Passeggiando con la storia
Michele Morgigni: avvocato e magistrato
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 17 giugno 2021
La presente scheda è stato possibile compilarla per due ordini di motivi. Il primo per aver attinto dal testo del De Ninno, Illustri gravinesi, già usato come fonte per altri personaggi. Il secondo per aver trovato la foto del nostro in un disegno inserito nel testo: Poliorama pittoresco (Napoli, 1837-38, in-4.°). "Nacque in Gravina. nell' aprile del 1783 dall' avvocato Vincenzo e Rachele Roselli. Fin dai suoi primi anni egli mostrava ingegno svegliato e sublime, viva e facile intelligenza. indole mansueta ed inchinevole al bene. Per la qual cosa a fecondare coteste belle e felici disposizioni, pensò il padre di collocarlo nel seminario di Molfetta. Quivi diretto dall' illustre arciprete Giuseppe Maria Giovene dié opera fervente alle lettere ed alle scienze: e compiutone il corso, passò in Napoli per apprendere giurisprudenza.
Ove distornando l'animo da tutti i pericoli del piacere e della seduzione, che così facili si presentano in una popolosa città, le lunghe notti vegliava, i dotti volumi dei giurisperiti con alacrità ed impegno svolgendo; per modo che datosi ad esercitare la professione legale, venne in breve nel foro napoletano in buon credito di avvocato civile e criminale, Né solo nelle scienze legali ma benanche nelle amministrative era versato il giovane Michele. Destinato nel maggio del 1806 ad esercitare provvisoriamente le funzioni di amministratore dei reali siti di Persano, dié belle prove di sapere, d'ingegno e di probità, e già il felice successo dei suoi primi anni, formando la sua reputazione. gli preparava la strada ad una gloria assai più ampia ed estesa.
Abolitesi di là a poco le antiche leggi cola le quali governavasi il Regno di Napoli, sostituiti ad esse novelli codici. e adottatosi un nuovo metodo di magistratura, fu egli nel dicembre 1808 in giovanissima età eletto giudice del. Tribunale civile della Provincia di Capitanata. Promosso nel 1813 al grado di regio pro-curatore del Tribunale civile della provincia di Molise. non si mostrò meno zelante nel sostenere l'autorità della legge.
Nel 1817 egli pubblicò profonde e chiare illustrazioni col titolo: Analisi pel regolamento dei Conciliatori (Napoli. 1819), opera che ha meritato molte lodi del celebre N. Niccolini, come quella di cui ogni pagina è ricca di scienza, e nella quale la filosofia del diritto prende forme semplici ed ingenue per poter essere alla intelligenza dei conciliatori, che non sono giureconsulti di professione. La cennata opera del Morgigni è divise in tre grossi volumi. Moltissime sono le sue memorie su svariati argomenti, e piene di soda dottrina e sagge osservazioni sono le diverse prolusioni inaugurali per l' apertura delle Corti giudiziarie; e in non poche raccolte leggonsi i diversi suoi poetici componimenti. Non è quindi da meravigliare se diverse società scientifiche e letterarie del Regno, creandolo loro socio, si ebbero a vanto il possederlo tra loro. Nel 1819 il. Morgigni venne inviato in Sicilia, e propriamente nella valle di Trapani per la formazione dei nuovi tribunali del tutto simiglianti al continente. Compiuta la sua missione, accompagnato dall'amore e dalla gratitudine di quegli isolani, fe' ritorno in Napoli. da cui ripartì per Lucera nel settembre del 1820, colla qualità di Procuratore generale presso quella gran Corte criminale.
Di là dopo pochi mesi passò nella Calabria Citeriore: ma nel 1821, essendo stato accusato di aver preso parte ai politici rivolgimenti e di essere amante delle idee liberali, fu privato della carica: ond'egli si diede nuovamente in Cosenza all' esercizio dell' avvocaria, alla quale aveva atteso in Napoli prima di ascendere ai pubblici uffizi. Fornito di un' anima forte e generosa, di un elevato sentimento di nobiltà e grandezza. di cuore magnanimo e leale fu Michele Morgigni, il modello delle private non meno delle sociali virtú.
Rattrovavasi egli ancora in Cosenza, quando nel 24 giugno 1822 uscì per diporto a cavallo!... Ah! egli non prevedeva che quella dovea essere l' ultima sua ora, e che la morte in segreto lo avea già destinato sua vittima ! Per un sentiero ingombro di sassi. il cavallo ch' ei montava si adombrò, e impennandosi rovesciollo con impeto di sella. e trascinandolo lunga pezza per uno dei piedi imprigionato nella staffa su per quelle pietre, il fe' fiaccare orribilmente nelle tempie. Così sconcio e insanguinato, fu trasportato in Celico. picciol paese poco discosto dal sito ov' egli cadde. Ivi sul letto di dolori i sensi lo abbandonarono, la lena gli mancò, non respirava che gli ultimi aneliti della vita, e già dopo poche ore cessava di vivere.
Di questo insigne magistrato ne scrisse la biografia il chiarissimo giureconsulto Stanislao Falconi di Capracotta nella pag. 31 a 32 dell' anno secondo del Poliorama pittoresco (Napoli, 1837-38, in-4.°). Con molto onore poi parlarono e scrissero del Morgigni il su cennato N. Niccolini nel vol. V. pag. 14 delle sue Questioni di diritto, Camillo Minieri-Riccio nelle Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Luigi Volpicella nella pag. 287 del vol. VII della 'Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVIII e dei contemporanei (Venezia, 1840, in-8o). Luigi Ciccaglione nella parte 3.a, pag. 13 del Sunto storico-tipografico d' Italia dalle origini a tutto 1861, Girolamo Boccardo nel vol. XIV, sesta edizione, nell' Enciclopedia popolare, il prof. Domenico Giusto nel Dizionario bio-bibliografico degli scrittori pugliesi viventi e dei morti nel presente secolo (Napoli, 1893, in-8.° gin), Tito Spinelli nella Prefazione a' Notamenti patrii di Vincenzo de Ninno da Giovinazzo, pubblicati nel 1900 nel vol. XVII, n. 9 dell' ottima Rassegna Pugliese di Trani, e parecchi altri".
