Passeggiando con la storia
La chiesa San Giorgio ancora sotto i riflettori della nostra storia
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 20 aprile 2023
Di questa antica chiesa ci siamo occupati in puntate precedenti, sempre nell'ambito di questa rubrica storica, a ridosso o nelle immediate vicinanze delle manifestazioni fieristiche legate al nome di questo santo glorioso. Ritornare con altre notizie, altre testimonianze non fa male, soprattutto se si deve tendere sempre ad arricchire il bagaglio delle proprie conoscenze storiche, oltre che arricchire quelle del lettore appassionato della nostra storia locale.
Sulla scorta di nuovi indizi, di quelli già acquisiti, credo sia più facile avviare le pratiche perché il bene in oggetto, già ricco di pitture murarie, torni ad essere patrimonio della città e, quindi, di tutti, piuttosto che lasciarlo nelle mani del destino e dell'incuria. Perciò, s'impone, da parte delle autorità preposte, avviare l'iter necessario perché la chiesa torni ad essere un tutt'uno con la fiera che porta il suo stesso nome. Della domus templare di Gravina rimane soltanto la chiesa di San Giorgio. Essa era a pianta rettangolare e sorgeva, in epoca medioevale, nei pressi del torrente Casale, una piccola gravina punteggiata di grotte che costituivano un complesso rupestre. Attualmente versa in completo stato di abbandono e minaccia di rovinare al suolo da un momento all'altro. Il tetto è crollato, è scomparso il rosone e la parte alta della facciata. Si è salvata l'abside semicircolare decorata di sei lesene e al cui interno è possibile ancora vedere degli affreschi di epoca giovannita. Si può anche notare sull'architrave uno stemma dell'Ordine dei Cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme che, come spesso accadde dopo la soppressione dell'Ordine Templare, ebbero in gestione la chiesa di San Giorgio. Attualmente la chiesa è di proprietà privata.
La prima citazione in un documento della domus templare di Gravina risale al 1272, quando Carlo I d'Angiò ingiungeva a Loisio de Belloico, signore di Gravina e probabilmente consanguineo di Guglielmo de Belloico (Guillaume de Beaujeu, maestro dell'Ordine in Apulia-Sicilia e, nel 1273, Gran Maestro dell'Ordine) di restituire alcune terre dei Templari che egli aveva occupato abusivamente. Da altri documenti coevi si apprende dell'esistenza di un toponimo, nel circondario di Gravina, forse presso l'attuale Poggiorsini, detto "ad curtem templi". Si trattava di una masseria di campagna di proprietà della domus di San Giorgio. Il 4 aprile del 1307 i Templari protestavano contro Raimondo Berengario e Giovanni, conti di Gravina, fratelli di Roberto d'Angiò perché si erano impossessati illecitamente della terra "de Sancto Paulo" nelle vicinanze di Gravina. L'ultima citazione di tale domus risale al 12 marzo 1308, quando vennero arrestati otto cavalieri templari dalle guardie del Giustiziere di Terra di Bari. Tra questi cavalieri vi era fra' Domenico de Turrosa, catturato "in domo de Gravina". Come già detto dopo la soppressione dell'Ordine del Tempio la chiesa di San Giorgio passò agli Ospitalieri, sebbene non esistano documenti in merito al passaggio, ma solo testimonianze nell'architettura dell'edificio sacro.
Di più ancora, quanto è riportato nel seguente testo curato da Innocenzo Bronzino, cittadino del comune di Grassano, in provincia di Matera. Innocenzo Bronzino ha trovato, presso la Società Napoletana di Storia Patria, "un Cabreo della venerabile Commenda di San Giovanni Battista di Grassano, che risulta essere una copia di quello del 1737 anche se è riportata la data del 1788, probabilmente anno in cui è stato rilegato. Alla commenda di Grassano appartenevano 19 Grancie dislocate in tutto il territorio lucano e anche in puglia, tra queste vi era la Grancia di San Giorgio di Gravina.
In questo cabreo è riportata la chiesa di San Giorgio, appartenente alla omonima Grancia, sita in un luogo centrale dell'attuale Gravina, la struttura, di proprietà privata, versa in completo stato di abbandono e vi è il pericolo che crolli del tutto, visto che già da diversi anni è crollato il tetto distruggendo anche il rosone e la parte alta della facciata. E' rimasto in piedi la facciata, sull'architrave della stessa vi sono gli stemmi della Sacra Religione e del Commendatore Quarti, l'abside semicircolare decorato di sei lesene e all' interno vi sono ancora degli affreschi pregevoli, che purtroppo versano in cattive condizioni. Oltre al pregio storico e architettonico di tale chiesa vi è anche il fatto che essa è legata alla storica e importante fiera di San Giorgio di Gravina, che è resistita nel tempo e si svolge ancora oggi, pertanto sarebbe importate per la Comunità di Gravina, ma non solo, recuperare la chiesa di San Giorgio". Per i contenuti di questo ultimo contributo è d'obbligo ringraziare Innocenzo Bronzino e Vito Ricci.
