Passeggiando con la storia
Fuccio da Firenze architetto, progettista del nostro castello? Mai esistito
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 4 luglio 2024
So che può essere una novità sensazionale, senza precedenti. Uno scoop? E' una sfida, una provocazione? Non vuole essere tale, ma solo un contributo alla verità storica e alla voglia, che molti dovrebbero avere, di documentarsi, di ricercare, prima di scrivere, senza lasciare nulla di intentato, se si vuole essere storici credibili e non dare mai nulla per scontato. Tutti i libri di storia, tutti gli storici, gli studiosi, passati e presenti, gli appassionati del periodo federiciano, relativamente alla costruzione del nostro castello, voluto da Federico II di Svevia, hanno fatto sempre riferimento ad un Fuccio di Firenze, quale architetto e progettista del maniero gravinese.
Una verità che si è tramandata, che è stata tramandata in una specie di copiato o di dettato o più semplicemente, come suole dirsi oggi, una specie di copia ed incolla? Non lo so. Costui, comunque, non risulta nel novero di coloro i quali non hanno mai pensato di occuparsene. Personalmente, pur avendo avuto delle piste, dei suggerimenti, attraverso il monumentale lavoro di Giorgio Vasari, in costui non ho mai trovato un profilo biografico di colui che avrebbe potuto far parte del suo pantheon. In verità, volendo approfondire la figura e le opere di questo personaggio, mi sono sempre attivato per acquisire le sue note biografiche e professionali, ma sempre con un nulla di fatto. Qualunque testo o fonte avessi consultato, mi imbattevo e mi sono imbattuto o ritrovato sempre nel deserto più arido o a navigare tra onde alte e mare in tempesta. Comunque, sul nulla di fatto, per quanto mi riguarda, sono sempre pronto ad accettare chiunque mi porti e mi offra prove contrarie al mio dire.
Le uniche fonti, in cui si accenna al suddetto personaggio sono le seguenti: "Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti di Giorgio Vasari: scelte e annotate da Gaetano Milanesi 10^ edizione stereotipa, Firenze G. Barbera editore, 1886"; "Firenze antica, e moderna illustrata, Tom VIII, Firenze 1802, Nella Stamperia del Giglio".
Qui e solo qui ho trovato conferma in quello che ho sempre pensato e che il Fuccio in questione non era mai esistito, almeno sotto questo nominativo, salvo a verificare, ulteriormente e successivamente che si potesse trattare di un nomignolo sbagliato o di un pseudonimo. Neanche questa piccola soddisfazione ha potuto ricevere o ricavare l'affanno della ricerca. Per consolidare e convalidare la mia tesi, riporto quanto trovato, che riporto testualmente, fedelmente e doverosamente a scanso di equivoci o per evitare la taccia di superficiale pressapochismo o di essere un ignorante malato di megalomania. Iniziamo dal primo testo summenzionato.
"Fuccio, architetto e scultore fiorentino, il quale fece Santa Maria sopra Arno in Firenze, l'anno 1229, mettendovi sopra una porta il nome suo; e nella chiesa di San Francesco d'Ascesi, di marmo, la sepoltura della regina di Cipri con molte figure, ed il ritratto di lei particolarmente a sedere so- pra un leone, per dimostrare la fortezza dell' animo di lei, la quale dopo la morte sua lasciò gran numero di danari perchè si desse à quella fabbrica fine.
Niccola dunque, essendosi fatto conoscere per molto miglior maestro che Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l'anno 1225, essendo morto San Domenico Calagora primo istitutore dell' Ordine de' Frati Predicatori, per fare di marmo la sepoltura del detto Santo: onde, convenuto con chi aveva di ciò la cura, la fece piena di figure in quel modo ch'ella ancor oggi si vede, e la diede finita l'anno 1231, con molta sua lode, essendo tenuta cosa singolare, e la migliore di quante opere infino allora fussero di scultura state lavorate. Fece similmente il modello di quella chiesa, e d'una gran parte del convento.
Dopo ritornato Niccola in Toscana, trovò che Fuccio s' era partito di Firenze, ed andato in que' giorni che da Onorio fu coronato Federigo imperatore, a Roma, e di Roma con Federigo a Napoli ; dove fini il castel di Capoana, oggi detta la Vicaria, dove sono tutti i tribunali di quel regno ; e così Castel dell' Uovo: e dove fondò similmente le torri, fece le porte sopra il fiume del Volturno alla città di Capua, un barco cinto di mura per l'uccellagioni presso a Gravina, e a Melfi un altro per le cacce di verno ; oltre a molte altre cose che per brevità non si raccontano.
