Passeggiando con la storia
La storia della Polizia Municipale di Gravina
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 18 gennaio 2024
Leggere le pagine di storia della nostra Polizia Municipale è un merito che va ascritto ad Amedeo Visci. Appartenente al corpo, come "soldato semplice", prima e successivamente nelle vesti di Comandante., ha saputo snocciolare documenti, leggi, regolamenti ritagli di giornali e periodici locali, collazionare foto, facendosi topo intelligente di Archivi, tra i quali quello di Stato di Bari, del Comune di Gravina e della Fondazione Santomasi.
Un lavoro certosino, racchiuso in pagine di storia ultramillenaria, ovvero tra presistoria e storia del Corpo, tanto da poter affermare, a carattere cubitali, con l'autore, che si tratta di una delle più antiche istituzioni dell'intera Puglia. Un primato storico riscontrabile nelle due pubblicazioni date alle stampe tra il 1996 e il 1997. "Il Corpo di Pulizia Municipale di Gravina. Dalla milizia cittadina di longobarda memoria all'Unità d'Italia", il primo volume. Il secondo: "Il Corpo di Polizia Municipale di Gravina. Dall'Unità d'Italia alla fine del XX secolo".
Il racconto di vita quotidiana di uomini e mezzi, di servitori e servizi per contrastare episodi malavitosi di vita cittadina e non solo, quali furti, risse, tumulti popolari, passando per tutti gli interventi necessari, dediti alla tutela dei cittadini alle prese con incendi, malattie epidemiche, tipo il colera del 1910, la spagnola degli anni successivi, mentre la prima guerra mondiale imperversava, funesta e tragica, anticipo ed epilogo di quella successiva. Tutto ciò è desumibile anche dai numerosi encomi rivolti agli agenti per il loro servizio d'abnegazione.
Un'azione di contrasto nel rispetto delle leggi per evitare conseguenze più tragiche e drammatiche. I tentativi delle lotte sociali, legate alla nascita del movimento socialista e alla nascita del fascismo, passando dai fasti della neonata Repubblica, fino ad arrivare ai giorni nostri. Con distacco, con rigore scientifico e storico, Visci rivive e fa rivivere quello che è andato consolidandosi nel tempo, anche alla luce delle trasformazioni del Corpo stesso. Da un vecchio modo e mondo ristretto, racchiuso in compiti e doveri, fino a giungere alle trasformazioni e alle innovazioni tecnologiche dei giorni nostri.
Un processo evolutivo per consegnare alle future generazioni un passato leggibile. Onorevole, dignitoso, non sempre compreso, non sempre accettato ben volentieri dai cittadini, perciò, tra immani sacrifici, tra lotte anche di sopravvivenza nel contesto di quelli che erano e dovevano essere gli oneri, i doveri e gli onori. Pagine scorrevoli per dare la misura di un servizio vecchio, ma, al tempo stesso, nuovo, capace di incidere non solo attraverso il racconto, ma le immagini, i personaggi e le loro divise, in continua evoluzione anch'esse. La successione dei vari comandanti, alle prese con sempre nuove esigenze da garantire.
L'apporto, il contributo notevole, defatigante offerto dalle pattuglie dei vigili, impegnati nei giorni della Fiera San Giorgio, che, dal finire del 200, farà sorgere la necessità di istituire una figura preposta ed incaricata di sovrintendere all'ordine cittadino nei giorni di massima concentrazione di forestieri per l'evento. Il cosiddetto Maestro di Fiera, una specie di comandante di polizia municipale.
Qualcuno potrebbe commentare che tutta questa ricerca è stata di parte. Io ritengo, invece, che la parte, se di parte si può parlare, è stata quella che hanno avuto i cittadini, gli amministratori pubblici, non sempre favorevoli o quasi sempre ostili, quando si trattava di recepire nuove istanze. I cambiamenti, gli stravolgimenti di usi, costumi, consuetudini, tradizioni. Come ogni istituzione che si rispetti, anche i Vigili urbani sono stati compresi ed incompresi. Vilipesi e, a volte, maltrattati. A ragione, a torto? Sta di fatto che diventare, come il Corpo è stato, esattore delle tasse o nella gestione dell'annona, oltre al dover notificare irregolarità edilizie, infrazioni al Codice della strada, è sempre qualcosa che provoca rigetto e proteste da parte dei cittadini.
