Passeggiando con la storia
I Pomarici Santomasi, storia di un'antica famiglia meridionale
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 10 febbraio 2022
12.00
Siamo partiti dal testo di Riccardo Riccardi, I Pomarici. Storia di un'antica famiglia meridionale, 2003, Levante editori Bari. La storia si snoda lungo un arco di tempo plurisecolare che parte dal lontano Medioevo, quando il destino di una genìa longobarda si insedia a Pomarico, in Basilicata, e giunge sino ai nostri giorni. Il volume è diviso in cinque parti: Parte prima: Il casato Pomarici: I. Dalle origini al XVI secolo; II. Andrea de Pomarico: il casato; III. Ettore Pomarici e la città di Anzi - Parte seconda: Pomarici di Matera: I. La città di Matera a fine Seicento; II. Biagio Pomarici e suo figlio Gaetano; III. La famiglia Roberti e il marchesato di Castrovalva; IV. Gaetano e Agnese Pomarici a Matera; V. Biagio Pomarici e il suo tempo; VI. Matera durante i moti del 1820-21; VII. L'ora del tramonto; Appendice documentaria – Parte terza: I Pomarici di Napoli e Pescara: I. Michele Arcangelo Pomarici a Napoli; II. Il secondogenito Gaetano Pomarici - Ramo Napoli; III. Il primogenito Carlo Pomarici - Ramo Pescara; IV. Teodolinda Pomarici, Le lettere – Parte quarta: I Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia: I. Ferrante Pomarici a Montepeloso; II. Nicola Pomarici; III. Caterina Pomarici e la famiglia Santomasi; IV. Donato Antonio Pomarici; V. I Pomarici Santomasi a Napoli; VI. Antonio Pomarici Santomasi e Caterina de Samuele Cagnazzi; VII. Luca Pomarici Santomasi; VIII. Ettore Pomarici Santomasi; Appendice documentaria – Parte quinta: I Pomarici di Anzi: I. La discendenza dei figli cadetti di Biase Pomarici di Anzi; II. La discendenza di Aurelio Pomarici figlio di Ettore; III. La discendenza di Nicola Geronimo, figlio secondogenito di Aurelio Pomarici; Appendice documentaria.
In questi frammenti temporali, grazie all'autore, sono state delineate le vicende dei vari rami della famiglia, quello primogenito di Matera da cui un ramo passò a Napoli e Pescara, quello dei secondogeniti, divenuti nel tempo Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia, e quello dei terzogeniti, stabilitesi definitivamente ad Anzi, vicino Potenza, racconta, attraverso passioni e inquietudini, la comune identità morale e intellettuale di tutti i suoi discendenti, ribelli e alieni da ogni sopruso, pur in una società dove il potere precostituito non legittimava alcun margine di libertà. Tralasciando il testo da cui siamo partiti e puntando i riflettori sul ramo di Gravina della famiglia, la fonte è stata Puglia d'Oro, raccolta di scritti di Renato Angiolillo, Laterza Editore, Bari,. "La famiglia Santomasi di Gravina, senza potersi elencare fra le famiglie nobili nel vero senso della parola, è stata sempre annoverata fra le più ricche e le più distinte della città, legata in parentela con elementi notevoli.
Ebbe sempre un tono di vita signorile, ciò che è dimostrato dalla casa avita con le vecchie pitture, con il bel portone ad architrave artistico. Oronzo Santomasi aveva avuto da Caterina Pomarici tre figliuoli, dei quali il primo era entrato nella Compagnia di Gesù e gli altri due ancor giovani vivevano con i vecchi genitori, quando sventuratamente morirono in uno stesso giorno, in circostanze imprecisabili. Caterina, rimasta sola, chiamò il pronipote Donato Antonio Pomarici, che poi adottò in forma legale. Curiosa circostanza è che col passaggio di Gravina e con l'atto di adozione, che fa aggiungere al giovinetto all'antico cognome Pomarici quello di Santomasi, sparisce il suo primo nome di Donato: da quella data per tutto il resto della sua vita egli si fa chiamare e si firma solamente Antonio.
