Passeggiando con la storia
Il Mastrogiacomo nei ricordi di famiglia
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 7 dicembre 2023
SpaZi InterDetti. Viaggio Fotografico Tra Le Ombre Dell'Abbandono del 7 agosto 2021. E' da questo sito che ho tratto i ricordi riportati a nome di uno dei nipoti del fondatore, Vito Mastrogiacomo, sulla storia del nostro Cinema Teatro Mastrogiacomo.
Oggi, anche alla luce di un recente finanziamento, a cui il Comune di Gravina starebbe accedendo, grazie ad una delibera di Giunta Comunale, la n. 247 del 7 novembre scorso : "LA CITTA' IN SCENA" progetto di rigenerazione e recupero del complesso teatrale cittadino denominato "Teatro Mastrogiacomo", quale contenitore collettivo a forte vocazione identitaria e socio-culturale per la città e l'intera comunità, l'argomento diventa di suggestiva realtà e attualità. Potrebbe essere l'inizio serio di un percorso che potrebbe portare o riportare a far brillare le luci della ribalta in e su di un contenitore storico, ma, ancora vitale per la crescita culturale, cinematografica e teatrale di questa nostra comunità gravinese.
Prima che il racconto inizi, con l'aggiunta di alcuni ricordi personali, ed i ringraziamenti alla signora Emilia Mastrogiacomo, altra erede e vedova del professore Felice Abatista, nel contesto dell'attuale puntata, e a corredo del materiale fotografico allegato, siamo in grado di mostrare una foto molto significativa, prima che iniziasse la costruzione del famoso cinema cittadino, in località Porta San Michele, attuale Piazza Scacchi.
"L'ideatore e fondatore del primo Teatro in Gravina è stato il Cavaliere Michele Mastrogiacomo, nato a Gravina il 1895 e morto il 1944, all'età di 49 anni, che nel 1923 ne iniziò la costruzione. Volle promuovere un'attività nuova (molti lo ritenevano un folle) in cui investì delle sue proprietà (la masseria Montefornasiello nei pressi di Poggiorsini e due palazzi che si trovavano in via S. Sebastiano e in via Fornaci), oltre a contrarre parecchi debiti con Banche e privati! Furono effettuati diversi lavori da cui si evincono le spese, la fatica e le difficoltà incontrate.
Nel 1927 finalmente l'inaugurazione. Ovviamente le signore avevano difficoltà a frequentare un luogo pubblico, ma il gestore non si perse d'animo: offrì a tutte le donne accompagnate l'ingresso gratuito oltre a regali vari (una rosa o un ventaglietto), mentre agli uomini veniva distribuito un calendarietto con le dive dell'epoca. I primi film proiettati erano muti e venivano accompagnati con musiche appropriate da un Maestro che suonava un pianoforte in platea (mia nonna parlava del Maestro D'Erario). Un'altra versione, a tal proposito, racconta che i primi film proiettati erano muti e venivano accompagnati con musiche appropriate da un maestro, che suonava un pianoforte in platea: alcuni anziani ricordano il maestro D'Erario e il giovane violinista Domenico Mastromatteo.
In seguito arrivò il film sonoro con la musica di sottofondo, e infine il film parlato. Il periodo d'oro del Cinema-Teatro è stato il dopoguerra, e comunque prima dell'avvento della televisione. Spesso prima della proiezione del film venivano eseguiti numeri di avanspettacolo con illusionismo e prestidigitazione. Poi vennero gli spettacoli di varietà e di rivista (in cui si esibivano ballerine, cantanti e attori comici), le opere in prosa, le operette, le opere liriche. Periodo d'oro del Cinema Teatro Mastrogiacomo fu il dopoguerra e comunque fino all'avvento della televisione. Spesso prima della proiezione del film venivano eseguiti numeri di avanspettacolo con illusionismo e prestidigitazione.
Successivamente gli spettacoli di varietà e di rivista con ballerine, cantanti e attori comici, le opere in prosa, le operette, le opere liriche. La prima struttura era esternamente in tufo, internamente in legno ed in stile liberty. La platea era costituita tutta da poltrone. L'anfiteatro al primo piano era composto tutto da palchi con al centro la cabina di proiezione, mentre al secondo piano aveva al centro delle poltroncine a gradoni; lungo i bordi della balaustra c'erano panche lateralmente con dietro una pedana che consentiva posti in piedi. Nel 1939 fu varata l'ordinanza ministeriale che impediva nei locali pubblici le strutture in legno perché infiammabili. Fu d'obbligo quindi la demolizione e la ricostruzione in cemento armato (che fu la prima eseguita a Gravina). L'inaugurazione avvenne nel 1941 con modifiche sia all'esterno che all'interno: la cabina di proiezione fu spostata al secondo piano mentre al primo furono sistemate poltrone a gradoni e sei palchi laterali (tre + tre).