Visci ha avuto il merito di evidenziare la lunga parentesi in cui, per esempio, i comandanti erano persone di bassa o media cultura, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui il dirigente, il capo doveva avere il requisito della laurea per svolgere le mansioni affidategli.
Armi, divise invernali ed estive, cimeli, impermeabili, mezzi, strutture, strumenti, le varie sedi del Comando sono stati passati al setaccio per ricostruire la storia sconosciuta di chi, pur vivendo a contatto con il pubblico e l'utenza cittadina, non sempre ha saputo trasmettere il senso della conoscenza storica, umana e personale di uomini, di persone che, prima di aver indossato una divisa con fregi, gradi, galloni, stellette, hanno indossato un abito mentale. Una volontà di lavorare e portare pane alle proprie famiglie.
Nel ricordo degli anni passati, la rassegna storica si è soffermata ricordando i fondatori e coloro che hanno avuto la responsabilità del comando e di comandante. Per concludere queste note, è bene aggiungere che in tutta l'economia dell'opera, non è stato trascurato il riferimento alla costituzione e alla nascita del gruppo parallelo delle Guardie campestri. Con una loro autonomia, ma,anche, con una specifica competenza: di salvaguardare i prodotti della terra e dei campi, con la loro vigilanza costante, assidua, diuturna.
Oggi, parlare di Polizia locale significa fare riferimento, anche, a quella parte femminile che indossa la divisa. Probabilmente, il lavoro di Visci è stato utile, anche a questo. Raccogliere, studiare, capire e captare l'ordine delle cose in materia di storia. Di quella storia che si evolve verso maturità e maturazioni antropologiche, sociologiche, di cui bisogna tenere conto, come ha fatto l'autore, per scrivere nuove pagine. Per indossare le armi della saggezza, dove tutto diventa più leggero e dinamico, pur nel rispetto di regole, regolamenti, usi civici, leggi, consuetudini e tradizioni.
Un lavoro certosino, racchiuso in pagine di storia ultramillenaria, ovvero tra presistoria e storia del Corpo, tanto da poter affermare, a carattere cubitali, con l'autore, che si tratta di una delle più antiche istituzioni dell'intera Puglia. Un primato storico riscontrabile nelle due pubblicazioni date alle stampe tra il 1996 e il 1997. "Il Corpo di Pulizia Municipale di Gravina. Dalla milizia cittadina di longobarda memoria all'Unità d'Italia", il primo volume. Il secondo: "Il Corpo di Polizia Municipale di Gravina. Dall'Unità d'Italia alla fine del XX secolo".
Il racconto di vita quotidiana di uomini e mezzi, di servitori e servizi per contrastare episodi malavitosi di vita cittadina e non solo, quali furti, risse, tumulti popolari, passando per tutti gli interventi necessari, dediti alla tutela dei cittadini alle prese con incendi, malattie epidemiche, tipo il colera del 1910, la spagnola degli anni successivi, mentre la prima guerra mondiale imperversava, funesta e tragica, anticipo ed epilogo di quella successiva. Tutto ciò è desumibile anche dai numerosi encomi rivolti agli agenti per il loro servizio d'abnegazione.
Un'azione di contrasto nel rispetto delle leggi per evitare conseguenze più tragiche e drammatiche. I tentativi delle lotte sociali, legate alla nascita del movimento socialista e alla nascita del fascismo, passando dai fasti della neonata Repubblica, fino ad arrivare ai giorni nostri. Con distacco, con rigore scientifico e storico, Visci rivive e fa rivivere quello che è andato consolidandosi nel tempo, anche alla luce delle trasformazioni del Corpo stesso. Da un vecchio modo e mondo ristretto, racchiuso in compiti e doveri, fino a giungere alle trasformazioni e alle innovazioni tecnologiche dei giorni nostri.
