Passeggiando con la storia
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Il Giubileo di Papa Benedetto XIII. 1725 Anno Santo e Concilio Lateranense

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Proseguendo nelle celebrazioni centenarie cadenti nel corso di questo anno, non si poteva non fare riferimento all'apertura della Porta Santa, nella Basilica Vaticana, il 24 dicembre 1724 e all'indizione del Giubileo, ad opera del papa gravinese Benedetto XIII, con la Bollaindittiva, "Redemptor et Dominus noster" del 26 giugno 1724. Il documento papale venne pubblicato il 29 giugno, ad un mese esatto dalla sua elevazione al pontificato, e la seconda proclamazione ebbe luogo il 17 dicembre.

Un anno particolare per un vegliardo pontefice. Pronto ad essere personalmente presente alle funzioni religiose, ai sacri riti religiosi e civili; alla visita periodica e costante alle Basiliche patriarcali dell'Urbe. Uno dei primi provvedimenti assunti nel corso di questo anno di grazia fu il breve "Salvatoris et Domini nostri" del 28 aprile 1725 consentì di applicare ai defunti le indulgenze sospese durante l'Anno Santo.

Un anno straordinario sul piano dell'affluenza di pellegrini. Per quello del 1725 restano le sequenze colte in diretta da Ludovico Sergardi, direttore della Fabbrica di San Pietro. "Fu tale il concorso di popolo per pigliare il Giubileo che seguirono molti inconvenienti, fu gittata a terra la gran balaustra di marmo nella Cappella del Gran Sacramento, che non lo crederei se non fussi andato la mattina seguente a riconoscere il danno che importa centinaia di scudi".

Sempre a proposito dell'affluenza, non può non essere ricordata la presenza di quasi quattrocento schiavi liberati dai padri Mercedari a Tunisi. Nell'austerità di quell'Anno Santo fu forse l'unico spettacolo capace di stupire grazie a quell'Ordine dedito all'assistenza e al riscatto dei cristiani prigionieri dei Turchi. Questi del 1725 appartenevano a varie nazionalità e la loro libertà era costata oltre novantamila scudi. Si racconta che giunsero nell'Urbe tutti insieme a giugno, venendo ospitati nei locali dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità, e da lì "li schiavi redenti tutti in forma di processione con il loro stendardino davanti" si mossero verso San Pietro. Dove furono ricevuti da Benedetto XIII che donò loro «una medaglia per ciascuno benedetta» e un'immaginetta raffigurante l'Agnus Dei. In più, regalò duecento scudi da distribuire ai più poveri e pagò le spese del vitto e dell'alloggio nell'Arciconfraternita per tre giorni oltre a quelli previsti per il soggiorno dei pellegrini.

Durante l'intero Anno Santo si trasferì perciò dal Quirinale al Vaticano per essere facilitato a scendere in san Pietro. Il 15 aprile del 1725 inaugurò in San Giovanni in Laterano il Sinodo romano, che ebbe otto sessioni cui parteciparono diversi vescovi d'Italia, le cui delibere vennero raccolte in 32 capitoli. Esso si chiuse il 29 maggio, anniversario dell'elezione a papa di Benedetto XIII, con una grande processione dal Laterano a Santa Croce in Geusalemme. Sorse in Roma in quel periodo la prima Confraternita del Sacro Cuore. Egli provvide anche a creare la commissione "Congregatio seminariorum" per l'erezione dei seminari diocesani.

Tra gli eventi, non espressamente religiosi, va ricordato il riconoscimento conferito al poeta Bernardino Perfetti. Questi, scortato dalla principessa Violante di Baviera, moglie di Ferdinando de' Medici e sua mecenate, il 13 maggio 1725, da papa Benedetto XIII, fu incoronato Poeta Laureato in Campidoglio, concedendogli la cittadinanza romana. Un onore toccato solo, prima di lui, a Petrarca. L'altra cerimonia, diciamo così laica, fu quella dell'inaugurazione della statua equestre, situata nel portico della Basilica Vaticana di San Pietro, a Carlo Magno.

Benedetto XIII abolì la scomunica irrogata da Innocenzo X a coloro che nella Basilica Vaticana fiutavano il tabacco, ma rinnovò la proibizione del gioco del lotto introdotto a Roma dai genovesi. Per l'Anno Santo venne anche aperta la scalinata di Piazza di Spagna, realizzata sotto il Pontificato di Innocenzo XIII, per congiungere la piazza con la Chiesa della Santissima Trinità dei Monti.

La più grande opera realizzata nel corso dell'Anno Santo, ancora esistente, sia pure riconvertita fu l'Ospedale dei Santi Maria e Gallicano. Nato grazie al Papa Benedetto XIII, su progetto dell'architetto Filippo Raguzzini, fu uno dei primi centri in Europa specializzato in malattie dermatologiche. La cerimonia della posa della prima pietra avvenne il 14 marzo 1725, con la messa solenne celebrata dallo stesso Papa, con al seguito di porporati, ecclesiastici e di una moltitudine di persone.

In occasione della costruzione di questo grande edificio, affettuosamente denominato dai trasteverini "l'Ospedalone", per il suo lungo impianto longitudinale, venne coniata nel 1727 una medaglia ufficiale con la effige del Pontefice. La Bolla di fondazione del 6 ottobre 1726 "Bonus Ille", contiene la diretta volontà di Benedetto XIII, che voleva dotare la città di una nuova struttura sanitaria che, come riporta una lapide commemorativa all'interno dell'Ospedale, fosse dedicata al ricovero e cura di tutti quei pazienti affetti da mali gravi e ripugnanti fino ad allora emarginati ed abbandonati da tutti.

Un'altra opera sociale di grande importanza fu realizzata nel corso del 1725. Papa Benedetto XIII accorpò l'ospizio all'arcispedale di Santo Spirito ed il trasferimento dell'Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà a via della Lungara, allora ben lontana dal centro della città. Questo nosocomio, infatti, ha origini antiche risalenti al XVI secolo. Fu fondato nel 1548 per volontà e opera del sacerdote sivigliano Rui Ferrantez e dei due laici Angelo Bruno e il figlio Diego, legati a Ignazio di Loyola. La prima sede fu nei pressi di Piazza Colonna a Roma.
  • Giuseppe Massari
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