Passeggiando con la storia
I nomi antichi delle nostre vie cittadine
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 19 gennaio 2023
Nella puntata odierna della rubrica voglio cimentarmi nella presentazione dei vecchi toponimi riferiti alle strade della nostra città. Nomi caduti in disuso, cambiati, aggiornati, ma altri rimasti, ancora, vigenti. Riferiti, non solo a personaggi illustri cittadini, ma a fatti, a realtà speciali, culturali, a presenze identificative, che connotavano attività, mestieri, abitudini, consuetudini. La fonte, per una ricostruzione del nome di queste vie, è stata Giuseppe Lucatuorto con il suo Gravina Urbs opulenta, Arti grafiche Savarese Bari, 1975.
Tralasciando i cognomi dei gravinesi eccellenti, e seguendo, più o meno l'ordine seguito dall'autore della pubblicazione, cominciamo da Aquila Grande: "già via Umberto I e oggi corso Mazzini, (l'oggi è riferito o deve intendersi al periodo in cui il testo fu stilato, perché in un oggi più attuale, quella stessa strada, dal 1980 ha assunto il toponimo riferito ad Aldo Moro n.d.r.). La voce risale al secolo XVII, allorchè il vescovo Giustiniani edificò la chiesa Madonna delle Grazie.
Aquila Piccola: per i moderni catoni soltanto "aquila". Rammenta una delle porte secondarie e così detta per distinguerla dalla precedente strada e porta. Strada delli Balconi di Majorani: dall'omonima famiglia che ebbe la sua "casa palazziata" con balconi sulla via oggi D. Cristiani. Basilicata o di Porta Basilicata: è l'attuale via G. Marconi, già via beccherie. La porta è oggi nota col nome di porta sant'Agostino.
Vico del Bordello: toponimo eloquente, del quale si ha notizia sin dal 1558, oggi via (della Civita). Borgo Vecchio: con l'espansione edilizia, verificata nella seconda metà del secolo XVIII, il toponimo indicò il borgo medievale, passato poi all'attuale via, (che nel secolo scorso fu intitolata ad Angelo Corrado n.d.r.)
Satrada de' Cacilari: dai caciai che vi ebbero le loro baracche, già via del Bordello e oggi della Civita. Capuana è l'attuale via Vittorio Veneto, nel più antico toponimo ricorda la città di Capua, capoluogo di Terra di Lavoro. Casalnuovo: dal latino casalis novus. Rammenta le "nuove" abitazioni edificate fuori le mura all'abolizione del feudalesimo, e che troncato in "casale" indicò e indica uno scomparso torrente. Strada santa Cecilia, dall'omonima chiesa dedicata alla Martire romana e patrona della musica. Il toponimo ancora in uso nella seconda metà del secolo XIX, fu mutuato nell'odierna Salvatore Fighera.
Strada dello Celso: toponimo diffusissimo in Puglia. Trae origine dall'esistenza di un "arboro dello Celso": oggi via Punzi. Ruga delle Corsee: voce dialettale derivante dal latino curseria. Con tal termine venivano indicate le botteghe che, per antica consuetudine, prima il Comune e poi duca Filippo Bernoaldo Orsini "esigevano e fittavano in tempo di fiera. Figuli: dal latino figulus, rammenta i vasai, i ceramisti che nella via e nel quartiere delle "Fornaci" ebbero le loro botteghe e le loro case.
Calata Fondovico: ma anche erroneamente "fondovito". Dal latino vicus, modesto agglomerato d'abitazioni, preesistente alla distruzione di Silvium, in fondo al burrone. Oggi il toponimo indica il rione stesso" (In realtà, alla luce di nuovi studi e, anche, grazie alla presenza di una chiesa dedicata a San Vito, il toponimo e il quartiere, oggi, hanno assunto la denominazione di Fondovito n.d.r.).
"Via e vico delle Fornaci: dalle fornaci ivi esistenti, registrato con voce erronea "via e vico dei Fornai". Strettola del Forno a due porte: dalla presenza di un forno con due ingressi: uno sul vicolo della Porticella e l'altro sulla via Aquila (piccola). Strada delli Franchi: è l'attuale via S. Fighera, già di Santa Cecilia. Ricorda la dominazione e l'acquartieramento delle truppe francesi nei pressi immediati, ma nel più antico etimo rammenta la signoria normanna.
Strada della Fungarola: toponimo dato popolarmente a una vita campestre, che conduceva ad una fungaia. E' rammentata dalle fonti come "fondo Fungarola" e, più semplicemente, "la Fungarola". Strada della Gatta: attualmente via G. Lupis e già via Morra. Presumibilmente dall'esistenza di una taverna con insegna una gatta o dal surnome dato alla proprietaria. Un taverna dell'Orso, proprietà degli Orsini, confinava "coll'osteria di S. Sofia e della Bagliva".
