Passeggiando con la storia
Pompeo Sarnelli l’amicizia con il cardinale Vincenzo Maria Orsini
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 1 febbraio 2024
Il personaggio odierno è finito sotto la nostra lente d'ingrandimento grazie al contributo di Michela Tocci: "L'amicizia con il cardinale Vincenzo Maria Orsini", pubblicato all'interno del volume: "Pompeo Sarnelli Un Vescovo pugliese fra Sei e Settecento Produzione letteraria, attività pastorale e committenza artistica", Edizioni del Grifo, 2002.
Nacque a Polignano a Mare il 16 gennaio 1649 e morì a Bisceglie il 7 luglio 1724. All'età di quattordici anni, il forte interesse verso gli studi ne provocò la fuga di casa verso la capitale partenopea, dove proseguì gli studi sotto la guida di autorevoli maestri. Venne ordinato sacerdote il 14 marzo 1672. Ottenuto il sacerdozio, e avendo già dimostrato acume ed ingegno, non ancora trentenne, fu insignito del titolo di Protonotario Apostolico ed aggregato all'Accademia degli "Spensierati" di Rossano.
In questo periodo, nel 1679, il cardinale Vincenzo Maria Orsini, frate domenicano, già Arcivescovo di Manfredonia e futuro Benedetto XIII, ebbe modo di conoscere le doti intellettuali del Sarnelli nelle discipline ecclesiastiche, e apprezzandone l'acume e l'ingegno, lo nominò suo aiutante di studio. Incarico che detenne anche durante gli anni degli episcopati cesenati e beneventani dell'Orsini. Questo incontro si rivelò determinante non solo ai fini della carriera ecclesiastica ma anche per gli orientamenti culturali del Sarnelli, indirizzandoli verso temi più strettamente religiosi.
"Il Sarnelli collaborò, dunque, con il Cardinale Orsini dal 1679 al 1692, anno in cui divenne Vescovo di Bisceglie. L'amicizia con l'Orsini da un lato gli consentì di entrare in contatto con alte cariche ecclesiastiche, dall'altro ridusse gli ambiti entro cui il Sarnelli inizialmente aveva esplicitato la sua vocazione letteraria con opere quali la Posilicheata, il Filo d'Arianna, una edizione del Cunto de li Cunti, destinate ad un pubblico più vasto al pari delle Guide di Napoli e delle aree linitrofe, nuovo genere editorale che lasciava spazio alla passione dell'autore per l'archeologia.
L'assidua frequentazione con il futuro Papa Benedetto XIII, divenuta particolarmente stretta negli anni beneventani, lo indussero, infatti, a continuare la stesura delle Lettere ecclesiastiche, o delle memorie cronologiche dei vescovi ed arcivescovi di Benevento o la redazione di opere come l'Antica Basilicografia in cui è lampante la totale adesione del Sarnelli alla zelante attività riformistica orsiniana, fondata sulla diffusione delle precettistica carlina, (il riferimento è a San Carlo Borromeo n.d.r.), nel Mezzogiorno d'Italia".
Altrettanto illuminante è una lettera ad Angelo Solimena del 1685, su "come si debban dipingere le sacre immagini in cui il Sarnelli esprime la sua concezione sulla pittura religiosa, chiaramente ispirata alle norme tridentine e nettamente critica nei confronti delle nuove espressioni barocche, ovvero "moderne". Un documento da cui, peraltro, il Sarnelli emerge come colui che all'interno dell'entourage orsiniano godeva di prestigio quale conoscitore ed esperto di problematiche artistiche ed alle cui direttive, evidentemente, ci si doveva attenere, seguendo "il metodo della puntuale verifica con le fonti scritte e la necessità di garantire con rigore filologico la fedeltà dell'immagine sacra ai testi della tradizione biblica e della più accreditata letteratura agiografica".
Tralasciando il testo della Tocci, riprendiamo parte delle notizie biografiche del nostro, per giungere alla elezione al vescovado di Bisceglie. Nel 1689 il Sarnelli è assistente dell'Orsini durante il conclave che elesse Papa Alessandro VIII, e da quest'ultimo ebbe il titolo di conte Palatino. Nel 1691, sedendo sul Soglio pontificio lo spinazzolese Antonio Pignatelli col nome di Innocenzo XII, su proposta dello stesso Orsini, Pompeo Sarnelli fu eletto vescovo di Bisceglie, facendovi solenne ingresso il 18 maggio del 1692.
Il neo eletto vescovo, con la preghiera consacratoria dell'Orsini, ricevette, nel duomo di Benevento, la ordinazione episcopale il 4 maggio 1692. Furono vescovi assistenti coconsacranti, mons. Francesco Antonio Punzi, nostro illustre concittadino e mons. Fabrizio Cianci, vescovo della purtroppo, oggi, soppressa Diocesi di Guardialfiera, nel Molise.
Proseguendo la lettura e la stesura di parte del testo da cui siamo partiti, ecco il seguito: "Sono questi gli orientamenti che, insieme al culto delle reliquie, della ricchezza delle suppellettili destinate alle cerimonie e di dipinti facilmente accessibili nel loro significato anche da parte di devoti di "corta intelligenza" propri dell'Orsini, ispirarono anche l'attività sarnelliana nella Diocesi di Bisceglie.
