Passeggiando con la storia
Le Suore Stimmatine a Gravina e il loro proficuo apostolato
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 17 febbraio 2022
Nel 2008 diedi alle stampe, per i tipi della Boopen s.r.l., Grazie sorelle, una mia ricerca sulla presenza di alcune congregazioni religiose femminili nella nostra città, allontanatesi, costrette, purtroppo, a chiudere le loro attività assistenziali, per mancanza di vocazioni. Da quel volume, la cui fonte fu la Curia Generalizia di questa famiglia religiosa, traggo gli elementi per la compilazione della presente scheda, riferita alla comunità delle Suore Stimmatine e alla loro preziosa presenza per l'assistenza alle giovani orfane, per la istruzione e i primi rudimenti ai bambini della scuola dell'infanzia e per il laboratorio di ricamo per le fanciulle gravinesi che volevano avviarsi ad una attività professionale.
"In Gravina, le Suore Stimmatine non solo sono chiamate, ma invocate, specialmente dal signor Giuseppe Gramegna, Presidente della Congregazione della Carità. C'è un orfanotrofio abbandonato da curare. Ci sono 18 orfane accudite alla meglio da una vedova. Pur con una certa prudenza, la Madre Generale dell'epoca accetta di servire questa povertà. La casa era stata dimora dei Padri Benedettini poi dei Padri Domenicani che vi eressero un grandioso convento. Per interessamento di Mons. Vincenzo Ferrero, domenicano, fu fondato l'Orfanotrofio Femminile, intitolato a Sant'Antonoio da Padova, eretto grazie ad un decreto pontificio del 1727, che ricevette il riconoscimento e il privilegio di essere elevato ad Ente morale, con Breve pontificio, del 19 gennaio 1729, dal papa Benedetto XIII, il pontefice che ebbe i natali nella nostra città.
Per vicissitudini varie, l'orfanotrofio cadde in uno stato di totale abbandono. Nel 1875 fu nominato Presidente l'avvocato Giuseppe Gramegna, uomo retto e religioso. Conobbe le Stimmatine di Bari e di Modugno e chiese con insistenza le Suore, perché constatava che erano disinteressate e piene d'amore per le bambine. E vennero le Suore Stimmatine il 10 agosto 1876 anche a Gravina, accolte favorevolmente anche dal vescovo dell'epoca, Mons. Vincenzo Salvatore, ove si dedicarono con sacrificio gioioso all'educazione delle fanciulle.
Una parentesi doverosa. Le suore per motivi di sostentamento, partecipavano, insieme alle piccole ospiti senza genitori, assicurando preghiere di suffragio, ai funerali che si svolgevano in forma religiosa, quando le famiglie del congiunto estinto lo richiedevano espressamente, visto che a quei tempi c'era anche chi, per motivi politici, ideologici, contro i preti e contro la Chiesa, celebrava il rito funebre civile, facendo intervenire i massimi dirigenti del partito di appartenenza, il PCI e senza dover toccare chiesa, se non quella laica, cioè la sede del partito.
Aprirono presto un asilo, il primo in Gravina. Il Signore benediceva questa opera chiamando al suo servizio milti sacerdoti e numerose suore. Le Suore Stimmatine, fedeli all'intuizione della loro Fondatrice, Madre Anna Lapini, svolgevano il loro apostolato in mezzo alle giovani del paese per le quali aprirono una scuola di lavoro che divenne un laboratorio famoso per i lavori artistici che le ragazze, guidate dalle loro maestre, riuscivano a creare.
Il 3 marzo 1903, il vescovo di Gravina, Mons. Cristoforo Maiello, nel corso delle celebrazioni per i 25 anni di pontificato di Papa Leone XII, volle festeggiare l'evento con la vestizione di 25 poveri scelti tra i più vecchi della città, ai quali, all'ora di pranzo, fu servito un pranzo nel refettorio delle benemerite Suore Stimmatine.
A Gravina le Povere Figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco, meglio conosciute col nome di Stimmatine, ebbero l'occasione di festeggiare nel 1960, il centenario della nascita al cielo della loro Fondatrice. Lo fecero con la semplicità, tipica delle famiglie francescane religiose, stampando una pubblicazione nella quale furono inserite le tappe del loro servizio apostolico a favore della popolazione. All'epoca, la comunità era formata da 13 suore, la cui superiora era Suor Riccarda lampo. In occasione delle celebrazioni centenarie, l'asilo fu solennemente consacrato al Sacro Cuore di Gesù.
Il 1990, dopo 114 anni di permanenza, la comunità è costretta ad abbandonare la nostra città. Le suore sono molte anziane, non ci sono ricambi generazionali e né vocazionali. La madre Generale, pertanto, pensa di ritirare le suore, che "tanto spirito di fede, accolgono la decisione. Il 30 giugno di quell'anno, la casa si chiude e i locali vengono destinati in parte alla Parrocchia di San Domenico e in parte assegnati al Comune.
Quanto fosse stata proficua l'opera di bene svolta da queste umili consacrate, tra il finire dell'800 e i primi due terzi del 900, è possibile leggerlo nella relazione conclusiva della Visita pastorale del 1919, svolta da Mons. Nicola Zimarino: "Non possiamo contenerci dall'esternare tutta la nostra compiacenza nel trovare in una chiesa sfornita di mezzi tanta abbondanza di biancheria, tovaglie, conopei, con ricami bellissimi ed anche preziosi, disposta ogni cosa con un ordine davvero mirabile.
