Passeggiando con la storia
Gravina: l'edicola della Madonna di Picciano benedetta dal cardinale Joseph Ratzinger
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 18 giugno 2020
20.35
Tra qualche giorno ci sarà una cerimonia di benedizione dell'edicola mariana, posta nei pressi del cimitero, che custodisce la statua della Madonna di Picciano, dopo i recenti lavori di ripulitura e di messa a nuovo. Approfittando dell'evento, perché la memoria non perda il suo cordone ombelicale con la storia, è giusto riandare nel tempo, quando la stessa statua fu collocata e benedetta dal cardinale Joseph Ratzinger.
Correva l'anno 1986 quando un gruppo di tifosi juventini dette vita ad un Club che richiamasse i fasti, la storia dei colori bianconeri. Nella difficoltà di trovare un nome, che non fosse la personalizzazione di un qualsiasi storico dirigente o giocatore, si decise, sulla scorta dei successi conseguiti, di chiamarlo "SOLO NOI". Il primo direttivo fu composto da Giuseppe Massari presidente, da Benedetto Abatista, presidente onorario e dai soci Mimmo Dibattista, Salvatore Digennaro, Simone Scaltrito, Franco Lombardi, Franco Giorgio.
Nei primi mesi del 1988, don Saverio Paternoster, parroco della Parrocchia San Giovanni Battista in Sant'Agostino, incontra il presidente al quale comunica, per la sera di quello stesso giorno, la visita di Mons. Tarcisio Pisani al club. Va detto subito che l'iniziativa rientrava nell'ambito della prima Visita Pastorale, indetta dal vescovo nel 1986 per tutta la diocesi. Nel calendario di quella giornata era prevista la visita alla suddetta parrocchia e a tutte le realtà sociali, culturali e sportive che insistevano nel suo territorio, compreso il nostro club, all'epoca ubicato in viale Orsini. Il presidente allertò i soci. Si predispose una dignitosa accoglienza, animata da una calorosa testimonianza di gratitudine per un simile onore. Nel corso del suo indirizzo di saluto all'illustre ospite, accompagnato da don Saverio Paternoster, il presidente fece un voto e una promessa, considerando che era in corso la celebrazione dell'Anno Mariano, indetto da Sua Santità Giovanni Paolo II, di voler sostituire, a spese del club, la statua, ormai fatiscente, della Madonna di Picciano ubicata nei pressi del cimitero.
Il vescovo, come era nel suo stile, accolse entusiasticamente la proposta. La serata si concluse con un piccolo convivio. Subito dopo partì la macchina organizzativa. Si pensò, per realizzare la nuova statua, di affidare la realizzazione al monaco pittore e scultore, che faceva parte della comunità monastica benedettina olivetana di Picciano, padre Alfonso Serafini. Ci recammo presso il Santuario, esponemmo la nostra idea, pattuimmo il prezzo e tornammo col pensiero e l'intento di passare alla fase più propriamente organizzativa e preparatoria, quella di dover rendere più accogliente la vecchia edicola pulendola, dotandola di vetri protettivi e di una lapide ricordo. I lavori di rifacimento, della pulitura della vecchia struttura furono eseguiti generosamente da alcuni soci del club. I vetri furono ordinati alla vetreria Lavenuta, le lapidi commemorative alla marmeria di Luigi Paterno.
Considerando che l'edicola insisteva nel territorio parrocchiale del SS. Crocifisso, affidammo a don Saverio Ciaccia, all'epoca, vice parroco in solidum della Parrocchia del SS. Crocifisso, il compito di redigere i testi delle due lapidi commemorative Avevamo pensato che dopo l'estate di quell'anno, dovevamo portare a compimento la missione. Sicchè, verso i primi giorni di settembre, il presidente, unitamente ad alcuni componenti il Consiglio direttivo si recarono a Picciano per prelevare il nuovo sacro manufatto, assolvere al lato economico e tornarsene a Gravina.