Allorchè nel 1724, l'Orsini fu eletto papa col nome di Benedetto XIII, il vecchio amico gli inviò una lettera di congratulazioni cui il pontefice, contrariamente alla consuetudine, decise di rispondere per Breve. Pur essendo pervenuta la notizia della morte del Sarnelli, il papa volle che il Breve fosse ugualmente inviato al capitolo della cattedrale di Bisceglie a perenne neoria della sua stima ed amicizia".
Nacque a Polignano a Mare il 16 gennaio 1649 e morì a Bisceglie il 7 luglio 1724. All'età di quattordici anni, il forte interesse verso gli studi ne provocò la fuga di casa verso la capitale partenopea, dove proseguì gli studi sotto la guida di autorevoli maestri. Venne ordinato sacerdote il 14 marzo 1672. Ottenuto il sacerdozio, e avendo già dimostrato acume ed ingegno, non ancora trentenne, fu insignito del titolo di Protonotario Apostolico ed aggregato all'Accademia degli "Spensierati" di Rossano.
In questo periodo, nel 1679, il cardinale Vincenzo Maria Orsini, frate domenicano, già Arcivescovo di Manfredonia e futuro Benedetto XIII, ebbe modo di conoscere le doti intellettuali del Sarnelli nelle discipline ecclesiastiche, e apprezzandone l'acume e l'ingegno, lo nominò suo aiutante di studio. Incarico che detenne anche durante gli anni degli episcopati cesenati e beneventani dell'Orsini. Questo incontro si rivelò determinante non solo ai fini della carriera ecclesiastica ma anche per gli orientamenti culturali del Sarnelli, indirizzandoli verso temi più strettamente religiosi.
"Il Sarnelli collaborò, dunque, con il Cardinale Orsini dal 1679 al 1692, anno in cui divenne Vescovo di Bisceglie. L'amicizia con l'Orsini da un lato gli consentì di entrare in contatto con alte cariche ecclesiastiche, dall'altro ridusse gli ambiti entro cui il Sarnelli inizialmente aveva esplicitato la sua vocazione letteraria con opere quali la Posilicheata, il Filo d'Arianna, una edizione del Cunto de li Cunti, destinate ad un pubblico più vasto al pari delle Guide di Napoli e delle aree linitrofe, nuovo genere editorale che lasciava spazio alla passione dell'autore per l'archeologia.
L'assidua frequentazione con il futuro Papa Benedetto XIII, divenuta particolarmente stretta negli anni beneventani, lo indussero, infatti, a continuare la stesura delle Lettere ecclesiastiche, o delle memorie cronologiche dei vescovi ed arcivescovi di Benevento o la redazione di opere come l'Antica Basilicografia in cui è lampante la totale adesione del Sarnelli alla zelante attività riformistica orsiniana, fondata sulla diffusione delle precettistica carlina, (il riferimento è a San Carlo Borromeo n.d.r.), nel Mezzogiorno d'Italia".
Altrettanto illuminante è una lettera ad Angelo Solimena del 1685, su "come si debban dipingere le sacre immagini in cui il Sarnelli esprime la sua concezione sulla pittura religiosa, chiaramente ispirata alle norme tridentine e nettamente critica nei confronti delle nuove espressioni barocche, ovvero "moderne". Un documento da cui, peraltro, il Sarnelli emerge come colui che all'interno dell'entourage orsiniano godeva di prestigio quale conoscitore ed esperto di problematiche artistiche ed alle cui direttive, evidentemente, ci si doveva attenere, seguendo "il metodo della puntuale verifica con le fonti scritte e la necessità di garantire con rigore filologico la fedeltà dell'immagine sacra ai testi della tradizione biblica e della più accreditata letteratura agiografica".
Tralasciando il testo della Tocci, riprendiamo parte delle notizie biografiche del nostro, per giungere alla elezione al vescovado di Bisceglie. Nel 1689 il Sarnelli è assistente dell'Orsini durante il conclave che elesse Papa Alessandro VIII, e da quest'ultimo ebbe il titolo di conte Palatino. Nel 1691, sedendo sul Soglio pontificio lo spinazzolese Antonio Pignatelli col nome di Innocenzo XII, su proposta dello stesso Orsini, Pompeo Sarnelli fu eletto vescovo di Bisceglie, facendovi solenne ingresso il 18 maggio del 1692.
Il neo eletto vescovo, con la preghiera consacratoria dell'Orsini, ricevette, nel duomo di Benevento, la ordinazione episcopale il 4 maggio 1692. Furono vescovi assistenti coconsacranti, mons. Francesco Antonio Punzi, nostro illustre concittadino e mons. Fabrizio Cianci, vescovo della purtroppo, oggi, soppressa Diocesi di Guardialfiera, nel Molise.
Proseguendo la lettura e la stesura di parte del testo da cui siamo partiti, ecco il seguito: "Sono questi gli orientamenti che, insieme al culto delle reliquie, della ricchezza delle suppellettili destinate alle cerimonie e di dipinti facilmente accessibili nel loro significato anche da parte di devoti di "corta intelligenza" propri dell'Orsini, ispirarono anche l'attività sarnelliana nella Diocesi di Bisceglie.
Allorchè nel 1724, l'Orsini fu eletto papa col nome di Benedetto XIII, il vecchio amico gli inviò una lettera di congratulazioni cui il pontefice, contrariamente alla consuetudine, decise di rispondere per Breve. Pur essendo pervenuta la notizia della morte del Sarnelli, il papa volle che il Breve fosse ugualmente inviato al capitolo della cattedrale di Bisceglie a perenne neoria della sua stima ed amicizia".