Passeggiando con la storia
I Ruspoli, una famiglia imparentata con gli Orsini
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 9 luglio 2020
"I Ruspoli l'ascesa di una famiglia a Roma e la creazione artistica tra Barocco e Neoclassico", De Luca Editori D'Arte, Roma febbraio 2019 è l'ultima fatica editoriale di Maria Celeste Cola, dottore di ricerca in storia dell'arte presso l'Università di Roma "La Sapienza" dove ha insegnato e insegna Storia dell'Arte moderna, si occupa di storia del collezionismo e di committenza artistica con particolare riferimento a Roma tra Sei e Settecento. E' membro del comitato scientifico della rivista "Studi sul Settecento Romano" diretta da Elisa Debenedetti e incaricato di ricerca del Centro di Studi sulla cultura e l'immagine di Roma.
Quello che a noi interessa, in questa sede, non è tanto la recensione pura e semplice del testo, quanto scorgere e cogliere quegli aspetti legati alla storia della nostra città. In particolar modo agli intrecci che ci furono tra i due nobili casati: I Ruspoli, poi Ruspoli Marescotti da una parte e gli Orsini dall'altra. Il legame con gli Orsini nasce dal matrimonio, celebrato il 1718, tra Giacinta Ruspoli e il principe Filippo Bernualdo Orsini di Gravina, figlio di Domenico, nipote del cardinale arcivescovo Frà Vincenzo Maria Orsini.
Le nozze di Giacinta con Filippo Bernualdo, incoraggiate dal Duca di Gravina e molto ben accolte dal cardinal Vincenzo Maria Orsini, zio dello sposo e futuro pontefice con il nome di Benedetto XIII, furono celebrate sfarzosamente al palazzo Orsini di piazza Pasquino e furono subito ordinate addirittura due coppie di ritratti per ornare le anticamere dei palazzi di Napoli e Roma. Al napoletano Francesco De Mura (1696-1782) e a Marco Benefial (1684-1764), fu commissionata la coppia dei ritratti destinata alla seconda Anticamera del palazzo a Pasquino dove sono ricordati il Ritratto di Filippo Bernualdo Orsini e quello di Giacinta Ruspoli.Purtroppo, questa unione non durò a lungo, tant'è che nel 1723, dopo la nascita del loro primo ed unico figlio, Domenico, Donna Giacinta decideva di lasciare Napoli e il feudo di Solofra per tornare a vivere definitivamente a Roma. La separazione finì con l'essere approvata anche dal pontefice, in occasione della la visita di Benedetto XIII a Vignanello, paesino in provincia di Viterbo, per consacrare la Collegiata nel feudo viterbese dei Ruspoli.
Prima di questo viaggio pontificale e dei riti che ne seguirono, una bolla di papa Benedetto XIII, del 1° settembre 1725 concedeva alla Collegiata il titolo della Beatissima Vergine della Presentazione e lo status di altare privilegiato. Per accogliere con onore e magnificenza il pontefice, zio di suo genero Bernualdo, Francesco Maria inaugurava infine la nova via Ruspola che conduceva nel magnifico feudo del primo Principe di Cerveteri. Infatti, nei primi giorni del mese di novembre del 1725, mentre era in corso l'Anno Santo indetto dallo stesso vicario di Cristo, il pontefice fu ospite del Principe Francesco Maria Ruspoli, nel suo Castello di Vignanello. Durante questa permanenza fu consacrata la chiesa colleggiata e furono consacrati tutti gli altari. L'evento è ricordato da alcune lapidi che si trovano all'interno della chiesa. I paramenti liturgici utilizzati da Benedetto XIII, furono commissionati dal principe, il quale fece apporre su ogni pezzo il blasone del proprio casato. L'intero parato papale è custodito tra i beni della piccola chiesa. Inoltre, nella dimora principesca sono conservati alcuni effetti personali del papa. L'abito, lo zucchetto e le pantofole.
