, per la prima volta in Europa, un nosocomio che permetteva la cura delle malattie della pelle all'interno di una struttura di rilevante valore artistico. "È lungo 900 palmi, largo 43, e vi sono 110 letti, e tutte le officine necessarie": così l'abate Cortonese, nel 1767, descriveva la capienza strutturale originaria dell'ospedale.
Da un punto di vista architettonico la struttura dell'Ospedale, eretto a partire dal 1725, possedeva - e possiede tuttora - uno sviluppo prevalentemente longitudinale, con al centro il volume della Chiesa a facciata convessa, che fa da fulcro a due lunghe corsie alte circa nove metri. L'interno della Chiesa presenta una pianta a croce greca con quattro absidi e cupola ribassata. Sull'altare maggiore vi è la pala raffigurante la Madonna col Bambino, San Gallicano e tre malati, dipinta da Marco Benefial, mentre le due tele laterali, forse ad opera del pittore Filippo Antonio Evangelisti, rappresentano San Filippo Neri e la Madonna della Neve. La facciata dell'Ospedale si presenta bassa e lunghissima (170 metri) e il gioco decorativo che la compone nella sua interezza offre un grande effetto plastico di profondità e prospettiva".
Da Mattia Loret: "L'architetto Raguzzini e il Rococò in Roma", pubblicato sul Bollettino d'Arte, a cura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo traiamo altre notizie sull'Ospedalone, come veniva e viene chiamato il San Gallicano. "L'attività di Filippo Raguzzini, architetto ufficiale di Benedetto XIII, deve essere qui considerata con speciale attenzione. Dati precisi, concernenti la sua vita e i suoi studi mancano; sappiamo solamente che era di origine napoletana.
Tra le più degne di rilievo e cronologicamente la prima fu l'ospedale di S. Gallicano, che Benedetto XIII volle fosse eretto in occasione dell' Anno santo I725. Una medaglia commemorativa con 1'effigie del Papa nel recto, rappresenta nel rovescio il prospetto della chiesa e dell'ospedale con l'epigrafe: "Cor nostrum dilatum est. S. Mariae S. Gallicani Nosocomium ",
L'edificio si compone di tre parti: del corpo centrale, che forma la chiesa, e di due bracci eguali, destinati alle corsie. Esso ha una estensione prevalentemente orizzontale, interrotta solo da una insignificante sopraelevazione del corpo centrale della chiesa e dell'attico dell'ingresso principale. La facciata della chiesa con la sua forma leggermente saliente contribuisce nel!' insieme a rompere la monotonia, che altrimenti potrebbe gravare su di una costruzione, che si estende su 160 metri di fronte ed ha solo 9 metri di altezza. Dovendo le corsie ricevere luce dalla parte superiore dell' edificio, l'artista ha diviso la facciata in due parti, orizzontalmente, per mezzo di un cornicione, lungo il quale corre una ringhiera, che permette l'accesso alle finestre dall'esterno.
Nella parte superiore sono quindi aperte le finestre, mentre la parte inferiore della facciata è costituita da spazi divisi verticalmente mediante paraste, che corrispondono esattamente agli spazi superiori che contengono le finestre. Il muro del corpo inferiore, intonacato, non è uniformemente liscio, ma decorato nei suddetti spazi da finti occhi in rilievo, corrispondenti alle finestre sovrastanti. La facciata della chiesa aggettante nella parte centrale, si ritira sinuosamente ai due lati, e malgrado la tendenza ad abbassarsi e a slargarsi, non solo non dà 1'impressione del pesante e greve, ma anzi del leggero e grazioso. L'ingresso costituito da un nicchione arcuato è fiancheggiato da tre pilastri compositi.
Questi pilastri sostengono il cornicione mistilineo che separa l'ordine superiore, più basso e più stretto di quello inferiore. I motivi decorativi dei due ordini sono simili, salvo che quello superiore si risolve in volute ed è coronato a sua volta da un cornicione, ornato da urne e da una croce su di un basamento. Tra i due ordini è collocata una finestra elegantemente incorniciata. L'interno della chiesa a pianta centrale, coperto da una cupola ribassata di m. 3,50 di raggio, è ben proporzionato, di decorazione semplicissima e di effetto. Quello che caratterizza a prima vista tutta la costruzione e che la rende piacevole è la semplicità, 1'ordine e la chiarezza".