Passeggiando con la storia
La vigilia di Natale del 1892 nasce l’orologio della villa
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 24 dicembre 2020
Un Natale diverso, quello del 1892, per i gravinesi che, nella notte della vigilia, mentre si apprestavano a celebrare il ricordo della nascita di Gesù Cristo, si trovarono a festeggiare l'evento mondano della nascita dell'orologio della villa. Il maestoso complesso a quattro quadranti dell'orologio realizzato dalla ditta Alfonso Curci di Napoli.
La cronaca dell'evento è stata ripresa dalla pubblicazione curata da Fedele Raguso e Marisa D'Agostino: "Tempo e orologi", Gravina 2010, particolarmente dal capitolo: Orologio "Curci" Villa Comunale, scritto da Fedele Raguso. "Il 23 novembre 1892 la ditta Curci collocò "la macchina del tempo" nel sito predisposto e mise in funzione l'orologio alla presenza dell'assessore anziano Michele Pignatelli, dell'ingegnere Polini (progettista della torre n.d.r), e dell'orologiaio Dionigi Donadio, convocato come esperto e tecnico per la manutenzione e funzionalità".
A proposito del luogo ove sorse la torre campanaria dell'orologio, non bisogna tralasciare che "essa fu costruita su un suolo comunale attiguo alle botteghe del Principe Orsini e nella parte centrale dell'attuale Viale Orsini, ove si trovava l'ultimo torrione delle mura di cinta della città. Esso era stato demolito per ordine della Giunta presieduta dallo stesso Polini, quando era sindaco, dal muratore Raffaele Giordani (1882), perché bisognò "assodare il diritto di proprietà del detto torrione, su cui vantava le pretese la Casa Orsini".
Torniamo alla cerimonia inaugurale. Il giorno successivo, vigilia di Natale, nel corso della Notte santa, "le lancette dell'orologio con i tre quadranti che si affacciavano sul "largo della Villa comunale" segnarono la mezzanotte e le campane dello stesso proclamarono la nascita del Bambino Gesù in un clima di festa, di gioia e soddisfazione di tutti i Gravinesi che si trovarono nel luogo dopo la Santa Messa".
Le cronache di allora raccontano che: "tutta la cittadinanza, il giorno di Natale ammirò la magnifica opera con soddisfazione, rendendo grazie al sindaco, e a tutti gli amministratori, congratulandosi con il progettista Polini e i costruttori Laricchia e D'Erario". A proposito di questi ultimi due protagonisti, va ricordato che la gara d'asta si concluse il 6 marzo 1691, quando i costruttori Giovanni Laricchia di Santeramo e Vito D'Erario di Gravina, in "cooperazione solidale" sottoscrissero il contratto e il capitolato dei lavori, tutti regolarmente soddisfatti nell'arco di un anno e mezzo circa.
Per maggiori ragguagli storici su questa bellissima vicenda, non può essere tralasciato un particolare molto importante, riscontrabile negli atti conservati presso l'Archivio Comunale di Gravina, in data 25 gennaio 1891,. "Giovanni Laricchia, scarpellino, fu sostenuto dall'ingegnere Polini come secondo appaltatore per la costruzione della torre dell'orologio del Largo Villa. Polini certifico e garantì l'artista Laricchia nel modo seguente: lo scarpellino Giovanni Laricchia è idoneo a poter concorrere all'appalto con ogni precisione e gusto, tanto in cornici che in ornati. Il Laricchia fu l'artefice dei decori neogotici che abbelliscono la torre dell'orologio".
Una data da ricordare ogni qualvolta sentiamo i rintocchi delle ore, soprattutto perché la realizzazione dell'opera non fu né facile e né tempestiva, come i tempi esigevano e come lo stesso ingegnere Polini, aveva più volte desiderato, specie negli anni in cui era stato primo cittadino di Gravina dal 1878 al 1883. Trascorsero dieci anni, tra burocrazia, progettazione, lavori, ricerca sul mercato di una ditta affidabile per quanto riguardava la realizzazione della macchina del tempo. Alla fine contò il risultato. La città ebbe, nel contempo, un monumento di stile gotico, così come lo si può ancora ammirare, ed un servizio teso a conoscere e a far conoscere le ore del giorno, in una dimensione nuova, di progresso e di sviluppo. Per l'epoca, tecnologicamente avanzata.