Questo Fuccio ricordato qui solamente dal Vasari come scultore ed architetto, probabilmente non è mai esistito. È verissimo che nella chiesa di Santa Maria sopr'Arno era ed è tuttavia la iscrizione Fuccio mi feci (invece di fecie), non scolpita, ma dipinta e ridipinta. La quale deve significare che questo Fuccio non lavorò dell'arte sua in quella chiesa, ma la fece innalzare a sue spese.
Potrebbe anche essere che invece di Fuccio, fosse scritto in antico Puccio, e che essendo guasto e mezzo caduto questo nome, chi lo ridipinse facesse una F invece di una P. Allora questo Puccio potrebbe essere un pittore, come Puccio Capanna, o altro più antico pittore il quale avesse dipinto in quella chiesa. E questa congettura ha qual - che ragione, se si noti che solamente sotto una pittura poteva farsi una iscrizione dipinta. Che se fosse stata posta per indicare la costruzione della chiesa, o un'opera di scultura, sarebbe stata certamente intagliata sulla pietra".
Dall'altra pubblicazione riprendiamo quanto segue, in una sorta di continuità confermativa. Infatti, nel capitolo XXIV: "Chiesa di Santa Maria Sopr'Arno" è, tal'altro scritto: "Il Vasari dice che un tal Fuccio Fiorentino fu l'Architetto di questa Chiesa , e Filippo Baldinucci lo ha seguitato in questa opinione, la quale è stato dimostrato essere erronea , perchè la data su cui appoggiasi l'assertiva è posteriore di molti anni dalla morte del Vescovo Giulio che ne ordinò la costruzione . Vasari , e Baldinucci pare che siensi affidati all' Iscrizione che è fuori sulla muraglia che dice Foccio Mi Feci..... MCCXXIX.
Le parole del Vasari sono le seguenti . ,, Fuccio Architetto e Scultor Fiorentino , il quale fece Santa Maria Sopr' Arno in Firenze nel 1229 mettendovi sopra la Porta il suo nome . Nella Chiefa di San Franceſco di Ascesi fece di marmo la sepultura della Regina di Cipri , con molte figure , e particolarmente il ritratto di lei a sedere sopra un leone, per dimostrare la fortezza di animo di lei ... Il Baldinucci nella enumerazione che fa de' Professori dell ' Architettura prima di Arnolfo dice . ,, Furono avanti ad Arnolfo molti Architetti in Italia , e fra i più rinomati ebbe luogo un tal Fuccio Fiorentino , che in Firenze fabbricò con suo disegno la Chiesa di Santa Maria Sopr' Arno , e in Napoli finì il Castello di Capoano , poi della Vicheria , e Castel dell'uovo .
Queste opinioni , e la prima specialmente, vengono nonostante salvate da alcuno col supporre, che fosse da Faccio rinnovata o ampliata. Ora intorno alla Iscrizione Fuccio mi feci, vi è chi graziosamente suppone che fosse fatto scrivere sulla parete da Ipolito Buondelmonti, allorchè scoperto in corrispondenza colla sua Amanza Dianora de' Bardi, volle piuttosto fingersi ladro, che dichiararsi amante, e così porre in sospetto l'onore della gentil Donzella. Lo sventurato Ipolito essendo dunque stato condotto in carcere , e rilevato dalla sua confessione il delitto in cui era stato colto di scalare una finestra del Palazzo Bardi , fa condannato à morte : egli chiese che andando al patibolo fosse per grazia fatto passare dalla via de'Bardi, per vedere in ultimo il loco tenéra cagione della sua morte.
Vi giunse, ma la giovine Dianora non potendo resistere al tragico avvenimento, si affacciò al terrazzino, fece fermare i ministri, e palesato il caso, salvò la vita al giovine amante col quale poi fu unita in lieti sponsali. O favola o istoria ella è la pubblica novella, e si accenna ancora da chiunque la finestra che rimane sull' angolo per salire alla costa, dicontro alla Chiesa di cui si parla. Si suppone dunque che Ipolito Buondelmonti padrone della Chiefa, facessevi nel luogo istesso ove si fermò, per memoria del fatto, scrivere le fuddette parole Fucci mi feci, cioè ladre mi feci, essendochè Fuccio fu un celebre ladro Pistojese. Un critico parlando in rigor di grammatica dice, che dovrebbe esservi scritto Fuccio mi fece qualora indicasse la Chiesa fatta da quell' Architetto".