Mentre si era in conversazione con il monaco artista, intervenne il superiore della comunità, padre Ugo Panebianco, il quale lodò moltissimo l'iniziativa, "promossa, disse lui, peraltro, da laici, da frequentatori di un club sportivo". Per queste ragioni disse che voleva farci un regalo. In che cosa consisteva il regalo? La comunità, in coincidenza della conclusione dell'Anno Mariano e dell'imminente anniversario della incoronazione del quadro della Madonna, che cadeva la prossima prima domenica di ottobre, aveva già invitato e programmato, la presenza di Sua Eminenza il signor cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Don Ugo ci promise che al termine della cerimonia di Picciano, nell'accompagnare il cardinale all'aeroporto di Bari, lo avrebbe fatto fermare o meglio "dirottare" su Gravina per pochi minuti, giusto il tempo di benedire la statua. Noi restammo increduli al solo pensare che un principe di Santa Romana Chiesa potesse fermarsi per un iniziativa promossa da un club sportivo. La nostra gioia e la nostra commozione fu indicibile, indescrivibile. Si tornò da Picciano in compagnia della Madonna ma con una gioia tanto inattesa, quanto immensa. Trasmettemmo il messaggio ai soci, i quali, anche loro, non stavano più nella loro pelle e ci preparammo ad accogliere con trepidazione uno dei massimi rappresentanti della Chiesa Cattolica. Informammo il vescovo, invitandolo, così come invitammo i rappresentanti del clero gravinese. Tutto ormai era pronto. Avevamo curato ogni cosa nei minimi dettagli. Si aspettava soltanto che l'evento avesse inizio con l'adrenalina che aveva superato tutti i valori della sopportabilità.
La sera del 9 ottobre 1988 fu una data storica per Gravina e per la storia del club, che raggiunse l'apice, il massimo della sua presenza nella società gravinese. Il cardinale giunse a Gravina accompagnato da don Ugo, dall'arcivescovo di Matera, Mons. Ennio Appignanesi e dal nostro vescovo che aveva partecipato alla celebrazione eucaristica svoltasi poche ore prima presso il santuario. Il presidente rivolse il suo indirizzo di saluto, ricordando, tra l'altro, all'eminentissimo porporato, di trovarsi, di essere stato ospitato, sia pure nel breve spazio di pochi minuti, nella città che aveva dato i natali ad un papa, a Papa Benedetto XIII.
Fu la volta di Mons. Pisani, che, intervenendo, rivolse il suo saluto al confratello nell'episcopato. Prima che fosse impartita la benedizione, il presidente, a nome del club, fece dono al cardinale di una pregevole stola, acquistata presso il negozio di arredi e oggetti sacri di Bari, i Fratelli Costantino. Al termine del sacro rito, il cardinale ripartì per Bari. In attesa che raggiungesse l'autovettura, fu circondato dalla popolazione che lo volle personalmente salutare. Tra gli astanti ci furono, anche, alcuni rappresentanti del Comitato Pro Diocesi, costituitosi dopo lo scippo della titolarità storica della nostra Diocesi, avvenuto con un decreto della Congregazione dei Vescovi il 30 settembre 1986, che consegnarono a Ratzinger una lettera.
(Le foto della cerimonia sono di Franco Santamaria)
Correva l'anno 1986 quando un gruppo di tifosi juventini dette vita ad un Club che richiamasse i fasti, la storia dei colori bianconeri. Nella difficoltà di trovare un nome, che non fosse la personalizzazione di un qualsiasi storico dirigente o giocatore, si decise, sulla scorta dei successi conseguiti, di chiamarlo "SOLO NOI". Il primo direttivo fu composto da Giuseppe Massari presidente, da Benedetto Abatista, presidente onorario e dai soci Mimmo Dibattista, Salvatore Digennaro, Simone Scaltrito, Franco Lombardi, Franco Giorgio.
Nei primi mesi del 1988, don Saverio Paternoster, parroco della Parrocchia San Giovanni Battista in Sant'Agostino, incontra il presidente al quale comunica, per la sera di quello stesso giorno, la visita di Mons. Tarcisio Pisani al club. Va detto subito che l'iniziativa rientrava nell'ambito della prima Visita Pastorale, indetta dal vescovo nel 1986 per tutta la diocesi. Nel calendario di quella giornata era prevista la visita alla suddetta parrocchia e a tutte le realtà sociali, culturali e sportive che insistevano nel suo territorio, compreso il nostro club, all'epoca ubicato in viale Orsini. Il presidente allertò i soci. Si predispose una dignitosa accoglienza, animata da una calorosa testimonianza di gratitudine per un simile onore. Nel corso del suo indirizzo di saluto all'illustre ospite, accompagnato da don Saverio Paternoster, il presidente fece un voto e una promessa, considerando che era in corso la celebrazione dell'Anno Mariano, indetto da Sua Santità Giovanni Paolo II, di voler sostituire, a spese del club, la statua, ormai fatiscente, della Madonna di Picciano ubicata nei pressi del cimitero.
