carabiniere pasquale di donna
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Passeggiando con la storia

Il gravinese carabiniere Pasquale Di Donna caduto nell’esercizio del suo dovere

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

La pagina odierna della rubrica, dedicata ad un valoroso Maresciallo dei Carabinieri, Pasquale Di Donna, nato nella nostra città, è una di quelle, purtroppo, tra le più sconosciute ai più e ai molti Perché questa persona non fosse ancora coperta dalla solita polvere dell'indecenza o dell'ignobile dimenticanza, ho pensato, come è nel mio solito, attingere alle fonti, quelle che sono la madre vera e nobile per ogni studioso serio e non improvvisato millantatore. Partendo dalle fonti, ho potuto redigere l'odierna scheda. La prima fonte è stata Pietre della Memoria, Archivio digitale, nato dagli eredi dei soci storici di A.N.M.I.G (Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra.

Per addentrarmi nella ricerca, mi sono avvalso della disponibilità delle figlie dello sfortunato servitore dello Stato: Giovanna e Linda, tutte e due residenti a Roma, che ringrazio; così come ringrazio, per la collaborazione, il Comandante il Nucleo Operativo dei Carabinieri presso il Comando Provinciale di Brindisi, il Tenente Colonnello Raffaele Federico e Giuseppe Di Donna, nipote di Pasquale. A Linda, principalmente e particolarmente, la mia gratitudine per la disponibilità nel fornirmi il materiale fotografico allegato ed utilizzato a corredo del corrente scritto.

Il maresciallo Pasquale Di Donna, nato a Gravina in Puglia il 29 settembre del 1913, da Nicola e Valerio Giovanna, arruolatosi nell'Arma all'incirca tra i 17 e i 18 anni, era comandante della stazione dei Carabinieri di Tuturano, in provincia di Brindisi, quando la mattina del 25 febbraio del 1948, entrò casualmente in un noleggio di biciclette dove trovo tre giovani che riparavano le loro bici, il sottufficiale riconobbe in loro terribili pregiudicati, ricercati per aver partecipato a conflitti con militari dell'Arma. Pur essendo solo li affrontò con coraggio ma uno di essi estrasse una pistola e gli esplose contro alcuni colpi due dei quali lo raggiunsero al torace ed al braccio destro.

I tre malfattori si dettero alla fuga abbandonando le biciclette mentre il maresciallo gravinese, nonostante le gravi ferite, si trascinava sulla strada gridando ai passanti di fermarli e nonostante alcuni cittadini li inseguirono riuscirono a dileguarsi. Il maresciallo Di Donna fu trasportato all'Ospedale di Brindisi e nonostante il pronto intervento morì nelle prime ore del pomeriggio. Aveva 35 anni. Lasciò la moglie e due figlie in tenera età. Le sue spoglie mortali riposano nel Cimitero di Gravina.

All'interno, ovvero all'ingresso, dove ha sede la Compagnia dei Carabinieri di Francavilla Fontana, a maggio del 1998, fu apposta una lastra in marmo, con su incise le parole riportante la motivazione relativa alla concessione della Medaglia d'Argento al Valor Militare (alla memoria) al Maresciallo Ordinario Pasquale Di Donna, caduto in servizio il 25 febbraio 1948. Alla cerimonia di scoprimento della targa commemorativa solenne parteciparono la moglie del caduto, Olimpia Aloisi, la figlia Linda, oltre ad altri parenti, tra i quali anche quelli residenti nella nostra città.

Dal Generale Gianfranco Milillo, altra fonte di cui mi sono servito, è tratta la seguente testimonianza. "Il 25 febbraio 1948 a Tuturano (Brindisi), il Maresciallo d'Alloggio dei Carabinieri Pasquale Di Donna, nato a Gravina di Puglia (Bari) nel 1913, dimostrò concretamente cosa è l'Impegno di un Carabiniere, nella quotidiana lotta contro la delinquenza in favore dei cittadini onesti. E' l'Esempio da non dimenticare di migliaia di Uomini e Donne che ogni giorno operano per gli Italiani.

Per il suo eroico sacrificio, fu decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare - alla memoria, perché al comando di una stazione rurale, imbattutosi casualmente nell'abitato in tre pericolosi fuorilegge, responsabili ed associati in gravissimi delitti, pur essendo solo e pur consapevole dell'inevitabile gravissimo rischio cui si esponeva, non esitava ad affrontarli. Nell'impeto della sua ardita decisione, li obbligava ad entrare in pubblico esercizio, ove nell'attesa che accorressero i dipendenti da lui fatti avvertire, fu vilmente colpito da diversi spari. Riuscì a resistere, morendo dopo tre ore ed evitando che i tre fuggissero. Esempio di altissimo senso del dovere e consapevole incuranza del pericolo." MAI DIMENTICARE".