Giardini: dai giardini con alberi fruttiferi posseduti dalla corte ducale, subito fuori le mura, presso a poco nell'attuale via Garibaldi. Ruga delli Greci: dalla colonia greco-albanese stanziatasi nella città nel secolo XVI. Oggi via P. Ianora e già via de' Santoro. Vico dell'Inferno, il toponimo indica ancora oggi le "vicinanze" della via S. Fighera. Da una stretta e malagevole viuzza nel retro della chiesa di santa Cecilia. Vico dell'Olivo: "forse da una pianta d'olivo, oggi vico G. Marconi.
Paranza Vigilanza: dal catasto onciario del 1754, il duca cardinale Domenico Orsini possedeva, fra l'altro, "due ristretti di molini". Di questi uno era chiamato "Paranza Pace" e l'altro situato "alla strada Nonna Cristiana (Maria Donato Cristiani) sotto la clausura del Monistero di Santa Sofia, "Paranza Vigilanza". Quanto a dire che, nei "ristretti" così battezzati, il Duca aveva alle sue dipendenze due gruppi di operai, "paranze", addetti ai "centimoli" o macine a spina. Porticella: da una porta minore aperta nel secolo XIX, oggi corso G. Garibaldi. (Un tratto di questa strada, di recente è stata intitolata al dott. Giovanni Lopez n.d.r.).
Propontina: ma anche erroneamente "pro tontina", vulgo detta "la Ruga di San Nicola", perché a fianco della chiesa omonima. Da Propontide, regione dell'Asia Minore, della quale faceva parte la Licia, patria di san Nicola. Pupilli: storpiatura della voce dialettale pupedde, pupellere o pupeddere, rammenta nell'etimo la chiesuola omonima. Reccollo: fprse dal basso latino recollector, esattore. Il toponimo ricorderebbe la speciale tassa d'importazione, "bagliva" dovuta agli Orsini. Oggi via Pasquale Cassese.
Scale lunghe: "dalle scalinate, non ancora del tutto scomparse, che consentivano soltanto il transito pedonale tra vie di vario livello. Seminario Vecchio: sal più antico seminario e del quale si vogliono vedere i resti nello stabile al numero quindici. Piano delle Some: attualmente largo Plebiscito. Dalla consuetudine di scaricarvi e vendervi le "some" di legna.
Via delle vergini: già Giudice Montea e oggi via N. Calderoni. Assunse tal nome allorchè la duchessa della Tolfa vi trasferì il conservatorio per fanciulle povere. Strettola di Zialana: "Nella strada della Porta di Basso, e proprio a mano manca quando si va dalla Piscina del pubblico".
Tralasciando i cognomi dei gravinesi eccellenti, e seguendo, più o meno l'ordine seguito dall'autore della pubblicazione, cominciamo da Aquila Grande: "già via Umberto I e oggi corso Mazzini, (l'oggi è riferito o deve intendersi al periodo in cui il testo fu stilato, perché in un oggi più attuale, quella stessa strada, dal 1980 ha assunto il toponimo riferito ad Aldo Moro n.d.r.). La voce risale al secolo XVII, allorchè il vescovo Giustiniani edificò la chiesa Madonna delle Grazie.
Aquila Piccola: per i moderni catoni soltanto "aquila". Rammenta una delle porte secondarie e così detta per distinguerla dalla precedente strada e porta. Strada delli Balconi di Majorani: dall'omonima famiglia che ebbe la sua "casa palazziata" con balconi sulla via oggi D. Cristiani. Basilicata o di Porta Basilicata: è l'attuale via G. Marconi, già via beccherie. La porta è oggi nota col nome di porta sant'Agostino.
Vico del Bordello: toponimo eloquente, del quale si ha notizia sin dal 1558, oggi via (della Civita). Borgo Vecchio: con l'espansione edilizia, verificata nella seconda metà del secolo XVIII, il toponimo indicò il borgo medievale, passato poi all'attuale via, (che nel secolo scorso fu intitolata ad Angelo Corrado n.d.r.)
Satrada de' Cacilari: dai caciai che vi ebbero le loro baracche, già via del Bordello e oggi della Civita. Capuana è l'attuale via Vittorio Veneto, nel più antico toponimo ricorda la città di Capua, capoluogo di Terra di Lavoro. Casalnuovo: dal latino casalis novus. Rammenta le "nuove" abitazioni edificate fuori le mura all'abolizione del feudalesimo, e che troncato in "casale" indicò e indica uno scomparso torrente. Strada santa Cecilia, dall'omonima chiesa dedicata alla Martire romana e patrona della musica. Il toponimo ancora in uso nella seconda metà del secolo XIX, fu mutuato nell'odierna Salvatore Fighera.