I Ruspoli, come ricordato innanzi, si imparentarono anche con i Marescotti. Grazie a questo connubio di sangue, vantano il privilegio di annoverare una santa: Giacinta Marescotti, al secolo Clarice, figlia di Marcantonio Marescotti e Ottavia Orsini, figlia di Vicino Orsini signore di Bomarzo. Nella vita di questa nobildonna, che scelse la via della consacrazione monastica, entra nuovamente la figura del nostro Papa. Fu lui che emanò i decreti pontifici conclusivi per il riconoscimento delle virtù eroiche della candidata e quello per la beatificazione, la cui cerimonia fu presieduta dallo stesso pontefice, in San Pietro, nella giornata del 14 luglio 1726. il 24 maggio 1807 fu, da Pio VII, proclamata santa.
Quello che a noi interessa, in questa sede, non è tanto la recensione pura e semplice del testo, quanto scorgere e cogliere quegli aspetti legati alla storia della nostra città. In particolar modo agli intrecci che ci furono tra i due nobili casati: I Ruspoli, poi Ruspoli Marescotti da una parte e gli Orsini dall'altra. Il legame con gli Orsini nasce dal matrimonio, celebrato il 1718, tra Giacinta Ruspoli e il principe Filippo Bernualdo Orsini di Gravina, figlio di Domenico, nipote del cardinale arcivescovo Frà Vincenzo Maria Orsini.
Le nozze di Giacinta con Filippo Bernualdo, incoraggiate dal Duca di Gravina e molto ben accolte dal cardinal Vincenzo Maria Orsini, zio dello sposo e futuro pontefice con il nome di Benedetto XIII, furono celebrate sfarzosamente al palazzo Orsini di piazza Pasquino e furono subito ordinate addirittura due coppie di ritratti per ornare le anticamere dei palazzi di Napoli e Roma. Al napoletano Francesco De Mura (1696-1782) e a Marco Benefial (1684-1764), fu commissionata la coppia dei ritratti destinata alla seconda Anticamera del palazzo a Pasquino dove sono ricordati il Ritratto di Filippo Bernualdo Orsini e quello di Giacinta Ruspoli.Purtroppo, questa unione non durò a lungo, tant'è che nel 1723, dopo la nascita del loro primo ed unico figlio, Domenico, Donna Giacinta decideva di lasciare Napoli e il feudo di Solofra per tornare a vivere definitivamente a Roma. La separazione finì con l'essere approvata anche dal pontefice, in occasione della la visita di Benedetto XIII a Vignanello, paesino in provincia di Viterbo, per consacrare la Collegiata nel feudo viterbese dei Ruspoli.
Prima di questo viaggio pontificale e dei riti che ne seguirono, una bolla di papa Benedetto XIII, del 1° settembre 1725 concedeva alla Collegiata il titolo della Beatissima Vergine della Presentazione e lo status di altare privilegiato. Per accogliere con onore e magnificenza il pontefice, zio di suo genero Bernualdo, Francesco Maria inaugurava infine la nova via Ruspola che conduceva nel magnifico feudo del primo Principe di Cerveteri. Infatti, nei primi giorni del mese di novembre del 1725, mentre era in corso l'Anno Santo indetto dallo stesso vicario di Cristo, il pontefice fu ospite del Principe Francesco Maria Ruspoli, nel suo Castello di Vignanello. Durante questa permanenza fu consacrata la chiesa colleggiata e furono consacrati tutti gli altari. L'evento è ricordato da alcune lapidi che si trovano all'interno della chiesa. I paramenti liturgici utilizzati da Benedetto XIII, furono commissionati dal principe, il quale fece apporre su ogni pezzo il blasone del proprio casato. L'intero parato papale è custodito tra i beni della piccola chiesa. Inoltre, nella dimora principesca sono conservati alcuni effetti personali del papa. L'abito, lo zucchetto e le pantofole.
I Ruspoli, come ricordato innanzi, si imparentarono anche con i Marescotti. Grazie a questo connubio di sangue, vantano il privilegio di annoverare una santa: Giacinta Marescotti, al secolo Clarice, figlia di Marcantonio Marescotti e Ottavia Orsini, figlia di Vicino Orsini signore di Bomarzo. Nella vita di questa nobildonna, che scelse la via della consacrazione monastica, entra nuovamente la figura del nostro Papa. Fu lui che emanò i decreti pontifici conclusivi per il riconoscimento delle virtù eroiche della candidata e quello per la beatificazione, la cui cerimonia fu presieduta dallo stesso pontefice, in San Pietro, nella giornata del 14 luglio 1726. il 24 maggio 1807 fu, da Pio VII, proclamata santa.