Chiudo la scheda odierna, riportando alcuni passaggi del discorso funebre tenuto nella città di Tuturano il giorno dei funerali. Discorso solenne pronunciato dal primo cittadino tutranese dell'epoca. Il testo l'ho recuperato grazie alla disponibilità di Chiara Ostuni, moglie di Salvo Di Donna, nipote del nostro eroico maresciallo. "Il 25 febbraio 1948 la morte passò e sogghignando beffardamente recise nell'esuberanza della giovinezza, la cara esistenza del Maresciallo Pasquale Di Donna. Dinanzi al feretro di una vita che si è spenta quando dovrebbe vigoreggiare di più, dinanzi ad un fiore che cade e avvizzisce nella pienezza del suo profumo, dinanzi allo spettacolo dell'immane raffica , che fatalmente e prematuramente annienta una giovane e cara esistenza, io mi sento addolorato. Il maresciallo Di Donna, il militare integerrimo, l'amico del popolo tuturanese non è più!

Il maresciallo Di Donna era conscio delle responsabilità che aveva nel paese ed era anche consapevole del profondo affetto e della grande stima che il suo popolo nutriva per esso.. Per questa responsabilità e per questo affetto Egli è caduto da prode. Come un padre si preoccupa e s'è necessario si sacrifica per l'esistenza delle sue creature, così il Maresciallo Di Donna, visto l'immane pericolo in cui correvano i tuturanesi, con spirito d'abnegazione con impavidità e sprezzo del pericolo, affrontava coraggiosamente i malfattori, e ne scompigliava i disegni proprio quando essi già pregustavano i frutti del loro iniquo lavoro.

Esempio mirabile d'altruismo e d'eroismo, che ci lascia pieni di ammirazione e che servì ai tuoi compagno d'Arma, d'incitamento a sempre più combattere per il trionfo della giustizia, contro la delinquenza che purtroppo abbonda in questo caotico dopoguerra e che minaccia continuamente la quiete ed il lavoro dei cittadini. Io anome del popolo tuturanese che tanto affetto ha per te, in nome di questo popolo che piange la tua prematura scomparsa ti do l'ultimo saluto, o Umile Eroe dell'Arma, o Paladino della giustizia, vittima del dovere! Tu ti sei immolato per la salvezza di tutti, hai sacrificato Te stesso per evitare la morte di tante altre innocenti vittime.

Oh! Maresciallo Di Donna come ci abitueremo a vivere senza di te? Tu eri l'anima di Tuturano, il padre, il consigliere, il fratello, l'amico di tutti noi. Ora siamo rimasti soli r inebetiti di fronte a tanta sciagura, e ciascuno di noi giace affranto dall'angoscia come il marinaio che contempla il mare, il mare che nei suoi gorghi ha travolto con la nave ogni suo bene. Si, non è un sogno più il nostro! Amarandi e viole, pallidi gerani e mesti crisantemi fioriranno sulla tua tomba; nei tuoi occhi non si ridesterà più la giovinezza. Fugace è stata la tua vita, ma quanto esemplare!"


Riceviamo e pubblichiamo lettera di ringraziamento da parte die familiari del Carabiniere Pasquale Di Donna.

Gentile direttore, faccio riferimento all'articolo apparso sul suo Notiziario on line, del 6 ottobre 2022, dal Titolo "Un Gravinese Carabiniere Pasquale Di Donna....", a cura del dottor Pinuccio Massari. Il dottor Massari ci ha contattato perché egli, nel corso della sua abituale attività e ricerca storica su tutto ciò che riguarda la sua città, accidentalmente si era imbattuto nella lastra di marmo, attualmente all'interno della Caserma dei CC di Francavilla Fontana, che commemorava l'atto eroico del Maresciallo dei Carabinieri Pasquale Di Donna, medaglia d'Argento al valor militare alla memoria. Venne quindi a conoscenza di quel triste incidente nel quale nostro padre, settantaquattro anni fa ha perso la sua giovane vita, tragico Destino incontrato da nostro padre all'età di 34 anni, così come ben raccontato dal gentile giornalista. Mio padre Pasquale era anch'egli figlio di carabiniere, una qualità della famiglia. Il dottor Massari ha ritenuto giusto ricordare mio padre che era nato nella vostra città ritenendolo un importante concittadino gravinese, ignorato per la cittadina e che lasciò la vita in un difficile periodo storico, dove tutto era così fragile e tanto pericoloso. Attraverso la scrittura del suo articolo abbiamo percepito una sua profonda partecipazione e commozione personale verso questo giovane militare, ha saputo ricordare con parole piene di sensibilità e delicatezza quell'avvenimento tristissimo per tutti, e che rimane tale per noi anche dopo tanti anni. Noi abbiamo terribilmente sofferto per questa perdita. Forse lei si chiederà come si sopravvive a tanto dolore. Bene, i Carabinieri che conoscono i pericoli del loro lavoro, usano tassarsi e versare una quota che deve andare in aiuto alla vedova e all'orfano che rimane. I Carabinieri sono capaci di trasformare ciò che può accadere a chi appartiene all'Arma, circondando la morte di una luce che si converte in orgoglio per quella tragedia, e noi con la memoria così ben tutelata, siamo riuscite, nonostante mille difficoltà, a crearci un futuro, e siamo terribilmente orgogliose di nostro padre. Grazie direttore di aver dato spazio all'articolo, grazie al dottor Massari, è stato un miracolo ricevere da uno sconosciuto quel riconoscimento verso mio padre, noi pensiamo che forse nostro padre nel suo silenzio abbia voluto ancora misteriosamente esserci vicino.
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  • Giuseppe Massari
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