Le scene del Mastrogiacomo sono state calcate da cantanti e attori famosi. Tra i cantanti di musica leggera, ricordiamo Claudio Villa, Gino Paoli, Peppino Di Capri, Riccardo Cocciante. Tra quelli di musica leggera e di operetta: Basso Monelli, Benvenuto Franci, Gina Lovero, Gandrano Trucchi.
In questo contesto va inserita la musica della guapparia napoletana, i cosiddetti canti della malavita napoletana rappresentati da Mario Merola, un vero interprete, un beniamino molto presente con i suoi spettacoli, con la sua compagnia di attori ed artisti, per soddisfare gli amanti, gli appassionati i cultori di questo filone musicale, che, in città, all'epoca, non erano poi, così pochi.
Tra gli attori: Salvo Randone, Carlo Tamerlani, Umberto Melnati, Lilia Silvi, Rosina Anselmi, Peppino e Luigi De Filippo, Mario Carotenuto, Lauretta Masiero, Mario Scaccia, Elio Pandolfi, Antonella Steni, Beppe Barra e sua madre, Rosalia e Pupella Maggio, Lando Buzzanca. Si sono avvicendate sulle scene anche compagnie di attori e gruppi di cantanti locali. Nel 1975 altri lavori di ammodernamento e dal 1995 la chiusura definitiva". Dopo la costruzione, i successi, le trasformazioni, i restauri, la gestione dell'intero complesso fu affidata al professore Salvatore Stimola, cognato del signor Francesco Mastrogiacomo, figlio dell'iniziale proprietario.
Al di là di tutto, però, la chiusura, se, da un lato, ha significato esclusione di ogni attività, dall'altro, non ha significato abbandono o dimenticanza di ciò che quella struttura ha rappresentato per i molti gravinesi. Infatti, molti studenti, così come si legge da un resoconto della nipote del costruttore e proprietario, Maria Assunta Mastrogiacomo, in quelli che potevano e dovevano considerarsi dei veri laboratori didattici, "hanno ricostruito la storia del teatro, dalle origini ai giorni nostri, consultando testi, foto e visite guidate in loco. Hanno così scoperto la nascita del teatro, la sua struttura iniziale e le sue trasformazioni nel tempo, la caratterizzazione dei personaggi, l'importanza della musica e del canto, i cambiamenti avvenuti nei dialoghi man mano che si passava dal greco al latino, al volgare all'italiano, la figura dell'attore dapprima poco considerata e poi molto ambita.
Hanno inoltre conosciuto le numerose forme di spettacolo succedutisi nel tempo, da quella tragica a quella comica, da quella religiosa a quella popolare, dagli spettacoli guerreschi ai balletti, alle commedie, ai drammi, dal teatro che tratta temi sociali a quello cibernetico e multimediale del nostro secolo. Hanno elaborato relazioni con notizie storiche, rappresentazioni grafiche con varie tecniche, cartelloni murali, raccolte di foto e un plastico del teatro Mastrogiacomo in polistirolo.
Alla fine del percorso gli alunni hanno visitato questo teatro, anche se in ristrutturazione, conoscendolo attraverso le fotografie che lo rappresentano nei cambiamenti avvenuti nel tempo, sia nella struttura esterna dia in quella interna. Infine hanno sottoposto un questionario ai proprietari che hanno risposto alle loro domande raccontando con entusiasmo ed orgoglio la sua storia, ma con tristezza e rammarico il suo abbandono".
Correva l'anno 2022 e il nostro silente cinema continuava a far parlare di se nel testo: "Architettura moderna in abbandono Riflessioni per il suo riconoscimento e la sua significazione. Il caso della Puglia e alcune prospettive internazionali", a cura di Lorenzo Pietropaolo, per i tipi di Adda Editore, con la raccolta di alcune foto tratte dall'archivio della famiglia Mastrogiacomo. Un modo per tenere desto l'interesse attorno ad una struttura da valorizzare, come si spera e come è negli auspici dell'intero casato. Dall'autore della succitata pubblicazione, riusciamo a venire a conoscenza del progettista, che fu l'ingegnere Francesco De Martino, autore, tra l'altro, nella nostra città di importanti monumenti: l'edificio scolastico San Giovanni Bosco, la sopraelevazione della Scuola Media E. Pomarici Santomasi, il , il il Cinema Centrone, , la nuova facciata del Palazzo di Città, il Campo Sportivo del Littorio, il Silos Granario, lo Stabilimento del Linificio, l'Ospedale Civile.