Una verità che si è tramandata, che è stata tramandata in una specie di copiato o di dettato o più semplicemente, come suole dirsi oggi, una specie di copia ed incolla? Non lo so. Costui, comunque, non risulta nel novero di coloro i quali non hanno mai pensato di occuparsene. Personalmente, pur avendo avuto delle piste, dei suggerimenti, attraverso il monumentale lavoro di Giorgio Vasari, in costui non ho mai trovato un profilo biografico di colui che avrebbe potuto far parte del suo pantheon. In verità, volendo approfondire la figura e le opere di questo personaggio, mi sono sempre attivato per acquisire le sue note biografiche e professionali, ma sempre con un nulla di fatto. Qualunque testo o fonte avessi consultato, mi imbattevo e mi sono imbattuto o ritrovato sempre nel deserto più arido o a navigare tra onde alte e mare in tempesta. Comunque, sul nulla di fatto, per quanto mi riguarda, sono sempre pronto ad accettare chiunque mi porti e mi offra prove contrarie al mio dire.
Le uniche fonti, in cui si accenna al suddetto personaggio sono le seguenti: "Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti di Giorgio Vasari: scelte e annotate da Gaetano Milanesi 10^ edizione stereotipa, Firenze G. Barbera editore, 1886"; "Firenze antica, e moderna illustrata, Tom VIII, Firenze 1802, Nella Stamperia del Giglio".
Qui e solo qui ho trovato conferma in quello che ho sempre pensato e che il Fuccio in questione non era mai esistito, almeno sotto questo nominativo, salvo a verificare, ulteriormente e successivamente che si potesse trattare di un nomignolo sbagliato o di un pseudonimo. Neanche questa piccola soddisfazione ha potuto ricevere o ricavare l'affanno della ricerca. Per consolidare e convalidare la mia tesi, riporto quanto trovato, che riporto testualmente, fedelmente e doverosamente a scanso di equivoci o per evitare la taccia di superficiale pressapochismo o di essere un ignorante malato di megalomania. Iniziamo dal primo testo summenzionato.
"Fuccio, architetto e scultore fiorentino, il quale fece Santa Maria sopra Arno in Firenze, l'anno 1229, mettendovi sopra una porta il nome suo; e nella chiesa di San Francesco d'Ascesi, di marmo, la sepoltura della regina di Cipri con molte figure, ed il ritratto di lei particolarmente a sedere so- pra un leone, per dimostrare la fortezza dell' animo di lei, la quale dopo la morte sua lasciò gran numero di danari perchè si desse à quella fabbrica fine.
Niccola dunque, essendosi fatto conoscere per molto miglior maestro che Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l'anno 1225, essendo morto San Domenico Calagora primo istitutore dell' Ordine de' Frati Predicatori, per fare di marmo la sepoltura del detto Santo: onde, convenuto con chi aveva di ciò la cura, la fece piena di figure in quel modo ch'ella ancor oggi si vede, e la diede finita l'anno 1231, con molta sua lode, essendo tenuta cosa singolare, e la migliore di quante opere infino allora fussero di scultura state lavorate. Fece similmente il modello di quella chiesa, e d'una gran parte del convento.
Dopo ritornato Niccola in Toscana, trovò che Fuccio s' era partito di Firenze, ed andato in que' giorni che da Onorio fu coronato Federigo imperatore, a Roma, e di Roma con Federigo a Napoli ; dove fini il castel di Capoana, oggi detta la Vicaria, dove sono tutti i tribunali di quel regno ; e così Castel dell' Uovo: e dove fondò similmente le torri, fece le porte sopra il fiume del Volturno alla città di Capua, un barco cinto di mura per l'uccellagioni presso a Gravina, e a Melfi un altro per le cacce di verno ; oltre a molte altre cose che per brevità non si raccontano.
