Passeggiando con la storia
Quando la Fiera San Giorgio si svolse presso la Chiesa Madonna delle Grazie
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 27 aprile 2023
Il documento che viene presentato nella puntata odierna della nostra rubrica, al di là del valore intrinseco, conserva, tra le sue righe, un importante scoperta e riferimento di novità circa lo svolgimento della nostra antica Fiera San Giorgio. L'evento fieristico, pur perdendosi nella notte dei tempi: da Umfrido d'Altavilla, che, con atto del 1100, donava alla venerabile Commenda di Grassano alcuni appezzamenti di terreni e patrocinava l'istituzione di una fiera", al ripristino di Carlo II d'Angio, il 1294, esso non finisce di riservarci altri elementi di studi e di conoscenza.
Infatti, un documento conservato presso l'Archivio Capitolare di Gravina: "Accordo tra l'Ill.mo Sig. Don Antonio Orsino Duca di Gravina et Monsign. Ill.mo Vincenzo Iustiniano Vescovo di Gravina(1600 circa)", giunge dopo una lunga serie di cause e processi ed è finalizzato alla convivenza pacifica "sono successe molte lite in materia di giurisdizione et altre cause", "et volendi li suddetti Ss.ri Duca et Vescovo vivere pacificamente per l'avvenire".Arbitro et arbitratore è nominato Camillo de Curtis, presidente della Regia Sommaria di Napoli. Il Vescovo avrà l'obbligo di far ratificare entro un termine di quindici giorni il presente accordo ai membri del Capitolo Cattedrale, della chiesa e della Collegiata di S. Niccolò e da tutto il clero di Gravina con apposito atto notarile pubblico.
La mancanza di ratifica da parte delle autorità religiose permetteranno al Duca di violare l'accordo e di chiedere tutti danni et interesse che per mancamento di detta ratificazione potesse patire detto sig. Duca. Le parti sono amicabiliter giunti all'accordo che nel giardino o parco murato della Chiesa di Santa Maria delle Gratiae, che sta coerente alla casa di detta Chiesa, si faccia ogni anno in perpetuo il mercato o sia la fiera di San Giorgio di Gravina che comincia alli 18 Aprile et finisce alli 29(?) del medesimo per conto di mercantia di ogni sorte fuorchè di bestiame. Le spese di costruzione delle botteghe, adherenti al muro della parte di dentro (intende la parete della chiesa), si debbano far comuni.
Il documento suggerisce anche il fatto che la chiesa non è ancora terminata totalmente, e istruisce sull'urgenza da parte del Vescovo di terminare le parti spettanti al tempio mentre destina al duce le spese per il resto dell'infrastruttura. L'occasione di migliorare le attività economiche della città attraverso la fiera di san Giorgio, si colora di un chiaro e preciso significato politico-religioso. Benché posto in terza pagina, la parte più pregnante dell'accordo è lo scioglimento dalla pena di scomunica di cui si era macchiato il duca Orsini.
Sicchè, attraverso questo documento, portato alla luce grazie alle mie continue ed insistenti ricerche, riusciamo a sapere che la nostra antichissima campionaria, oltre che a svolgersi nei pressi della chiesa omonima, per poi svolgersi, prima o poi, ai Cappuccini, nei pressi della cosiddetta Caccia o più esattamente nelle vicinanze dell'ex Convento dei Cappuccini, l'attuale chiesa di san Felice, ebbe a svolgersi, come si evince dal testo del documento storico di cui sopra, anche nei pressi o adiacente le mura della costruenda chiesa Madonna delle Grazie.
Un'altra destinazione, desunta da un vecchio dipinto, scomparso, purtroppo, che si trovava presso il Palazzo Orsini di Solofra, attuale sede della Casa comunale, è stata quella adiacente e lungo le vie circostanti il nostro Palazzo Orsini. Intorno ai primi anni del 900, la fiera ha avuto luogo nei pressi della villa comunale, nella parte prospiciente l'edificio scolastico.
