.jpg)
Passeggiando con la storia
La Sindone e Papa Benedetto XIII
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 27 marzo 2025
Il cardinale arcivescovo, Frà Vincenzo Maria Orsini, coltivò una profonda venerazione per la Sindone e da Papa destinò un frammento della stessa all'amata Chiesa Beneventana. Tra le schede dell'Archivio Storico Diocesano di Benevento se ne trova una che recita: "Reliquiario quadrato a due facce di oro finissimo lavorato a cisello, con teste di Cherubini, e fiorami d'oro al naturale, con cornice di oro vagamente intagliata, con cristalli di Monte (cioè di rocca) quadrati, che racchiudono dentro un ornato di oro cisellato, con entro le seguenti Reliquie: Della Sindone, Sudario e veste di Nostro Signore Gesù Cristo; un Dente di San Domenico Confessore, e due pezzi di ossa di San Vincenzo Ferrerio.
Detto Reliquiario è sostenuto da un Angelo d'Argento d'intera figura, abbellito nelle braccia, nel petto, e nelle ligature delle gambe da molte pietre preziose di grossi smiraldi, rubini e zaffiri ligati in oro; l'Angelo poi posa sopra una Nuvola su piedistallo di argento centinato, guarnito con teste di Cherubini colle arma di Sua Santità nel prospetto d'avanti, al di dietro con una Cifra, e ne' lati con cartelle, ne quali è scolpito il millesimo Anno Domini MDCCXXVI, essendo gli ornamenti tutti di oro, essendo la base fermata sul dorso di quattro cani d'argento, che con fiaccole d'oro in bocca giocano sopra Libri, per alludere allo Stemma dell'Ordine de' Predicatori.
Il reliquiario è sicuramente di manifattura romana, primo quarto del secolo XVIII, alto 70 centimetri, come si rileva dall'apparto decorativo e dalla figura dell'angelo di evidenti caratteri post berniniani. Il manufatto è del peso di libbre 19 e once 3, valutato 1500 scudi romani.
Tenendo conto che lo scudo era una moneta in argento che pesava un'oncia (cioè circa 28 grammi), parliamo di 50 chili di argento, una somma dunque considerevole. Ci chiediamo: com'è giunto a Benevento un frammento del Sudario di Cristo? Nel 1724 il domenicano Vincenzo Maria Orsini diviene papa col nome di Benedetto XIII.
Il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, proprietario della Sindone e da poco divenuto re di Sardegna, inviò, il 22 febbraio 1727, tramite Carlo Francesco Ferrero di Roasto, marchese d'Ormea e ambasciatore presso la Santa Sede, al nuovo Pontefice questo dono per ingraziarsi Sua Santità durante le trattative per la stipulazione del Concordato piemontese. Papa Orsini in occasione della sua prima visita a Benevento, nel 1727, donò alla Cattedrale l'augusta reliquia che un tempo veniva esposta alla venerazione dei fedeli durante la Settimana Santa.
Detto Reliquiario è sostenuto da un Angelo d'Argento d'intera figura, abbellito nelle braccia, nel petto, e nelle ligature delle gambe da molte pietre preziose di grossi smiraldi, rubini e zaffiri ligati in oro; l'Angelo poi posa sopra una Nuvola su piedistallo di argento centinato, guarnito con teste di Cherubini colle arma di Sua Santità nel prospetto d'avanti, al di dietro con una Cifra, e ne' lati con cartelle, ne quali è scolpito il millesimo Anno Domini MDCCXXVI, essendo gli ornamenti tutti di oro, essendo la base fermata sul dorso di quattro cani d'argento, che con fiaccole d'oro in bocca giocano sopra Libri, per alludere allo Stemma dell'Ordine de' Predicatori.
Il reliquiario è sicuramente di manifattura romana, primo quarto del secolo XVIII, alto 70 centimetri, come si rileva dall'apparto decorativo e dalla figura dell'angelo di evidenti caratteri post berniniani. Il manufatto è del peso di libbre 19 e once 3, valutato 1500 scudi romani.
Tenendo conto che lo scudo era una moneta in argento che pesava un'oncia (cioè circa 28 grammi), parliamo di 50 chili di argento, una somma dunque considerevole. Ci chiediamo: com'è giunto a Benevento un frammento del Sudario di Cristo? Nel 1724 il domenicano Vincenzo Maria Orsini diviene papa col nome di Benedetto XIII.
Il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, proprietario della Sindone e da poco divenuto re di Sardegna, inviò, il 22 febbraio 1727, tramite Carlo Francesco Ferrero di Roasto, marchese d'Ormea e ambasciatore presso la Santa Sede, al nuovo Pontefice questo dono per ingraziarsi Sua Santità durante le trattative per la stipulazione del Concordato piemontese. Papa Orsini in occasione della sua prima visita a Benevento, nel 1727, donò alla Cattedrale l'augusta reliquia che un tempo veniva esposta alla venerazione dei fedeli durante la Settimana Santa.