Passeggiando con la storia
La Tomba del Guerriero a 35 anni dalla sua scoperta
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 7 settembre 2023
12.30
Nel mio piccolo cerco di fare storia, di riportare alla luce pagine di storia della nostra città. Senza molte pretese, senza presunzione, senza arrogarmi meriti e ruoli che non mi appartengono. Quindi, devo stare alla storia, agli eventi del passato, gloriosi o meno gloriosi, ma pur sempre degni di ogni approfondimento e considerazione, sperando che altri, per la stessa storia o per le altre storie, non diventino iconoclasti, distruttori pur di appagare i loro desideri venali. Come, purtroppo, è già avvenuto in passato, nel nostro contesto urbano dove e quando famelici predatori hanno portato più rovina che benessere, più distruzioni che benefici.
Da un testo , armamentario bibliografico della mia personale e familiare biblioteca, scopro che la corrente estate, sia pure sul finire, come quella del 1988, settembre per la precisione, è ricorrente di un anniversario molto importante e significativo, da un punto di vista storico ed archeologico: 35 anni dallo scoprimento della tomba dei guerrieri nella necropoli del Padreterno. Dalla pubblicazione: "Gravina in Puglia Alla Ricerca del Passato, a cura della Cooperativa Petra Magna, Liantonio Editrice, Palo maggio 1989", leggo e trascrivo brevemente, riferito alla tomba 4/II (Tomba del Guerriero), la più complessa, da un punto di vista di studi, la più ricca di cimeli, di testimonianze, rispetto all'altra, alla tomba 10.
"La sepoltura si riferisce ad un soggetto giacente in posizione supina e con le gambe flesse sul tronco, orientato in direzione est-ovest col capo rivolto a est. L'esame dello scheletro, pressoché completo ed in connessione anatomica, indica un individuo di sesso maschile ed in età Matura (intorno ai 50 anni". La narrazione continua rilevando gli altri aspetti anatomici, fisici ed ossei del personaggio.
Quello che preme evidenziare con questa nota è il bagaglio di ritrovamenti contenuti nel luogo della sepoltura. Ossa di cranio, di arti inferiori e superiori, ma tutto il corredo funerario. Per questa descrizione dobbiamo far menzione ad un altro testo relegato negli scaffali posizionati all'interno di alcune stanze della mia abitazione trasformate in biblioteca: "Museo Civico Archeologico Gravina in Puglia, a cura di Angela Ciancio, Edizione ARES, s.d".
Prima di passare alla descrizione e all'elenco dei vari pezzi ritrovati, voglio ricordare un triste ed increscioso episodio. La tomba, con tutte le sue risultanze e dopo i necessari restauri e prima che fosse poi traslata e ricostruita presso il Museo Civico Archeologico di Gravina, trovò la sua dimora, fortunatamente, momentanea e provvisoria, presso il Museo Archeologico Statale di Altamura. In questa circostanza, a cura dello stesso Museo, purtroppo, vide la luce opuscolo dal titolo molto discutibile, ai limiti della correttezza storica, se non di un falso storico, pur di fare apparire che quei reperti fossero di una realtà estesa, generica, ma non individuata, invece, come sarebbe stato più corretto precisare, se non solo, con un cenno, un breve riferimento all'interno dello scritto, che il tutto rinveniva dall'area necroarcheologica del Padreterno di Gravina: "Un Guerriero in Peucezia Mostra Archeologica". Uno scritto senza alcun riferimento bibliografico, scritto o meglio dire copiato, senza citare la fonte di provenienza delle notizie in esso contenute. Un'altra scelta arbitraria, alquanto scorretta.
Ma tant'è, i cuginastri viciniori sono fatti così. Andando al di là di queste miserie umane, torno all'inizio. Voglio continuare a fare storia, anche se il riferimento raccontato appartiene ad una storia, ma squallida, a cui non bisogna mai fare riferimento, se si vuole mantenere alto il livello della cultura e, quindi, non scadere a quei livelli di bassezza di usurpazione e appropriazione indebita che lasciamo a ben altri consolidati professionisti.
Riprendiamo il nostro discorso con la descrizione più dettagliata della tomba 4.. "All'interno, sul fondo, era deposto l'inumato, un maschio adulto, adagiato sul tronco con un braccio disteso e l'altro ripiegato sul corpo, il cranio ad Est e le gambe flesse. Le ceramiche del corredo circondavano il defunto insieme ad armi, paramenti e vasellame di bronzo. All'altezza delle gambe erano allineati i due parastinchi di bronzo decorati a sbalzo. Ai piedi del defunto c'era un grosso lebete (calderone per la cottura delle carni con accanto una kreaga (forchetta rampina per la cottura delle carni).