Antonio Pomarici Santomasi fu un fine gentiluomo di provincia. Sposò giovanissimo una sua parente di Montepeloso, Antonia d'Armati, anch'essa quasi bambina; da queste nozze nacquero Giuseppe, Ferdinando, Nicola, Marianna.Il matrimonio però non fu di lunga durata, perchè la signora morì ancora in giovane età. Dopo una lunga vedovanza, Antonio Pomarici Santomasi, verso il 1810, contrasse un secondo matrimonio con la nobile sig.na altamurana Caterina de Samuele Cagnazzi, figliuola del Dott. U. J. Giuseppe e di Elisabetta de Gemmis e nipote dell'Arcidiacono Luca, che era al principio della sua carriera di scienziato e d'inventore. Da questo secondo matrimonio nacque Luca, Ippolito, Domenico Antonio, Mariangela, Elisabetta, Giovanna e Maria.
Qualche anno dopo il giovane Giuseppe Pomarici Santomasi, primo figliuolo della d'Armati, contrasse matrimonio con una sorella della matrigna, Giovanna de Samuele Cagnazzi, e, poichè lo zio Arcidiacono si trasferì in quegli anni stessi a Napoli, la giovane coppia l'accompagnò e si stabilì in quella città, che non abbandonò per tutta la vita. Da Giuseppe Pomarici Santomasi e da Giovanna de Samuele Cagnazzi nacquero in Napoli due maschi, Achille che fu musicista ed uomo di grande spirito: egli ha vissuto sino a pochi anni or sono, ritenuto nella signorilità napoletana un esponente di eleganza e di spirito; pubblicò un trattato di musica col titolo " La musica resa popolare " del quale vi è una copia nella Biblioteca di Gravina; e Nicola, morto giovane poco dopo il 1860, Ufficiale dello Esercito Italiano: entrambi non aprirono famiglia. Unica figliuola femmina di Giuseppe fu Adele, che sposò un Chamberon di origine francese, valoroso insegnante.
Dei figli del secondo letto di Antonio Pomarici Santomasi aprì famiglia solamente Luca. Ippolito morì vecchissimo nel 1910. Domenico Antonio fu invece un artista di animo espansivo e di una apprezzabile cultura. Delle femmine Mariangela sposò l'Ing. Antonio de Grecis, Elisabetta Francesco Polini di Gravina, Giovanna il Cav. Serafino Santoro di Bitonto e Maria Luigi Sagariga di Giovinazzo. Antonio organizzò in Gravina la sua casa in forma signorile tanto da poter ricevere nel viaggio che il Re Ferdinando IV fece in Puglia nel 1797, alcuni personaggi della Corte fra gli altri il Ministro Acton, che era allora all'apogeo della sua potenza. Morì vecchissimo nel 1853 rimpianto dalla famiglia e dalla cittadinanza. Dopo la sua morte colui che assunse la rappresentanze della famiglia Pomarici Santomasi fu il figliolo primogenito del secondo matrimonio Luca, così chiamato per ossequio allo zio Arcidiacono.
Fu egli uomo di grande cultura, felice ed elegante parlatore e di prestante figura. Sposò Carolina Calderoni. Dal matrimonio nacquero quattro maschi: Antonio, Michelangelo, Carlo ed Ettore e sette femmine: Caterina, Giovanna, Maria Giuseppa, Maria Costantina, Maddalena, Laura e Francesca. Antonio, Michelangelo e Carlo morirono in giovine età, anzi Carlo nella infanzia. Le femmine ebbero questi imparentamenti: Caterina sposò Giovanni Moretti di Crema, Giovanna Francesco Prati di Lecce, Maria Giuseppa Domenico Sangiorgio di Canosa, Maria Costantina Saverio Pellicciari di Gravina, Maddalena Nicola Benchi anch'egli di Gravina, Francesca Domenico Martucci di Altamura.
Ettore Pomarici fu avversario deciso e tenace di ogni competizione politica o amministrativa e non volle mai accettare alcuna carica pubblica, ad eccezione di quella di Consigliere della locale Banca Agraria. Nel 1884 contrasse matrimonio con la nobile signorina Maria Porro di Andria, bellissima, ricca e di carattere dolcissimo. Le nozze furono allietate dalla nascita di tre bambini oltremodo graziosi: Luca, Lina, Michele. La Lina morì ancora adolescente nel 1898. Nel 1902 Ettore contrasse un secondo matrimonio con la nipote Ida Benchi di Nicola.