La cronaca dell'evento è stata ripresa dalla pubblicazione curata da Fedele Raguso e Marisa D'Agostino: "Tempo e orologi", Gravina 2010, particolarmente dal capitolo: Orologio "Curci" Villa Comunale, scritto da Fedele Raguso. "Il 23 novembre 1892 la ditta Curci collocò "la macchina del tempo" nel sito predisposto e mise in funzione l'orologio alla presenza dell'assessore anziano Michele Pignatelli, dell'ingegnere Polini (progettista della torre n.d.r), e dell'orologiaio Dionigi Donadio, convocato come esperto e tecnico per la manutenzione e funzionalità".
A proposito del luogo ove sorse la torre campanaria dell'orologio, non bisogna tralasciare che "essa fu costruita su un suolo comunale attiguo alle botteghe del Principe Orsini e nella parte centrale dell'attuale Viale Orsini, ove si trovava l'ultimo torrione delle mura di cinta della città. Esso era stato demolito per ordine della Giunta presieduta dallo stesso Polini, quando era sindaco, dal muratore Raffaele Giordani (1882), perché bisognò "assodare il diritto di proprietà del detto torrione, su cui vantava le pretese la Casa Orsini".
Torniamo alla cerimonia inaugurale. Il giorno successivo, vigilia di Natale, nel corso della Notte santa, "le lancette dell'orologio con i tre quadranti che si affacciavano sul "largo della Villa comunale" segnarono la mezzanotte e le campane dello stesso proclamarono la nascita del Bambino Gesù in un clima di festa, di gioia e soddisfazione di tutti i Gravinesi che si trovarono nel luogo dopo la Santa Messa".
Le cronache di allora raccontano che: "tutta la cittadinanza, il giorno di Natale ammirò la magnifica opera con soddisfazione, rendendo grazie al sindaco, e a tutti gli amministratori, congratulandosi con il progettista Polini e i costruttori Laricchia e D'Erario". A proposito di questi ultimi due protagonisti, va ricordato che la gara d'asta si concluse il 6 marzo 1691, quando i costruttori Giovanni Laricchia di Santeramo e Vito D'Erario di Gravina, in "cooperazione solidale" sottoscrissero il contratto e il capitolato dei lavori, tutti regolarmente soddisfatti nell'arco di un anno e mezzo circa.
Per maggiori ragguagli storici su questa bellissima vicenda, non può essere tralasciato un particolare molto importante, riscontrabile negli atti conservati presso l'Archivio Comunale di Gravina, in data 25 gennaio 1891,. "Giovanni Laricchia, scarpellino, fu sostenuto dall'ingegnere Polini come secondo appaltatore per la costruzione della torre dell'orologio del Largo Villa. Polini certifico e garantì l'artista Laricchia nel modo seguente: lo scarpellino Giovanni Laricchia è idoneo a poter concorrere all'appalto con ogni precisione e gusto, tanto in cornici che in ornati. Il Laricchia fu l'artefice dei decori neogotici che abbelliscono la torre dell'orologio".
Una data da ricordare ogni qualvolta sentiamo i rintocchi delle ore, soprattutto perché la realizzazione dell'opera non fu né facile e né tempestiva, come i tempi esigevano e come lo stesso ingegnere Polini, aveva più volte desiderato, specie negli anni in cui era stato primo cittadino di Gravina dal 1878 al 1883. Trascorsero dieci anni, tra burocrazia, progettazione, lavori, ricerca sul mercato di una ditta affidabile per quanto riguardava la realizzazione della macchina del tempo. Alla fine contò il risultato. La città ebbe, nel contempo, un monumento di stile gotico, così come lo si può ancora ammirare, ed un servizio teso a conoscere e a far conoscere le ore del giorno, in una dimensione nuova, di progresso e di sviluppo. Per l'epoca, tecnologicamente avanzata.