Strada dello Celso: toponimo diffusissimo in Puglia. Trae origine dall'esistenza di un "arboro dello Celso": oggi via Punzi. Ruga delle Corsee: voce dialettale derivante dal latino curseria. Con tal termine venivano indicate le botteghe che, per antica consuetudine, prima il Comune e poi duca Filippo Bernoaldo Orsini "esigevano e fittavano in tempo di fiera. Figuli: dal latino figulus, rammenta i vasai, i ceramisti che nella via e nel quartiere delle "Fornaci" ebbero le loro botteghe e le loro case.
Calata Fondovico: ma anche erroneamente "fondovito". Dal latino vicus, modesto agglomerato d'abitazioni, preesistente alla distruzione di Silvium, in fondo al burrone. Oggi il toponimo indica il rione stesso" (In realtà, alla luce di nuovi studi e, anche, grazie alla presenza di una chiesa dedicata a San Vito, il toponimo e il quartiere, oggi, hanno assunto la denominazione di Fondovito n.d.r.).
"Via e vico delle Fornaci: dalle fornaci ivi esistenti, registrato con voce erronea "via e vico dei Fornai". Strettola del Forno a due porte: dalla presenza di un forno con due ingressi: uno sul vicolo della Porticella e l'altro sulla via Aquila (piccola). Strada delli Franchi: è l'attuale via S. Fighera, già di Santa Cecilia. Ricorda la dominazione e l'acquartieramento delle truppe francesi nei pressi immediati, ma nel più antico etimo rammenta la signoria normanna.
Strada della Fungarola: toponimo dato popolarmente a una vita campestre, che conduceva ad una fungaia. E' rammentata dalle fonti come "fondo Fungarola" e, più semplicemente, "la Fungarola". Strada della Gatta: attualmente via G. Lupis e già via Morra. Presumibilmente dall'esistenza di una taverna con insegna una gatta o dal surnome dato alla proprietaria. Un taverna dell'Orso, proprietà degli Orsini, confinava "coll'osteria di S. Sofia e della Bagliva".
Giardini: dai giardini con alberi fruttiferi posseduti dalla corte ducale, subito fuori le mura, presso a poco nell'attuale via Garibaldi. Ruga delli Greci: dalla colonia greco-albanese stanziatasi nella città nel secolo XVI. Oggi via P. Ianora e già via de' Santoro. Vico dell'Inferno, il toponimo indica ancora oggi le "vicinanze" della via S. Fighera. Da una stretta e malagevole viuzza nel retro della chiesa di santa Cecilia. Vico dell'Olivo: "forse da una pianta d'olivo, oggi vico G. Marconi.
Paranza Vigilanza: dal catasto onciario del 1754, il duca cardinale Domenico Orsini possedeva, fra l'altro, "due ristretti di molini". Di questi uno era chiamato "Paranza Pace" e l'altro situato "alla strada Nonna Cristiana (Maria Donato Cristiani) sotto la clausura del Monistero di Santa Sofia, "Paranza Vigilanza". Quanto a dire che, nei "ristretti" così battezzati, il Duca aveva alle sue dipendenze due gruppi di operai, "paranze", addetti ai "centimoli" o macine a spina. Porticella: da una porta minore aperta nel secolo XIX, oggi corso G. Garibaldi. (Un tratto di questa strada, di recente è stata intitolata al dott. Giovanni Lopez n.d.r.).
Propontina: ma anche erroneamente "pro tontina", vulgo detta "la Ruga di San Nicola", perché a fianco della chiesa omonima. Da Propontide, regione dell'Asia Minore, della quale faceva parte la Licia, patria di san Nicola. Pupilli: storpiatura della voce dialettale pupedde, pupellere o pupeddere, rammenta nell'etimo la chiesuola omonima. Reccollo: fprse dal basso latino recollector, esattore. Il toponimo ricorderebbe la speciale tassa d'importazione, "bagliva" dovuta agli Orsini. Oggi via Pasquale Cassese.
Scale lunghe: "dalle scalinate, non ancora del tutto scomparse, che consentivano soltanto il transito pedonale tra vie di vario livello. Seminario Vecchio: sal più antico seminario e del quale si vogliono vedere i resti nello stabile al numero quindici. Piano delle Some: attualmente largo Plebiscito. Dalla consuetudine di scaricarvi e vendervi le "some" di legna.
Via delle vergini: già Giudice Montea e oggi via N. Calderoni. Assunse tal nome allorchè la duchessa della Tolfa vi trasferì il conservatorio per fanciulle povere. Strettola di Zialana: "Nella strada della Porta di Basso, e proprio a mano manca quando si va dalla Piscina del pubblico".