Passeggiando con la storia
La chiesa di San Bartolomeo nel rione Fondovito
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 25 agosto 2022
Attualmente, anche questa chiesa è chiusa e sconsacrata a partire da metà degli anni 70, quando il quartiere cominciò a spopolarsi. Fino ad allora, la domenica e nelle feste di precetto, veniva celebrata la messa per gli abitanti del quartiere. La cura pastorale era affidata alla Parrocchia di San Giovanni Battista in Sant'Agostino.
Fronteggiante il complesso rupestre di San Michele, la chiesetta dedicata a S. Bartolomeo si staglia su una terrazza ai piedi del rione Civita con la sua bella e semplice facciata scandita da quattro lesene al centro della quale, sovrastante il portale, è la statua del Santo Apostolo protettore della pelle e di antichi mestieri legati alla lavorazione della stessa.
La chiesa fu prima in una antica grotta con adiacente un antico ospedale, curato dall'omonima confraternita di S. Bartolomeo (esiste un beneficio datato dal 1484), successivamente venne costruito una piccola aula in tufo, ampliata sotto l'episcopato di mons. Cavalieri, a spese del Canonico Manera suo segretario, nel 1703. Questi aveva intenzione di creare un conservatorio per una comunità monastica ma non riuscì a portare termine il progetto per la sua morte. Il completamento dell'edificio venne realizzato dalla Confraternita dei Sette dolori prima del suo trasferimento presso la chiesa della S.S. Annunziata al Borgo.
Pare che già al tempo della visita apostolica del card. Vincenzo Maria Orsini del 5 febbraio 1714 l'attuale edificio constasse, tra gli arredi, di una statua raffigurante l'Addolorata, oltre a diverse suppellettili sacre che impreziosivano un interno semplice a navata unica e un solo altare, una sacrestia e diverse pertinenze. Resta tuttavia una preziosa testimonianza della devozione della comunità dei fedeli che attorno a essa si raccolse in preghiera.
Secondo alcune testimonianze, probabilmente non supportate neanche da riscontri documentaristici, un tempo, sull'altare era posizionata una grande tela raffigurante "L'adorazione di San Tommaso" del XVIII secolo, probabile dono dello stesso cardinale. In una nicchia, al sommo del prospetto, una statua del "Cristo con Vangelo", da ritenersi opera d'artista locale. Comunque sia, di queste opere si è persa ogni traccia.
Per tornare alla visita orsiniana del 171, egli, così la descrive: "Restaurata questa Chiesa lunga palmi 56, e larga palmi 24, con nobile volto, nudo e senza incrostatura al pari delle pareti, sostenuto da otto pilastri, sotto il governo della felice memoria del Vescovo Cavalieri a spese del di lui segretario Canonico Manero di C. possedendo di rendita annui ducati 36,67 demptis oneribus, come nello stato Economico N. 25 dichiariamo i medesimi frutti annessi unicamente alla manutenzione di questa Chiesa, e suo Altare. Circa alle asserte messe, non potendosi rinvenire documento di veruno legato in cui apparisce tale obbligazione di celebrare le dette Messe, parimente dichiariamo di obbligazione una sola nella festa del S. Titolare". Che cade il 24 del mese di agosto.
Fronteggiante il complesso rupestre di San Michele, la chiesetta dedicata a S. Bartolomeo si staglia su una terrazza ai piedi del rione Civita con la sua bella e semplice facciata scandita da quattro lesene al centro della quale, sovrastante il portale, è la statua del Santo Apostolo protettore della pelle e di antichi mestieri legati alla lavorazione della stessa.
La chiesa fu prima in una antica grotta con adiacente un antico ospedale, curato dall'omonima confraternita di S. Bartolomeo (esiste un beneficio datato dal 1484), successivamente venne costruito una piccola aula in tufo, ampliata sotto l'episcopato di mons. Cavalieri, a spese del Canonico Manera suo segretario, nel 1703. Questi aveva intenzione di creare un conservatorio per una comunità monastica ma non riuscì a portare termine il progetto per la sua morte. Il completamento dell'edificio venne realizzato dalla Confraternita dei Sette dolori prima del suo trasferimento presso la chiesa della S.S. Annunziata al Borgo.
Pare che già al tempo della visita apostolica del card. Vincenzo Maria Orsini del 5 febbraio 1714 l'attuale edificio constasse, tra gli arredi, di una statua raffigurante l'Addolorata, oltre a diverse suppellettili sacre che impreziosivano un interno semplice a navata unica e un solo altare, una sacrestia e diverse pertinenze. Resta tuttavia una preziosa testimonianza della devozione della comunità dei fedeli che attorno a essa si raccolse in preghiera.
Secondo alcune testimonianze, probabilmente non supportate neanche da riscontri documentaristici, un tempo, sull'altare era posizionata una grande tela raffigurante "L'adorazione di San Tommaso" del XVIII secolo, probabile dono dello stesso cardinale. In una nicchia, al sommo del prospetto, una statua del "Cristo con Vangelo", da ritenersi opera d'artista locale. Comunque sia, di queste opere si è persa ogni traccia.
Per tornare alla visita orsiniana del 171, egli, così la descrive: "Restaurata questa Chiesa lunga palmi 56, e larga palmi 24, con nobile volto, nudo e senza incrostatura al pari delle pareti, sostenuto da otto pilastri, sotto il governo della felice memoria del Vescovo Cavalieri a spese del di lui segretario Canonico Manero di C. possedendo di rendita annui ducati 36,67 demptis oneribus, come nello stato Economico N. 25 dichiariamo i medesimi frutti annessi unicamente alla manutenzione di questa Chiesa, e suo Altare. Circa alle asserte messe, non potendosi rinvenire documento di veruno legato in cui apparisce tale obbligazione di celebrare le dette Messe, parimente dichiariamo di obbligazione una sola nella festa del S. Titolare". Che cade il 24 del mese di agosto.