Con la nostra gratitudine, concludeva il presule, scendano copiose le benedizioni del Signore su queste buone Suore Stimmatine, le quali, nella loro industriosa povertà, sanno provvedere al decoro della chiesa. E' stato per noi commovente il ricevimento preparatovi dalle buone Suore Stimmatine. Tutte le orfanelle disposte in due file ed a capo le 16 suore in ginocchio ci ricevettero alla porta aspettando la benedizione che noi gli demmo dal fondo del nostro cuore".
"In Gravina, le Suore Stimmatine non solo sono chiamate, ma invocate, specialmente dal signor Giuseppe Gramegna, Presidente della Congregazione della Carità. C'è un orfanotrofio abbandonato da curare. Ci sono 18 orfane accudite alla meglio da una vedova. Pur con una certa prudenza, la Madre Generale dell'epoca accetta di servire questa povertà. La casa era stata dimora dei Padri Benedettini poi dei Padri Domenicani che vi eressero un grandioso convento. Per interessamento di Mons. Vincenzo Ferrero, domenicano, fu fondato l'Orfanotrofio Femminile, intitolato a Sant'Antonoio da Padova, eretto grazie ad un decreto pontificio del 1727, che ricevette il riconoscimento e il privilegio di essere elevato ad Ente morale, con Breve pontificio, del 19 gennaio 1729, dal papa Benedetto XIII, il pontefice che ebbe i natali nella nostra città.
Per vicissitudini varie, l'orfanotrofio cadde in uno stato di totale abbandono. Nel 1875 fu nominato Presidente l'avvocato Giuseppe Gramegna, uomo retto e religioso. Conobbe le Stimmatine di Bari e di Modugno e chiese con insistenza le Suore, perché constatava che erano disinteressate e piene d'amore per le bambine. E vennero le Suore Stimmatine il 10 agosto 1876 anche a Gravina, accolte favorevolmente anche dal vescovo dell'epoca, Mons. Vincenzo Salvatore, ove si dedicarono con sacrificio gioioso all'educazione delle fanciulle.
Una parentesi doverosa. Le suore per motivi di sostentamento, partecipavano, insieme alle piccole ospiti senza genitori, assicurando preghiere di suffragio, ai funerali che si svolgevano in forma religiosa, quando le famiglie del congiunto estinto lo richiedevano espressamente, visto che a quei tempi c'era anche chi, per motivi politici, ideologici, contro i preti e contro la Chiesa, celebrava il rito funebre civile, facendo intervenire i massimi dirigenti del partito di appartenenza, il PCI e senza dover toccare chiesa, se non quella laica, cioè la sede del partito.
Aprirono presto un asilo, il primo in Gravina. Il Signore benediceva questa opera chiamando al suo servizio milti sacerdoti e numerose suore. Le Suore Stimmatine, fedeli all'intuizione della loro Fondatrice, Madre Anna Lapini, svolgevano il loro apostolato in mezzo alle giovani del paese per le quali aprirono una scuola di lavoro che divenne un laboratorio famoso per i lavori artistici che le ragazze, guidate dalle loro maestre, riuscivano a creare.
Il 3 marzo 1903, il vescovo di Gravina, Mons. Cristoforo Maiello, nel corso delle celebrazioni per i 25 anni di pontificato di Papa Leone XII, volle festeggiare l'evento con la vestizione di 25 poveri scelti tra i più vecchi della città, ai quali, all'ora di pranzo, fu servito un pranzo nel refettorio delle benemerite Suore Stimmatine.
A Gravina le Povere Figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco, meglio conosciute col nome di Stimmatine, ebbero l'occasione di festeggiare nel 1960, il centenario della nascita al cielo della loro Fondatrice. Lo fecero con la semplicità, tipica delle famiglie francescane religiose, stampando una pubblicazione nella quale furono inserite le tappe del loro servizio apostolico a favore della popolazione. All'epoca, la comunità era formata da 13 suore, la cui superiora era Suor Riccarda lampo. In occasione delle celebrazioni centenarie, l'asilo fu solennemente consacrato al Sacro Cuore di Gesù.
Il 1990, dopo 114 anni di permanenza, la comunità è costretta ad abbandonare la nostra città. Le suore sono molte anziane, non ci sono ricambi generazionali e né vocazionali. La madre Generale, pertanto, pensa di ritirare le suore, che "tanto spirito di fede, accolgono la decisione. Il 30 giugno di quell'anno, la casa si chiude e i locali vengono destinati in parte alla Parrocchia di San Domenico e in parte assegnati al Comune.
Quanto fosse stata proficua l'opera di bene svolta da queste umili consacrate, tra il finire dell'800 e i primi due terzi del 900, è possibile leggerlo nella relazione conclusiva della Visita pastorale del 1919, svolta da Mons. Nicola Zimarino: "Non possiamo contenerci dall'esternare tutta la nostra compiacenza nel trovare in una chiesa sfornita di mezzi tanta abbondanza di biancheria, tovaglie, conopei, con ricami bellissimi ed anche preziosi, disposta ogni cosa con un ordine davvero mirabile.
Con la nostra gratitudine, concludeva il presule, scendano copiose le benedizioni del Signore su queste buone Suore Stimmatine, le quali, nella loro industriosa povertà, sanno provvedere al decoro della chiesa. E' stato per noi commovente il ricevimento preparatovi dalle buone Suore Stimmatine. Tutte le orfanelle disposte in due file ed a capo le 16 suore in ginocchio ci ricevettero alla porta aspettando la benedizione che noi gli demmo dal fondo del nostro cuore".