Oggi, anche alla luce di un recente finanziamento, a cui il Comune di Gravina starebbe accedendo, grazie ad una delibera di Giunta Comunale, la n. 247 del 7 novembre scorso : "LA CITTA' IN SCENA" progetto di rigenerazione e recupero del complesso teatrale cittadino denominato "Teatro Mastrogiacomo", quale contenitore collettivo a forte vocazione identitaria e socio-culturale per la città e l'intera comunità, l'argomento diventa di suggestiva realtà e attualità. Potrebbe essere l'inizio serio di un percorso che potrebbe portare o riportare a far brillare le luci della ribalta in e su di un contenitore storico, ma, ancora vitale per la crescita culturale, cinematografica e teatrale di questa nostra comunità gravinese.
Prima che il racconto inizi, con l'aggiunta di alcuni ricordi personali, ed i ringraziamenti alla signora Emilia Mastrogiacomo, altra erede e vedova del professore Felice Abatista, nel contesto dell'attuale puntata, e a corredo del materiale fotografico allegato, siamo in grado di mostrare una foto molto significativa, prima che iniziasse la costruzione del famoso cinema cittadino, in località Porta San Michele, attuale Piazza Scacchi.
"L'ideatore e fondatore del primo Teatro in Gravina è stato il Cavaliere Michele Mastrogiacomo, nato a Gravina il 1895 e morto il 1944, all'età di 49 anni, che nel 1923 ne iniziò la costruzione. Volle promuovere un'attività nuova (molti lo ritenevano un folle) in cui investì delle sue proprietà (la masseria Montefornasiello nei pressi di Poggiorsini e due palazzi che si trovavano in via S. Sebastiano e in via Fornaci), oltre a contrarre parecchi debiti con Banche e privati! Furono effettuati diversi lavori da cui si evincono le spese, la fatica e le difficoltà incontrate.
Nel 1927 finalmente l'inaugurazione. Ovviamente le signore avevano difficoltà a frequentare un luogo pubblico, ma il gestore non si perse d'animo: offrì a tutte le donne accompagnate l'ingresso gratuito oltre a regali vari (una rosa o un ventaglietto), mentre agli uomini veniva distribuito un calendarietto con le dive dell'epoca. I primi film proiettati erano muti e venivano accompagnati con musiche appropriate da un Maestro che suonava un pianoforte in platea (mia nonna parlava del Maestro D'Erario). Un'altra versione, a tal proposito, racconta che i primi film proiettati erano muti e venivano accompagnati con musiche appropriate da un maestro, che suonava un pianoforte in platea: alcuni anziani ricordano il maestro D'Erario e il giovane violinista Domenico Mastromatteo.
In seguito arrivò il film sonoro con la musica di sottofondo, e infine il film parlato. Il periodo d'oro del Cinema-Teatro è stato il dopoguerra, e comunque prima dell'avvento della televisione. Spesso prima della proiezione del film venivano eseguiti numeri di avanspettacolo con illusionismo e prestidigitazione. Poi vennero gli spettacoli di varietà e di rivista (in cui si esibivano ballerine, cantanti e attori comici), le opere in prosa, le operette, le opere liriche. Periodo d'oro del Cinema Teatro Mastrogiacomo fu il dopoguerra e comunque fino all'avvento della televisione. Spesso prima della proiezione del film venivano eseguiti numeri di avanspettacolo con illusionismo e prestidigitazione.
Successivamente gli spettacoli di varietà e di rivista con ballerine, cantanti e attori comici, le opere in prosa, le operette, le opere liriche. La prima struttura era esternamente in tufo, internamente in legno ed in stile liberty. La platea era costituita tutta da poltrone. L'anfiteatro al primo piano era composto tutto da palchi con al centro la cabina di proiezione, mentre al secondo piano aveva al centro delle poltroncine a gradoni; lungo i bordi della balaustra c'erano panche lateralmente con dietro una pedana che consentiva posti in piedi. Nel 1939 fu varata l'ordinanza ministeriale che impediva nei locali pubblici le strutture in legno perché infiammabili. Fu d'obbligo quindi la demolizione e la ricostruzione in cemento armato (che fu la prima eseguita a Gravina). L'inaugurazione avvenne nel 1941 con modifiche sia all'esterno che all'interno: la cabina di proiezione fu spostata al secondo piano mentre al primo furono sistemate poltrone a gradoni e sei palchi laterali (tre + tre).