Questo Fuccio ricordato qui solamente dal Vasari come scultore ed architetto, probabilmente non è mai esistito. È verissimo che nella chiesa di Santa Maria sopr'Arno era ed è tuttavia la iscrizione Fuccio mi feci (invece di fecie), non scolpita, ma dipinta e ridipinta. La quale deve significare che questo Fuccio non lavorò dell'arte sua in quella chiesa, ma la fece innalzare a sue spese.
Potrebbe anche essere che invece di Fuccio, fosse scritto in antico Puccio, e che essendo guasto e mezzo caduto questo nome, chi lo ridipinse facesse una F invece di una P. Allora questo Puccio potrebbe essere un pittore, come Puccio Capanna, o altro più antico pittore il quale avesse dipinto in quella chiesa. E questa congettura ha qual - che ragione, se si noti che solamente sotto una pittura poteva farsi una iscrizione dipinta. Che se fosse stata posta per indicare la costruzione della chiesa, o un'opera di scultura, sarebbe stata certamente intagliata sulla pietra".
Dall'altra pubblicazione riprendiamo quanto segue, in una sorta di continuità confermativa. Infatti, nel capitolo XXIV: "Chiesa di Santa Maria Sopr'Arno" è, tal'altro scritto: "Il Vasari dice che un tal Fuccio Fiorentino fu l'Architetto di questa Chiesa , e Filippo Baldinucci lo ha seguitato in questa opinione, la quale è stato dimostrato essere erronea , perchè la data su cui appoggiasi l'assertiva è posteriore di molti anni dalla morte del Vescovo Giulio che ne ordinò la costruzione . Vasari , e Baldinucci pare che siensi affidati all' Iscrizione che è fuori sulla muraglia che dice Foccio Mi Feci..... MCCXXIX.
Le parole del Vasari sono le seguenti . ,, Fuccio Architetto e Scultor Fiorentino , il quale fece Santa Maria Sopr' Arno in Firenze nel 1229 mettendovi sopra la Porta il suo nome . Nella Chiefa di San Franceſco di Ascesi fece di marmo la sepultura della Regina di Cipri , con molte figure , e particolarmente il ritratto di lei a sedere sopra un leone, per dimostrare la fortezza di animo di lei ... Il Baldinucci nella enumerazione che fa de' Professori dell ' Architettura prima di Arnolfo dice . ,, Furono avanti ad Arnolfo molti Architetti in Italia , e fra i più rinomati ebbe luogo un tal Fuccio Fiorentino , che in Firenze fabbricò con suo disegno la Chiesa di Santa Maria Sopr' Arno , e in Napoli finì il Castello di Capoano , poi della Vicheria , e Castel dell'uovo .
Queste opinioni , e la prima specialmente, vengono nonostante salvate da alcuno col supporre, che fosse da Faccio rinnovata o ampliata. Ora intorno alla Iscrizione Fuccio mi feci, vi è chi graziosamente suppone che fosse fatto scrivere sulla parete da Ipolito Buondelmonti, allorchè scoperto in corrispondenza colla sua Amanza Dianora de' Bardi, volle piuttosto fingersi ladro, che dichiararsi amante, e così porre in sospetto l'onore della gentil Donzella. Lo sventurato Ipolito essendo dunque stato condotto in carcere , e rilevato dalla sua confessione il delitto in cui era stato colto di scalare una finestra del Palazzo Bardi , fa condannato à morte : egli chiese che andando al patibolo fosse per grazia fatto passare dalla via de'Bardi, per vedere in ultimo il loco tenéra cagione della sua morte.
Vi giunse, ma la giovine Dianora non potendo resistere al tragico avvenimento, si affacciò al terrazzino, fece fermare i ministri, e palesato il caso, salvò la vita al giovine amante col quale poi fu unita in lieti sponsali. O favola o istoria ella è la pubblica novella, e si accenna ancora da chiunque la finestra che rimane sull' angolo per salire alla costa, dicontro alla Chiesa di cui si parla. Si suppone dunque che Ipolito Buondelmonti padrone della Chiefa, facessevi nel luogo istesso ove si fermò, per memoria del fatto, scrivere le fuddette parole Fucci mi feci, cioè ladre mi feci, essendochè Fuccio fu un celebre ladro Pistojese. Un critico parlando in rigor di grammatica dice, che dovrebbe esservi scritto Fuccio mi fece qualora indicasse la Chiesa fatta da quell' Architetto".