Ove distornando l'animo da tutti i pericoli del piacere e della seduzione, che così facili si presentano in una popolosa città, le lunghe notti vegliava, i dotti volumi dei giurisperiti con alacrità ed impegno svolgendo; per modo che datosi ad esercitare la professione legale, venne in breve nel foro napoletano in buon credito di avvocato civile e criminale, Né solo nelle scienze legali ma benanche nelle amministrative era versato il giovane Michele. Destinato nel maggio del 1806 ad esercitare provvisoriamente le funzioni di amministratore dei reali siti di Persano, dié belle prove di sapere, d'ingegno e di probità, e già il felice successo dei suoi primi anni, formando la sua reputazione. gli preparava la strada ad una gloria assai più ampia ed estesa.
Abolitesi di là a poco le antiche leggi cola le quali governavasi il Regno di Napoli, sostituiti ad esse novelli codici. e adottatosi un nuovo metodo di magistratura, fu egli nel dicembre 1808 in giovanissima età eletto giudice del. Tribunale civile della Provincia di Capitanata. Promosso nel 1813 al grado di regio pro-curatore del Tribunale civile della provincia di Molise. non si mostrò meno zelante nel sostenere l'autorità della legge.
Nel 1817 egli pubblicò profonde e chiare illustrazioni col titolo: Analisi pel regolamento dei Conciliatori (Napoli. 1819), opera che ha meritato molte lodi del celebre N. Niccolini, come quella di cui ogni pagina è ricca di scienza, e nella quale la filosofia del diritto prende forme semplici ed ingenue per poter essere alla intelligenza dei conciliatori, che non sono giureconsulti di professione. La cennata opera del Morgigni è divise in tre grossi volumi. Moltissime sono le sue memorie su svariati argomenti, e piene di soda dottrina e sagge osservazioni sono le diverse prolusioni inaugurali per l' apertura delle Corti giudiziarie; e in non poche raccolte leggonsi i diversi suoi poetici componimenti. Non è quindi da meravigliare se diverse società scientifiche e letterarie del Regno, creandolo loro socio, si ebbero a vanto il possederlo tra loro. Nel 1819 il. Morgigni venne inviato in Sicilia, e propriamente nella valle di Trapani per la formazione dei nuovi tribunali del tutto simiglianti al continente. Compiuta la sua missione, accompagnato dall'amore e dalla gratitudine di quegli isolani, fe' ritorno in Napoli. da cui ripartì per Lucera nel settembre del 1820, colla qualità di Procuratore generale presso quella gran Corte criminale.
Di là dopo pochi mesi passò nella Calabria Citeriore: ma nel 1821, essendo stato accusato di aver preso parte ai politici rivolgimenti e di essere amante delle idee liberali, fu privato della carica: ond'egli si diede nuovamente in Cosenza all' esercizio dell' avvocaria, alla quale aveva atteso in Napoli prima di ascendere ai pubblici uffizi. Fornito di un' anima forte e generosa, di un elevato sentimento di nobiltà e grandezza. di cuore magnanimo e leale fu Michele Morgigni, il modello delle private non meno delle sociali virtú.
Rattrovavasi egli ancora in Cosenza, quando nel 24 giugno 1822 uscì per diporto a cavallo!... Ah! egli non prevedeva che quella dovea essere l' ultima sua ora, e che la morte in segreto lo avea già destinato sua vittima ! Per un sentiero ingombro di sassi. il cavallo ch' ei montava si adombrò, e impennandosi rovesciollo con impeto di sella. e trascinandolo lunga pezza per uno dei piedi imprigionato nella staffa su per quelle pietre, il fe' fiaccare orribilmente nelle tempie. Così sconcio e insanguinato, fu trasportato in Celico. picciol paese poco discosto dal sito ov' egli cadde. Ivi sul letto di dolori i sensi lo abbandonarono, la lena gli mancò, non respirava che gli ultimi aneliti della vita, e già dopo poche ore cessava di vivere.
Di questo insigne magistrato ne scrisse la biografia il chiarissimo giureconsulto Stanislao Falconi di Capracotta nella pag. 31 a 32 dell' anno secondo del Poliorama pittoresco (Napoli, 1837-38, in-4.°). Con molto onore poi parlarono e scrissero del Morgigni il su cennato N. Niccolini nel vol. V. pag. 14 delle sue Questioni di diritto, Camillo Minieri-Riccio nelle Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Luigi Volpicella nella pag. 287 del vol. VII della 'Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVIII e dei contemporanei (Venezia, 1840, in-8o). Luigi Ciccaglione nella parte 3.a, pag. 13 del Sunto storico-tipografico d' Italia dalle origini a tutto 1861, Girolamo Boccardo nel vol. XIV, sesta edizione, nell' Enciclopedia popolare, il prof. Domenico Giusto nel Dizionario bio-bibliografico degli scrittori pugliesi viventi e dei morti nel presente secolo (Napoli, 1893, in-8.° gin), Tito Spinelli nella Prefazione a' Notamenti patrii di Vincenzo de Ninno da Giovinazzo, pubblicati nel 1900 nel vol. XVII, n. 9 dell' ottima Rassegna Pugliese di Trani, e parecchi altri".