Il Pontificato domenicano di Benedetto XIII
Il Pontificato domenicano di Benedetto XIII
Passeggiando con la storia

La fervente devozione mariana del Cardinale Vincenzo Maria Orsini

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Premetto subito. Tutte le puntate della rubrica di questo mese di maggio saranno dedicate al cardinale Orsini, più esattamente a colui che divenne papa, proprio in questo mese, col nome di Benedetto XIII. Non perché è il mese della sua elezione al pontificato e, specificatamente il mese dedicato alla Madonna di cui il nostro fu un fervorissimo devoto; ma perché quest'anno ricorre il III centenario della sua elezione avvenuta il 29 maggio 1724. Quindi, carissimi ed affezionati lettori, non stupitevi. Seguitemi e seguite questo itinerario per conoscere meglio e più da vicino il nostro papa. Colui che è pietra miliare nella storia della Chiesa e della nostra città.

Due le ragioni della sua devozione mariana. La prima ragione la troviamo, innanzitutto, racchiusa nell'essere frate domenicano; di quell'Ordine religioso e monastico che si dice mariano, ovvero domenicano quindi mariano, perché, secondo tradizione, si vuole fondato da san Domenico su ispirazione della Vergine Maria. L'abito bianco è la migliore esemplificazione di questa verità acquisita nella storia dei figli di San Domenico.

La seconda ragione è quella che scaturisce dalla lettura dei Sermoni sopra la vita della gloriosissima, e Madre di Dio Maria Nostra Signora detti ne' sabati dal Cardinale Arcivescovo Orsini dell'Ordine de' Predicatori nella sua Metropolitana di Benevento, ora Benedetto XIII, felicemente regnante, Benevento – Firenze 1728, n. 1, p. I.
Scrive Francesco Lepore nel suo "La cooperazione di Maria nella redenzione nei Sermoni del Card. Vincenzo M. Orsini (Benedetto XIII), estratto da Pax in Virtute, miscellanea di studi in onore del Cardinale Giuseppe Caprio, Libreria Editrice Vaticana: "L'onere di una predicazione sabatina di contenuto mariano fu la consuetudine introdotta dallo stesso Orsini poco dopo il suo ingresso nella diocesi di San Gennaro, 30 maggio 1686. L'elevato numero, 1218, di sermoni sulla Madre di Dio furono pronunciati dal 15 febbraio 1687 al 14 gennaio 1713. Al successivo periodo che intercorre tra il 14 gennaio 1713 e il 3 aprile 1723, dev'essere ascritta la silloge di cento discorsi pubblicati in un unico tomo a Firenze nel 1728".Sempre a proposito dei sermoni mariani, riprendiamo dal paragrafo 60 di: "Benedetto XIII Il Processo per la Beatificazione Tortona 1755", i cui atti sono stati pubblicati a cura del Centro Studi Benedetto XIII di Gravina, Adda Editore, dicembre 2005.

"Si distinse ancora per il culto e la venerazione verso la S. Vergine Madre di Dio e verso gli altri santi del Paradiso, sforzandosi con l'esempio e la persuasione di estenderlo e farlo radicare tra i Fedeli. Fatto Vescovo di Benevento, dove giunse alla fine di maggio del 1686, il 1° giugno, che era di sabato, tenne nella Chiesa Metropolitana il discorso al popolo in lode di Maria Vergine, per stimolarlo a venerare con particolare affetto e devozione la Gran Madre di Dio, e lo stesso fece negli altri sabati successivi: anzi un tale stile di sermoneggiare al popolo in lode della Santissima Vergine lo conservò con costanza per tutto il tempo che governò quella Chiesa, non avendo tralasciato nei giorni di sabato, quando era in città di partecipare alla recita delle Litanie nella Chiesa Metropolitana, e di fare un devoto discorso al popolo sopra Maria Santissima, cento dei quali discorsi furono poi da lui dati alle stampe, benchè ne avesse composti in numero maggiore.

Assegnò una rendita perché fosse stipendiato in perpetuo un Religioso di S. Domenico, che in tutti i sabati dell'anno recitasse le Litanie e sermoneggiasse nella Chiesa Metropolitana in onore della gran Madre Vergine Madre di Dio, e così si mantenne viva e fervorosa nel popolo la devozione verso la Santissima Vergine, la quale devozione procurò di diffondere per tutta la Diocesi per mezzo della devozione del Santo Rosario, che lui promosse con tale e tanto impegno, che gli riuscì con la sua indefessa vigilanza di renderla comune e universale in tutti i luoghi di quella vasta Diocesi, in alcuni dei quali c'era l'abitudine di recitare il Rosario con grande concorso di popolo in tutte le Feste dell'anno, e in altri di fare questo ogni giorno, o alla prima messa dell'alba o alla sera.

Fu un'abitudine recitare tutti i giorni l'Ufficio Mariano e l'intero Rosario, e finchè fu a Benevento non tralasciò di portarsi ogni sabato, anche con pioggia e neve, a visitare la Santissima Vergine nella sua Chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie, la cui statua poi con grande solennità incoronò con la corona d'oro del Capitolo Vaticano nell'aprile del 1723, dedicandole una penna d'argento; e finalmente istituì la recita dell'Ufficio Mariano in tutti i giorni nella sua Metropolitana e similmente nelle due Collegiate Urbane, per cui fu solito fare le donazioni il 22 febbraio in memoria di S. Pier Damiani Istitutore e Restauratore del suddetto Ufficio Mariano, e in riconoscenza di essere stato in tale giorno creato cardinale nel 1672, e in suffragio dell'anima della Duchessa sua madre, che morì in quel medesimo giorno dell'anno 1700".
  • Giuseppe Massari
  • Papa Benedetto XIII
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