San Francesco de Geronimo
San Francesco de Geronimo
Passeggiando con la storia

La madre gravinese di San Francesco de Geronimo

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Gravina è famosa, è conosciuta per aver dato la vita a tre personaggi illustri, tutti avviati sulle vie maestre della religione cattolica ed ora in attesa del "verdetto" di santificazione: Papa Benedetto XIII, Teresa orsini Doria Pamphilj, Fondatrice delle Suore Ospedaliere della Misericordia e don Eustachio Montemurro, medico, sacerdote e Fondatore delle Suore missionarie del Sacro Costato e dei Piccoli Fratelli del Santissimo Sacramento.

Pochi o quasi nessuno sa, invece, che la nostra città, attraverso la madre, ha generato un santo: il gesuita padre Francesco de Geronimo. Infatti, il padre gesuita Francesco Maria D'aria, autore dell'articolo "La famiglia di Francesco de Geronimo (In preparazione al tricentenario della nascita del Santo, pubblicato su Rinascenza Salentina, 81) ci introduce ad attingere le seguenti e scarne notizie sulla figura materna di colui che vive con la corona della santità.
"Nel registro dello Stato civile dell'antichissima cittadina di Grottaglie, in provincia di Taranto, compilato nel 1687, leggiamo che, il 19 marzo 1642, Giovanni Leonardo de Geronimo, in età di 23 anni, contrasse matrimonio con la ventunenne Gentilesca Gravina, e l'originale del libro battesimale della parrocchia ci dice che, il 17 dicembre di quello stesso anno, giusto nove mesi dopo nasceva il primogenito dei loro undici figli, cui veniva imposto il nome dell'avo paterno: Francesco.
La storia ci racconta, attraverso Grottagliesitablog, "che dopo pochi giorni quel bambino cadde dal letto a testa in giù dalle mani della sua mamma e che la terra si ritirò per non fargli del male. Oggi ai piedi dell'altare del Santo c'è ancora quel piccolo fosso come prova di quell'incidente che non procurò alcun danno al piccolo Francesco. Nel pannello ceramico, conservato nella casa del Santo, quell'avvenimento fu dipinto dal Direttore della Regia Scuola d'Arte per la Ceramica di Grottaglie prof. Roberto Rosati. Il dipinto raffigura la caduta del piccolo Francesco creando panico e spavento nella mamma e nei parenti. Il pannello ceramico smaltato fu realizzato nel 1945 e donato al Santuario per essere conservato nella casa del santo".

Gentilesca Roy (1621), figlia di Andrea, secondo alcune fonti, di Antonio, secondo altre, che in seguito prese il cognome di Gravina per l'insistenza del popolo nel designarla con il nome della città di provenienza, perse, così, il cognome d'origine. La sua famiglia fu qualificata dai biografi contemporanei come "onorata" e "decorosa". La madre, appartenente ad una famiglia di industriali, contava essa pure nella sua discendenza pubblici amministratori e ragguardevoli sacerdoti.. Essa morrà nel 1663, all'età di quarantadue anni, vittima della sua maternità in seguito all'undicesimo parto".

Da un'altra fonte, dal blog GIR WEB TV di Taranto e Provincia, apprendiamo che la signora de Geronimo era una donna energica e di sani principi e che constatò per prima il miracolo, autenticato nei processi canonici, del figlio, ancora giovinetto, attraverso il seguente racconto. "La madre spesso gli dava del pane fatto in casa per distribuirlo ai poveri. Francesco lo distribuiva tanto volentieri che i poveri iniziarono ad accorrere sempre più numerosi. Tant'è che la madre cominciò un pochino a preoccuparsi, le riserve di pane non erano infinite. (L'immagine riprodotta nella galleria fotografica, gentilmente messami a disposizione del professore Francesco Occhibianco di Martina Franca, è tratta dal libro Longaro Degli Oddi S.I., "Vita del santo Francesco di Girolamo", sacerdote professo della Compagnia di Gesù, Stabilimento tipografico del Pontano, Napoli 1843 (tavola inserita tra le pagine 4 e 5).
Francesco la rassicurò dicendole che a loro ci avrebbe pensato il Signore. Quando poi la madre aprì lo stipo, (armadio questo dai battenti consunti per la pia voracità dei bisognosi), per verificare quanto pane fosse rimasto rimase stupita perché era stracolmo. Allora chiese spiegazioni a Francesco il quale sorrise e scappò via"

Per concludere. Considerando che la madre del santo era nativa, originaria di Gravina, non a caso, forse, nel settembre 1945 la città di Gravina accolse l'urna contenente il corpo di San Francesco di Geronimo (Grottaglie, 17 dicembre 1642 – Napoli, 11 maggio 1716), proclamato beato nel 1806 da papa Pio VII e santo da papa Gregorio XVI nel 1839, proveniente da Napoli, dov'era vissuto, e diretto alla sua città natale Grottaglie per essere deposto ed esposto su un altare a lui dedicato, nella Basilica Santuario sorta sulla casa dove lui era nato.
  • Giuseppe Massari
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