Per concludere e ritornando al documento da cui siamo partiti, purtroppo, c'è da dire che parte di quell'accordo, con il tempo, è stato disatteso, visti i continui cambiamenti di luoghi in cui la fiera ha avuto il suo continuo e costante svolgimento. Una verità indiscussa è che se queste notizie fossero affiorate nei tempi andati, ed evidenziate con la dovuta accortezza, forse, l'espansione della città non avrebbe dovuto interessare questa zona e lasciare che l'evento fieristico, in fede all'accordo sottoscritto, continuasse a svolgersi dove le parti avevano convenuto che si svolgesse.
Infatti, un documento conservato presso l'Archivio Capitolare di Gravina: "Accordo tra l'Ill.mo Sig. Don Antonio Orsino Duca di Gravina et Monsign. Ill.mo Vincenzo Iustiniano Vescovo di Gravina(1600 circa)", giunge dopo una lunga serie di cause e processi ed è finalizzato alla convivenza pacifica "sono successe molte lite in materia di giurisdizione et altre cause", "et volendi li suddetti Ss.ri Duca et Vescovo vivere pacificamente per l'avvenire".Arbitro et arbitratore è nominato Camillo de Curtis, presidente della Regia Sommaria di Napoli. Il Vescovo avrà l'obbligo di far ratificare entro un termine di quindici giorni il presente accordo ai membri del Capitolo Cattedrale, della chiesa e della Collegiata di S. Niccolò e da tutto il clero di Gravina con apposito atto notarile pubblico.
La mancanza di ratifica da parte delle autorità religiose permetteranno al Duca di violare l'accordo e di chiedere tutti danni et interesse che per mancamento di detta ratificazione potesse patire detto sig. Duca. Le parti sono amicabiliter giunti all'accordo che nel giardino o parco murato della Chiesa di Santa Maria delle Gratiae, che sta coerente alla casa di detta Chiesa, si faccia ogni anno in perpetuo il mercato o sia la fiera di San Giorgio di Gravina che comincia alli 18 Aprile et finisce alli 29(?) del medesimo per conto di mercantia di ogni sorte fuorchè di bestiame. Le spese di costruzione delle botteghe, adherenti al muro della parte di dentro (intende la parete della chiesa), si debbano far comuni.
Il documento suggerisce anche il fatto che la chiesa non è ancora terminata totalmente, e istruisce sull'urgenza da parte del Vescovo di terminare le parti spettanti al tempio mentre destina al duce le spese per il resto dell'infrastruttura. L'occasione di migliorare le attività economiche della città attraverso la fiera di san Giorgio, si colora di un chiaro e preciso significato politico-religioso. Benché posto in terza pagina, la parte più pregnante dell'accordo è lo scioglimento dalla pena di scomunica di cui si era macchiato il duca Orsini.
Sicchè, attraverso questo documento, portato alla luce grazie alle mie continue ed insistenti ricerche, riusciamo a sapere che la nostra antichissima campionaria, oltre che a svolgersi nei pressi della chiesa omonima, per poi svolgersi, prima o poi, ai Cappuccini, nei pressi della cosiddetta Caccia o più esattamente nelle vicinanze dell'ex Convento dei Cappuccini, l'attuale chiesa di san Felice, ebbe a svolgersi, come si evince dal testo del documento storico di cui sopra, anche nei pressi o adiacente le mura della costruenda chiesa Madonna delle Grazie.
Un'altra destinazione, desunta da un vecchio dipinto, scomparso, purtroppo, che si trovava presso il Palazzo Orsini di Solofra, attuale sede della Casa comunale, è stata quella adiacente e lungo le vie circostanti il nostro Palazzo Orsini. Intorno ai primi anni del 900, la fiera ha avuto luogo nei pressi della villa comunale, nella parte prospiciente l'edificio scolastico.
Per concludere e ritornando al documento da cui siamo partiti, purtroppo, c'è da dire che parte di quell'accordo, con il tempo, è stato disatteso, visti i continui cambiamenti di luoghi in cui la fiera ha avuto il suo continuo e costante svolgimento. Una verità indiscussa è che se queste notizie fossero affiorate nei tempi andati, ed evidenziate con la dovuta accortezza, forse, l'espansione della città non avrebbe dovuto interessare questa zona e lasciare che l'evento fieristico, in fede all'accordo sottoscritto, continuasse a svolgersi dove le parti avevano convenuto che si svolgesse.