Michele crebbe sempre sano e robusto: prese in moglie la nobile signorina Teresa Pellicciari di Francesco Paolo. Tutto sembrava un sorriso, quando un male, sopraggiunto inaspettato, uccise il caro giovane nel dicembre del 1912. Dal matrimonio di Michele Pomarici Santomasi con Teresa Pellicciari sono nate le tre gentili fanciulle, che sono oggi centro dell'affetto di tutto il parentado: Lina, Francesca e Michelina.
Ettore Pomarici Santomasi morì il 7 dicembre del 1917, lasciando alle nipoti il suo patrimonio, ma volle costituire alcuni legati di cui uno a favore della città per la costituzione di un Museo, di una Biblioteca e di una scuola di Agraria e di Caseificio. Di queste tre creature allevate all'ombra delle migliori tradizioni familiari di bontà e gentilezza, Carolina è andata sposa al giovane Conte Federici di Napoli, Michelina all'ottimo Avv. Nicola de Gemmis di nobile famiglia barese che onora la sua famiglia con le opere e coi sentimenti, rinverdendo antiche luci che portarono i suoi antenati a posti di altissima considerazione e Francesca al N. U. Filippo Pellicciari, di nobile famiglia gravinese".
In questi frammenti temporali, grazie all'autore, sono state delineate le vicende dei vari rami della famiglia, quello primogenito di Matera da cui un ramo passò a Napoli e Pescara, quello dei secondogeniti, divenuti nel tempo Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia, e quello dei terzogeniti, stabilitesi definitivamente ad Anzi, vicino Potenza, racconta, attraverso passioni e inquietudini, la comune identità morale e intellettuale di tutti i suoi discendenti, ribelli e alieni da ogni sopruso, pur in una società dove il potere precostituito non legittimava alcun margine di libertà. Tralasciando il testo da cui siamo partiti e puntando i riflettori sul ramo di Gravina della famiglia, la fonte è stata Puglia d'Oro, raccolta di scritti di Renato Angiolillo, Laterza Editore, Bari,. "La famiglia Santomasi di Gravina, senza potersi elencare fra le famiglie nobili nel vero senso della parola, è stata sempre annoverata fra le più ricche e le più distinte della città, legata in parentela con elementi notevoli.
Ebbe sempre un tono di vita signorile, ciò che è dimostrato dalla casa avita con le vecchie pitture, con il bel portone ad architrave artistico. Oronzo Santomasi aveva avuto da Caterina Pomarici tre figliuoli, dei quali il primo era entrato nella Compagnia di Gesù e gli altri due ancor giovani vivevano con i vecchi genitori, quando sventuratamente morirono in uno stesso giorno, in circostanze imprecisabili. Caterina, rimasta sola, chiamò il pronipote Donato Antonio Pomarici, che poi adottò in forma legale. Curiosa circostanza è che col passaggio di Gravina e con l'atto di adozione, che fa aggiungere al giovinetto all'antico cognome Pomarici quello di Santomasi, sparisce il suo primo nome di Donato: da quella data per tutto il resto della sua vita egli si fa chiamare e si firma solamente Antonio.
Antonio Pomarici Santomasi fu un fine gentiluomo di provincia. Sposò giovanissimo una sua parente di Montepeloso, Antonia d'Armati, anch'essa quasi bambina; da queste nozze nacquero Giuseppe, Ferdinando, Nicola, Marianna.Il matrimonio però non fu di lunga durata, perchè la signora morì ancora in giovane età. Dopo una lunga vedovanza, Antonio Pomarici Santomasi, verso il 1810, contrasse un secondo matrimonio con la nobile sig.na altamurana Caterina de Samuele Cagnazzi, figliuola del Dott. U. J. Giuseppe e di Elisabetta de Gemmis e nipote dell'Arcidiacono Luca, che era al principio della sua carriera di scienziato e d'inventore. Da questo secondo matrimonio nacque Luca, Ippolito, Domenico Antonio, Mariangela, Elisabetta, Giovanna e Maria.