Il vescovo, come era nel suo stile, accolse entusiasticamente la proposta. La serata si concluse con un piccolo convivio. Subito dopo partì la macchina organizzativa. Si pensò, per realizzare la nuova statua, di affidare la realizzazione al monaco pittore e scultore, che faceva parte della comunità monastica benedettina olivetana di Picciano, padre Alfonso Serafini. Ci recammo presso il Santuario, esponemmo la nostra idea, pattuimmo il prezzo e tornammo col pensiero e l'intento di passare alla fase più propriamente organizzativa e preparatoria, quella di dover rendere più accogliente la vecchia edicola pulendola, dotandola di vetri protettivi e di una lapide ricordo. I lavori di rifacimento, della pulitura della vecchia struttura furono eseguiti generosamente da alcuni soci del club. I vetri furono ordinati alla vetreria Lavenuta, le lapidi commemorative alla marmeria di Luigi Paterno.
Considerando che l'edicola insisteva nel territorio parrocchiale del SS. Crocifisso, affidammo a don Saverio Ciaccia, all'epoca, vice parroco in solidum della Parrocchia del SS. Crocifisso, il compito di redigere i testi delle due lapidi commemorative Avevamo pensato che dopo l'estate di quell'anno, dovevamo portare a compimento la missione. Sicchè, verso i primi giorni di settembre, il presidente, unitamente ad alcuni componenti il Consiglio direttivo si recarono a Picciano per prelevare il nuovo sacro manufatto, assolvere al lato economico e tornarsene a Gravina.
Mentre si era in conversazione con il monaco artista, intervenne il superiore della comunità, padre Ugo Panebianco, il quale lodò moltissimo l'iniziativa, "promossa, disse lui, peraltro, da laici, da frequentatori di un club sportivo". Per queste ragioni disse che voleva farci un regalo. In che cosa consisteva il regalo? La comunità, in coincidenza della conclusione dell'Anno Mariano e dell'imminente anniversario della incoronazione del quadro della Madonna, che cadeva la prossima prima domenica di ottobre, aveva già invitato e programmato, la presenza di Sua Eminenza il signor cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Don Ugo ci promise che al termine della cerimonia di Picciano, nell'accompagnare il cardinale all'aeroporto di Bari, lo avrebbe fatto fermare o meglio "dirottare" su Gravina per pochi minuti, giusto il tempo di benedire la statua. Noi restammo increduli al solo pensare che un principe di Santa Romana Chiesa potesse fermarsi per un iniziativa promossa da un club sportivo. La nostra gioia e la nostra commozione fu indicibile, indescrivibile. Si tornò da Picciano in compagnia della Madonna ma con una gioia tanto inattesa, quanto immensa. Trasmettemmo il messaggio ai soci, i quali, anche loro, non stavano più nella loro pelle e ci preparammo ad accogliere con trepidazione uno dei massimi rappresentanti della Chiesa Cattolica. Informammo il vescovo, invitandolo, così come invitammo i rappresentanti del clero gravinese. Tutto ormai era pronto. Avevamo curato ogni cosa nei minimi dettagli. Si aspettava soltanto che l'evento avesse inizio con l'adrenalina che aveva superato tutti i valori della sopportabilità.
La sera del 9 ottobre 1988 fu una data storica per Gravina e per la storia del club, che raggiunse l'apice, il massimo della sua presenza nella società gravinese. Il cardinale giunse a Gravina accompagnato da don Ugo, dall'arcivescovo di Matera, Mons. Ennio Appignanesi e dal nostro vescovo che aveva partecipato alla celebrazione eucaristica svoltasi poche ore prima presso il santuario. Il presidente rivolse il suo indirizzo di saluto, ricordando, tra l'altro, all'eminentissimo porporato, di trovarsi, di essere stato ospitato, sia pure nel breve spazio di pochi minuti, nella città che aveva dato i natali ad un papa, a Papa Benedetto XIII.
Fu la volta di Mons. Pisani, che, intervenendo, rivolse il suo saluto al confratello nell'episcopato. Prima che fosse impartita la benedizione, il presidente, a nome del club, fece dono al cardinale di una pregevole stola, acquistata presso il negozio di arredi e oggetti sacri di Bari, i Fratelli Costantino. Al termine del sacro rito, il cardinale ripartì per Bari. In attesa che raggiungesse l'autovettura, fu circondato dalla popolazione che lo volle personalmente salutare. Tra gli astanti ci furono, anche, alcuni rappresentanti del Comitato Pro Diocesi, costituitosi dopo lo scippo della titolarità storica della nostra Diocesi, avvenuto con un decreto della Congregazione dei Vescovi il 30 settembre 1986, che consegnarono a Ratzinger una lettera.
(Le foto della cerimonia sono di Franco Santamaria)