Le scene del Mastrogiacomo sono state calcate da cantanti e attori famosi. Tra i cantanti di musica leggera, ricordiamo Claudio Villa, Gino Paoli, Peppino Di Capri, Riccardo Cocciante. Tra quelli di musica leggera e di operetta: Basso Monelli, Benvenuto Franci, Gina Lovero, Gandrano Trucchi.
In questo contesto va inserita la musica della guapparia napoletana, i cosiddetti canti della malavita napoletana rappresentati da Mario Merola, un vero interprete, un beniamino molto presente con i suoi spettacoli, con la sua compagnia di attori ed artisti, per soddisfare gli amanti, gli appassionati i cultori di questo filone musicale, che, in città, all'epoca, non erano poi, così pochi.
Tra gli attori: Salvo Randone, Carlo Tamerlani, Umberto Melnati, Lilia Silvi, Rosina Anselmi, Peppino e Luigi De Filippo, Mario Carotenuto, Lauretta Masiero, Mario Scaccia, Elio Pandolfi, Antonella Steni, Beppe Barra e sua madre, Rosalia e Pupella Maggio, Lando Buzzanca. Si sono avvicendate sulle scene anche compagnie di attori e gruppi di cantanti locali. Nel 1975 altri lavori di ammodernamento e dal 1995 la chiusura definitiva". Dopo la costruzione, i successi, le trasformazioni, i restauri, la gestione dell'intero complesso fu affidata al professore Salvatore Stimola, cognato del signor Francesco Mastrogiacomo, figlio dell'iniziale proprietario.
Al di là di tutto, però, la chiusura, se, da un lato, ha significato esclusione di ogni attività, dall'altro, non ha significato abbandono o dimenticanza di ciò che quella struttura ha rappresentato per i molti gravinesi. Infatti, molti studenti, così come si legge da un resoconto della nipote del costruttore e proprietario, Maria Assunta Mastrogiacomo, in quelli che potevano e dovevano considerarsi dei veri laboratori didattici, "hanno ricostruito la storia del teatro, dalle origini ai giorni nostri, consultando testi, foto e visite guidate in loco. Hanno così scoperto la nascita del teatro, la sua struttura iniziale e le sue trasformazioni nel tempo, la caratterizzazione dei personaggi, l'importanza della musica e del canto, i cambiamenti avvenuti nei dialoghi man mano che si passava dal greco al latino, al volgare all'italiano, la figura dell'attore dapprima poco considerata e poi molto ambita.
Hanno inoltre conosciuto le numerose forme di spettacolo succedutisi nel tempo, da quella tragica a quella comica, da quella religiosa a quella popolare, dagli spettacoli guerreschi ai balletti, alle commedie, ai drammi, dal teatro che tratta temi sociali a quello cibernetico e multimediale del nostro secolo. Hanno elaborato relazioni con notizie storiche, rappresentazioni grafiche con varie tecniche, cartelloni murali, raccolte di foto e un plastico del teatro Mastrogiacomo in polistirolo.
Alla fine del percorso gli alunni hanno visitato questo teatro, anche se in ristrutturazione, conoscendolo attraverso le fotografie che lo rappresentano nei cambiamenti avvenuti nel tempo, sia nella struttura esterna dia in quella interna. Infine hanno sottoposto un questionario ai proprietari che hanno risposto alle loro domande raccontando con entusiasmo ed orgoglio la sua storia, ma con tristezza e rammarico il suo abbandono".
Correva l'anno 2022 e il nostro silente cinema continuava a far parlare di se nel testo: "Architettura moderna in abbandono Riflessioni per il suo riconoscimento e la sua significazione. Il caso della Puglia e alcune prospettive internazionali", a cura di Lorenzo Pietropaolo, per i tipi di Adda Editore, con la raccolta di alcune foto tratte dall'archivio della famiglia Mastrogiacomo. Un modo per tenere desto l'interesse attorno ad una struttura da valorizzare, come si spera e come è negli auspici dell'intero casato. Dall'autore della succitata pubblicazione, riusciamo a venire a conoscenza del progettista, che fu l'ingegnere Francesco De Martino, autore, tra l'altro, nella nostra città di importanti monumenti: l'edificio scolastico San Giovanni Bosco, la sopraelevazione della Scuola Media E. Pomarici Santomasi, il , il il Cinema Centrone, , la nuova facciata del Palazzo di Città, il Campo Sportivo del Littorio, il Silos Granario, lo Stabilimento del Linificio, l'Ospedale Civile.