Sulla scorta di nuovi indizi, di quelli già acquisiti, credo sia più facile avviare le pratiche perché il bene in oggetto, già ricco di pitture murarie, torni ad essere patrimonio della città e, quindi, di tutti, piuttosto che lasciarlo nelle mani del destino e dell'incuria. Perciò, s'impone, da parte delle autorità preposte, avviare l'iter necessario perché la chiesa torni ad essere un tutt'uno con la fiera che porta il suo stesso nome. Della domus templare di Gravina rimane soltanto la chiesa di San Giorgio. Essa era a pianta rettangolare e sorgeva, in epoca medioevale, nei pressi del torrente Casale, una piccola gravina punteggiata di grotte che costituivano un complesso rupestre. Attualmente versa in completo stato di abbandono e minaccia di rovinare al suolo da un momento all'altro. Il tetto è crollato, è scomparso il rosone e la parte alta della facciata. Si è salvata l'abside semicircolare decorata di sei lesene e al cui interno è possibile ancora vedere degli affreschi di epoca giovannita. Si può anche notare sull'architrave uno stemma dell'Ordine dei Cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme che, come spesso accadde dopo la soppressione dell'Ordine Templare, ebbero in gestione la chiesa di San Giorgio. Attualmente la chiesa è di proprietà privata.
La prima citazione in un documento della domus templare di Gravina risale al 1272, quando Carlo I d'Angiò ingiungeva a Loisio de Belloico, signore di Gravina e probabilmente consanguineo di Guglielmo de Belloico (Guillaume de Beaujeu, maestro dell'Ordine in Apulia-Sicilia e, nel 1273, Gran Maestro dell'Ordine) di restituire alcune terre dei Templari che egli aveva occupato abusivamente. Da altri documenti coevi si apprende dell'esistenza di un toponimo, nel circondario di Gravina, forse presso l'attuale Poggiorsini, detto "ad curtem templi". Si trattava di una masseria di campagna di proprietà della domus di San Giorgio. Il 4 aprile del 1307 i Templari protestavano contro Raimondo Berengario e Giovanni, conti di Gravina, fratelli di Roberto d'Angiò perché si erano impossessati illecitamente della terra "de Sancto Paulo" nelle vicinanze di Gravina. L'ultima citazione di tale domus risale al 12 marzo 1308, quando vennero arrestati otto cavalieri templari dalle guardie del Giustiziere di Terra di Bari. Tra questi cavalieri vi era fra' Domenico de Turrosa, catturato "in domo de Gravina". Come già detto dopo la soppressione dell'Ordine del Tempio la chiesa di San Giorgio passò agli Ospitalieri, sebbene non esistano documenti in merito al passaggio, ma solo testimonianze nell'architettura dell'edificio sacro.
Di più ancora, quanto è riportato nel seguente testo curato da Innocenzo Bronzino, cittadino del comune di Grassano, in provincia di Matera. Innocenzo Bronzino ha trovato, presso la Società Napoletana di Storia Patria, "un Cabreo della venerabile Commenda di San Giovanni Battista di Grassano, che risulta essere una copia di quello del 1737 anche se è riportata la data del 1788, probabilmente anno in cui è stato rilegato. Alla commenda di Grassano appartenevano 19 Grancie dislocate in tutto il territorio lucano e anche in puglia, tra queste vi era la Grancia di San Giorgio di Gravina.
In questo cabreo è riportata la chiesa di San Giorgio, appartenente alla omonima Grancia, sita in un luogo centrale dell'attuale Gravina, la struttura, di proprietà privata, versa in completo stato di abbandono e vi è il pericolo che crolli del tutto, visto che già da diversi anni è crollato il tetto distruggendo anche il rosone e la parte alta della facciata. E' rimasto in piedi la facciata, sull'architrave della stessa vi sono gli stemmi della Sacra Religione e del Commendatore Quarti, l'abside semicircolare decorato di sei lesene e all' interno vi sono ancora degli affreschi pregevoli, che purtroppo versano in cattive condizioni. Oltre al pregio storico e architettonico di tale chiesa vi è anche il fatto che essa è legata alla storica e importante fiera di San Giorgio di Gravina, che è resistita nel tempo e si svolge ancora oggi, pertanto sarebbe importate per la Comunità di Gravina, ma non solo, recuperare la chiesa di San Giorgio". Per i contenuti di questo ultimo contributo è d'obbligo ringraziare Innocenzo Bronzino e Vito Ricci.