Molte le ceramiche da banchetto e per il consumo del vino, tra cui il cratere a figure rosse che raffigura la vestizione di un guerriero prima della partenza. Al lato del cranio era deposto l'elmo, forse da parata, con una finissima decorazione incisa; sempre all'altezza del cranio c'era un cantaro (vaso da vino con anse ad orecchie) in bronzo; sul petto era deposta la lancia; all'altezza del bacino, sotto i resti ossei, era disteso un cinturone di bronzo con ganci ornati da palmette incise; accanto, un coltello in ferro con tracce dell'impugnatura in legno".
Da un testo , armamentario bibliografico della mia personale e familiare biblioteca, scopro che la corrente estate, sia pure sul finire, come quella del 1988, settembre per la precisione, è ricorrente di un anniversario molto importante e significativo, da un punto di vista storico ed archeologico: 35 anni dallo scoprimento della tomba dei guerrieri nella necropoli del Padreterno. Dalla pubblicazione: "Gravina in Puglia Alla Ricerca del Passato, a cura della Cooperativa Petra Magna, Liantonio Editrice, Palo maggio 1989", leggo e trascrivo brevemente, riferito alla tomba 4/II (Tomba del Guerriero), la più complessa, da un punto di vista di studi, la più ricca di cimeli, di testimonianze, rispetto all'altra, alla tomba 10.
"La sepoltura si riferisce ad un soggetto giacente in posizione supina e con le gambe flesse sul tronco, orientato in direzione est-ovest col capo rivolto a est. L'esame dello scheletro, pressoché completo ed in connessione anatomica, indica un individuo di sesso maschile ed in età Matura (intorno ai 50 anni". La narrazione continua rilevando gli altri aspetti anatomici, fisici ed ossei del personaggio.
Quello che preme evidenziare con questa nota è il bagaglio di ritrovamenti contenuti nel luogo della sepoltura. Ossa di cranio, di arti inferiori e superiori, ma tutto il corredo funerario. Per questa descrizione dobbiamo far menzione ad un altro testo relegato negli scaffali posizionati all'interno di alcune stanze della mia abitazione trasformate in biblioteca: "Museo Civico Archeologico Gravina in Puglia, a cura di Angela Ciancio, Edizione ARES, s.d".
Prima di passare alla descrizione e all'elenco dei vari pezzi ritrovati, voglio ricordare un triste ed increscioso episodio. La tomba, con tutte le sue risultanze e dopo i necessari restauri e prima che fosse poi traslata e ricostruita presso il Museo Civico Archeologico di Gravina, trovò la sua dimora, fortunatamente, momentanea e provvisoria, presso il Museo Archeologico Statale di Altamura. In questa circostanza, a cura dello stesso Museo, purtroppo, vide la luce opuscolo dal titolo molto discutibile, ai limiti della correttezza storica, se non di un falso storico, pur di fare apparire che quei reperti fossero di una realtà estesa, generica, ma non individuata, invece, come sarebbe stato più corretto precisare, se non solo, con un cenno, un breve riferimento all'interno dello scritto, che il tutto rinveniva dall'area necroarcheologica del Padreterno di Gravina: "Un Guerriero in Peucezia Mostra Archeologica". Uno scritto senza alcun riferimento bibliografico, scritto o meglio dire copiato, senza citare la fonte di provenienza delle notizie in esso contenute. Un'altra scelta arbitraria, alquanto scorretta.
Ma tant'è, i cuginastri viciniori sono fatti così. Andando al di là di queste miserie umane, torno all'inizio. Voglio continuare a fare storia, anche se il riferimento raccontato appartiene ad una storia, ma squallida, a cui non bisogna mai fare riferimento, se si vuole mantenere alto il livello della cultura e, quindi, non scadere a quei livelli di bassezza di usurpazione e appropriazione indebita che lasciamo a ben altri consolidati professionisti.
Riprendiamo il nostro discorso con la descrizione più dettagliata della tomba 4.. "All'interno, sul fondo, era deposto l'inumato, un maschio adulto, adagiato sul tronco con un braccio disteso e l'altro ripiegato sul corpo, il cranio ad Est e le gambe flesse. Le ceramiche del corredo circondavano il defunto insieme ad armi, paramenti e vasellame di bronzo. All'altezza delle gambe erano allineati i due parastinchi di bronzo decorati a sbalzo. Ai piedi del defunto c'era un grosso lebete (calderone per la cottura delle carni con accanto una kreaga (forchetta rampina per la cottura delle carni).
Molte le ceramiche da banchetto e per il consumo del vino, tra cui il cratere a figure rosse che raffigura la vestizione di un guerriero prima della partenza. Al lato del cranio era deposto l'elmo, forse da parata, con una finissima decorazione incisa; sempre all'altezza del cranio c'era un cantaro (vaso da vino con anse ad orecchie) in bronzo; sul petto era deposta la lancia; all'altezza del bacino, sotto i resti ossei, era disteso un cinturone di bronzo con ganci ornati da palmette incise; accanto, un coltello in ferro con tracce dell'impugnatura in legno".