Qualche anno dopo il giovane Giuseppe Pomarici Santomasi, primo figliuolo della d'Armati, contrasse matrimonio con una sorella della matrigna, Giovanna de Samuele Cagnazzi, e, poichè lo zio Arcidiacono si trasferì in quegli anni stessi a Napoli, la giovane coppia l'accompagnò e si stabilì in quella città, che non abbandonò per tutta la vita. Da Giuseppe Pomarici Santomasi e da Giovanna de Samuele Cagnazzi nacquero in Napoli due maschi, Achille che fu musicista ed uomo di grande spirito: egli ha vissuto sino a pochi anni or sono, ritenuto nella signorilità napoletana un esponente di eleganza e di spirito; pubblicò un trattato di musica col titolo " La musica resa popolare " del quale vi è una copia nella Biblioteca di Gravina; e Nicola, morto giovane poco dopo il 1860, Ufficiale dello Esercito Italiano: entrambi non aprirono famiglia. Unica figliuola femmina di Giuseppe fu Adele, che sposò un Chamberon di origine francese, valoroso insegnante.
Dei figli del secondo letto di Antonio Pomarici Santomasi aprì famiglia solamente Luca. Ippolito morì vecchissimo nel 1910. Domenico Antonio fu invece un artista di animo espansivo e di una apprezzabile cultura. Delle femmine Mariangela sposò l'Ing. Antonio de Grecis, Elisabetta Francesco Polini di Gravina, Giovanna il Cav. Serafino Santoro di Bitonto e Maria Luigi Sagariga di Giovinazzo. Antonio organizzò in Gravina la sua casa in forma signorile tanto da poter ricevere nel viaggio che il Re Ferdinando IV fece in Puglia nel 1797, alcuni personaggi della Corte fra gli altri il Ministro Acton, che era allora all'apogeo della sua potenza. Morì vecchissimo nel 1853 rimpianto dalla famiglia e dalla cittadinanza. Dopo la sua morte colui che assunse la rappresentanze della famiglia Pomarici Santomasi fu il figliolo primogenito del secondo matrimonio Luca, così chiamato per ossequio allo zio Arcidiacono.
Fu egli uomo di grande cultura, felice ed elegante parlatore e di prestante figura. Sposò Carolina Calderoni. Dal matrimonio nacquero quattro maschi: Antonio, Michelangelo, Carlo ed Ettore e sette femmine: Caterina, Giovanna, Maria Giuseppa, Maria Costantina, Maddalena, Laura e Francesca. Antonio, Michelangelo e Carlo morirono in giovine età, anzi Carlo nella infanzia. Le femmine ebbero questi imparentamenti: Caterina sposò Giovanni Moretti di Crema, Giovanna Francesco Prati di Lecce, Maria Giuseppa Domenico Sangiorgio di Canosa, Maria Costantina Saverio Pellicciari di Gravina, Maddalena Nicola Benchi anch'egli di Gravina, Francesca Domenico Martucci di Altamura.
Ettore Pomarici fu avversario deciso e tenace di ogni competizione politica o amministrativa e non volle mai accettare alcuna carica pubblica, ad eccezione di quella di Consigliere della locale Banca Agraria. Nel 1884 contrasse matrimonio con la nobile signorina Maria Porro di Andria, bellissima, ricca e di carattere dolcissimo. Le nozze furono allietate dalla nascita di tre bambini oltremodo graziosi: Luca, Lina, Michele. La Lina morì ancora adolescente nel 1898. Nel 1902 Ettore contrasse un secondo matrimonio con la nipote Ida Benchi di Nicola.
Michele crebbe sempre sano e robusto: prese in moglie la nobile signorina Teresa Pellicciari di Francesco Paolo. Tutto sembrava un sorriso, quando un male, sopraggiunto inaspettato, uccise il caro giovane nel dicembre del 1912. Dal matrimonio di Michele Pomarici Santomasi con Teresa Pellicciari sono nate le tre gentili fanciulle, che sono oggi centro dell'affetto di tutto il parentado: Lina, Francesca e Michelina.
Ettore Pomarici Santomasi morì il 7 dicembre del 1917, lasciando alle nipoti il suo patrimonio, ma volle costituire alcuni legati di cui uno a favore della città per la costituzione di un Museo, di una Biblioteca e di una scuola di Agraria e di Caseificio. Di queste tre creature allevate all'ombra delle migliori tradizioni familiari di bontà e gentilezza, Carolina è andata sposa al giovane Conte Federici di Napoli, Michelina all'ottimo Avv. Nicola de Gemmis di nobile famiglia barese che onora la sua famiglia con le opere e coi sentimenti, rinverdendo antiche luci che portarono i suoi antenati a posti di altissima considerazione e Francesca al N. U. Filippo Pellicciari, di nobile famiglia gravinese".