Michelangelo Calderoni Martini
Michelangelo Calderoni Martini
Passeggiando con la storia

Michelangelo Calderoni Martini, fondatore Banca cooperativa agraria

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Nel ricordo del fratello Pasquale, autore della storia di famiglia. Michelangelo, terzo di questo nome nella genealogia familiare, nato l'8 maggio 1848 fu uomo non comune per perfezioni morali e fisiche. Intelligentissimo, di pronto intuito e di larga svariata cultura, aveva parola facile, senza leziosità e senza pesante presunzione, condita di elegante umorismo. Di bello aspetto ed elegantissimo nei modi e nell'abbigliamento esercitava un vero fascino su quanti lo avvicinavano. Di carattere espansivo ed altruistico, pur non essendo ne ostinato, ne superbo, sosteneva con tenacia le sue opinioni e finiva per farle accettare dagli ascoltatori, che ne subivano la superiorità morale. Intransigente nella sostanza era condiscendente nelle modalità, aveva l'arte di far trionfare la propria tesi senza incontrare la resistenza astiosa degli avversari.

Aveva sviluppatissimo il senso dell'arte e del bello. Sapeva scoprire le bellezze riposte della natura e degli ambienti anche modesti, se ne esaltava e comunicava il suo entusiasmo anche agli altri. Verseggiava con grazia ed eleganza ed in gioventù si era dilettato nel suonare, disegnare, modellare figure in creta con finezza di artista più che di dilettante. Quello che per me e sorprendente più di tutto e che la sua intellettualità ed il suo senso artistico erano accoppiati ad un senso di mirabile praticità, in modo che gli riusciva nelle spese e nei lavori di ottenere il massimo effetto con un minimo di spese, il 17 agosto 1870 si laureo in Legge presso l'Università di Napoli.

Avrebbe egli vagheggiato seguire la carriera diplomatica anche perche era padrone della lingua francese, ma esigenze domestiche ne consigliarono il ritiro in Gravina e rinunzio alla carriera pubblica per la quale pareva creato, e nella quale egli sarebbe certamente arrivato all'apice. Suoi compagni di collegio e di Università furono fra gli altri i fratelli Giustino ed Ernesto Fortunato che egli ebbe carissimi; Ernesto lo prediligeva fra quanti aveva avvicinato: Giustino che fu poi Deputato e Senatore e che giustamente è ritenuto oggi il maggior Uomo dell'Italia Meridionale, mi ha ripetuto più volte, in pubblico ed in privato: " Michelangelo era migliore di me". Tornato in Gravina prima sua cura fu quella di seguire l'esempio del padre nel piantare con le sue mani una quercia avanti al casino Lipinti: è quella a sinistra del viale dell'Oliveto.

Si dedicò con passione e con intelligenza al riordinamento dell'amministrazione domestica accresciuta, proprio in quell'anno, dalla vistosa eredità dello zio Pietro Sabini. Nell'amministrazione di famiglia egli spiegò tutta la sua genialità. Riordinò le varie aziende campestri con intelligenza di uno specialista in materia ed impiantò con intelligenza una perfettissima contabilità domestica. Io son convinto che se egli avesse potuto tenere la direzione dell'azienda per qualche altro anno, la stessa sarebbe addivenuta attiva e di esempio agli altri. Aveva ideata anche l'industrializzazione locale dei prodotti agrari, ciò che avrebbe arrecato un effettivo benessere alla classe agricola; ma la morte immatura non permise l'attuazione del suo progetto. Diresse gli importanti lavori muratori fatti eseguire dai suoi genitori, dei quali abbiamo già parlato: notevole la riparazione della casa Martini di Altamura e della Cappella gentilizia al Cimitero di Gravina.

Nell'amministrazione civica fu molto riservato. Fu alieno dalla meschina vita amministrativa comunale, ma fu Consigliere Provinciale: nel 1880 fu candidato deputato ma non riuscì per volgari maneggi di partiti: molte altre volte in seguito gli sono state offerte candidature in pubblici comizi, ma egli le ha costantemente ricusate. Nel 1883 fondò la Banca di Gravina, che ha avuta varia fortuna, ma fu ideata con propositi e dettami altissimi, tanto che le hanno permesso di resistere alle avversità, superare molte crisi e vivere ancora fiorente. Aveva anche gettato i primi appunti di una storia economica sociale della Regione, cominciando da Gravina. Lo stesso motivo ne impedì il completamento.

Nel suo letto di morte volle da me la promessa che i suoi manoscritti fossero stati bruciati. Io adempii scrupolosamente il mandato affidatomi, ma sentii allora, e sento oggi grande rincrescimento, perche fra quegli scritti, sebbene incompleti, e privi di coordinamento, si sarebbe potuto ricavare sufficiente materiale per interessanti monografie. Della sua larga cultura in scienze economiche ci attesta la sua biblioteca personale rimasta presso la figliuola. Aveva viaggiato molto in Italia ed in Francia e ne aveva riportato un corredo di cognizioni artistiche ed industriali, delle quali sapeva servirsi con sapiente praticità.
Dopo il 1870 ci fu in Francia ed in Italia un'attivita di produzione letteraria con tendenze varie ed opposte, come non mai simile. Questa attività fu da lui seguita e studiata con competenza da studioso, piuttosto che da dilettante, ne discorreva con passione e fin d'allora seppe precisare le tendenze che avrebbero avuto fortuna e quelle destinate a cadere, come poi ho potuto constatare io, che dolorosamente son sopravvissuto per circa un cinquantennio. Michelangelo il 15 febbraio1885 sposò in Taranto la signorina Aldina de Notarestefani. Morì il 28 maggio 1888, a 40 anni precisi, ed ebbe onoranze commosse dall'intera Provincia.

La sua vita fu interamente dedicata alla famiglia ed al paese. Nel paese il suo nome e stato sempre ricordato con venerazione ed il suo ricordo associato all'attività della Banca in tutte le fasi della stessa, sia liete, sia tristi, rimpiangendone sempre la perdita immatura. Dopo la sua morte tutti quelli che lo avevano conosciuto, di qualsiasi condizione sociale e di qualsiasi grado intellettuale, hanno sempre parlato di lui con sentimento di viva ammirazione e compianto: io stesso, che nella mia lunga vita ho avuto occasione di avvicinare tanta gente, confrontando nell'intimo dell'animo mio le doti morali di Michelangelo con quelle di altri personaggi, anche sommi, ho dovuto sempre concludere per la superiorità di lui, pur cercando di fermarmi ad un giudizio del tutto obiettivo.

Di lui scrisse una mirabile biografia il prof. Giuseppe Tarantino, della quale si hanno copie nella Biblioteca Pomarici Santomasi ed esiste un esemplare fra i documenti di famiglia fsc. Onoranze funebri. Notevole la commemorazione in Consiglio Provinciale "Atti del 1888" di quel consesso. Ne scrissero tutti i giornali della Provincia: e degno di particolare rilievo per la importanza del periodico,e piu quella dell'autore, la necrologia della Rassegna Pugliese scritta da Antonio Iatta= Anno V n° undici pag. 169. Della sua vita in genere e menzione in: Luigi Volpicella: Dizionario Bibliografico della Terra di Bari", Carlo Villani "Scrittori ed Artisti Pugliesi", Giuseppe de Ninno "Gravinesi illustri", Rassegna Pugliese anno V pag. 169+ XIX pag. 55+ XXII pag 297. Esistono di lui parecchi ritratti: il piu somigliante è il medaglione al gentilizio di famiglia.
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