Un processo evolutivo per consegnare alle future generazioni un passato leggibile. Onorevole, dignitoso, non sempre compreso, non sempre accettato ben volentieri dai cittadini, perciò, tra immani sacrifici, tra lotte anche di sopravvivenza nel contesto di quelli che erano e dovevano essere gli oneri, i doveri e gli onori. Pagine scorrevoli per dare la misura di un servizio vecchio, ma, al tempo stesso, nuovo, capace di incidere non solo attraverso il racconto, ma le immagini, i personaggi e le loro divise, in continua evoluzione anch'esse. La successione dei vari comandanti, alle prese con sempre nuove esigenze da garantire.
L'apporto, il contributo notevole, defatigante offerto dalle pattuglie dei vigili, impegnati nei giorni della Fiera San Giorgio, che, dal finire del 200, farà sorgere la necessità di istituire una figura preposta ed incaricata di sovrintendere all'ordine cittadino nei giorni di massima concentrazione di forestieri per l'evento. Il cosiddetto Maestro di Fiera, una specie di comandante di polizia municipale.
Qualcuno potrebbe commentare che tutta questa ricerca è stata di parte. Io ritengo, invece, che la parte, se di parte si può parlare, è stata quella che hanno avuto i cittadini, gli amministratori pubblici, non sempre favorevoli o quasi sempre ostili, quando si trattava di recepire nuove istanze. I cambiamenti, gli stravolgimenti di usi, costumi, consuetudini, tradizioni. Come ogni istituzione che si rispetti, anche i Vigili urbani sono stati compresi ed incompresi. Vilipesi e, a volte, maltrattati. A ragione, a torto? Sta di fatto che diventare, come il Corpo è stato, esattore delle tasse o nella gestione dell'annona, oltre al dover notificare irregolarità edilizie, infrazioni al Codice della strada, è sempre qualcosa che provoca rigetto e proteste da parte dei cittadini.
Visci ha avuto il merito di evidenziare la lunga parentesi in cui, per esempio, i comandanti erano persone di bassa o media cultura, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui il dirigente, il capo doveva avere il requisito della laurea per svolgere le mansioni affidategli.
Armi, divise invernali ed estive, cimeli, impermeabili, mezzi, strutture, strumenti, le varie sedi del Comando sono stati passati al setaccio per ricostruire la storia sconosciuta di chi, pur vivendo a contatto con il pubblico e l'utenza cittadina, non sempre ha saputo trasmettere il senso della conoscenza storica, umana e personale di uomini, di persone che, prima di aver indossato una divisa con fregi, gradi, galloni, stellette, hanno indossato un abito mentale. Una volontà di lavorare e portare pane alle proprie famiglie.
Nel ricordo degli anni passati, la rassegna storica si è soffermata ricordando i fondatori e coloro che hanno avuto la responsabilità del comando e di comandante. Per concludere queste note, è bene aggiungere che in tutta l'economia dell'opera, non è stato trascurato il riferimento alla costituzione e alla nascita del gruppo parallelo delle Guardie campestri. Con una loro autonomia, ma,anche, con una specifica competenza: di salvaguardare i prodotti della terra e dei campi, con la loro vigilanza costante, assidua, diuturna.
Oggi, parlare di Polizia locale significa fare riferimento, anche, a quella parte femminile che indossa la divisa. Probabilmente, il lavoro di Visci è stato utile, anche a questo. Raccogliere, studiare, capire e captare l'ordine delle cose in materia di storia. Di quella storia che si evolve verso maturità e maturazioni antropologiche, sociologiche, di cui bisogna tenere conto, come ha fatto l'autore, per scrivere nuove pagine. Per indossare le armi della saggezza, dove tutto diventa più leggero e dinamico, pur nel rispetto di regole, regolamenti, usi civici, leggi, consuetudini e tradizioni.