Passeggiando con la storia
Raffaele Michele Ciminale: insegnante, educatore, consigliere provinciale
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 27 febbraio 2020
Raffaele Michele Ciminale, questi i nomi imposti il giorno del Battesimo, nasce a Gravina, in via Giosia Gentile, attuale via Nunzio Incannamorte, il 29 settembre del 1929, da Francesco e Antonietta Basile. Il 26 giugno 2001, il giorno, il mese e l'anno del suo trapasso. Nell'anno scolastico 1937/38 consegue la maturità magistrale. Ad ottobre del 1938 gli viene affidato il primo impegno professionale, in qualità di istitutore, presso il Convitto Nazionale annesso al Liceo-Ginnasio Giovanni Pascoli di Matera. Due mesi dopo, approda alla Scuola Tecnica Agraria parificata, voluta dal barone Ettore Pomarici Santomasi, come insegnante doposcuolista. Nel corso dell'anno scolastico successivo, 1938/39, riceve la nomina di insegnante supplente annuale a Spinazzola, che gli viene riconfermata alla riapertura delle scuole:1939/40. E' in questa città che conoscerà la signorina Pia Prota, che impalmerà il 1° luglio 1944.
La carriera di insegnante, almeno per i due anni successivi, trova espletamento, sia pure e ancora come supplente annuale, a Gravina. Nell'estate del 1941, il Commissario straordinario al Fascio di Gravina, Emanuele De Feo, di Spinazzola, lo chiama ad assumere l'incarico di collaboratore d'ufficio, presso l'unità cittadina del Fascio, per sbrigare il lavoro-burocratico amministrativo col compenso di 10 lire al mese. L'incarico gli fu affidato, forse per la stima che aveva acquistato durante gli anni di insegnamento spinazzolese. Intanto, continua a studiare, tra la sera e le ore notturne, per aspirare a ricoprire il ruolo di Segretario presso i Municipi del Regno.
Nel gennaio 1942, dopo aver sostenuto brillantemente gli esami, consegue l'abilitazione all'esercizio di segretario comunale. Senza neanche aver terminato l'anno scolastico in corso, si dimette dall'insegnamento, perché viene chiamato, nelle vesti di Vice Segretario Capo, a copertura del posto del titolare, il dott. Matteo De Marinis, chiamato alle armi. Si potrebbe dire: da educatore a burocrate, per sei anni a servizio dei cittadini. Terminata la guerra, il rientro in sede del De Marinis, la necessità di riorganizzare la macchina amministrativa, gli incarichi furono altri, all'interno della stessa struttura comunale. Ingranaggio importante nella macchina amministrativa dei comuni, ricoprì, ruoli di reggente, di segretario generale nei comuni di Parrano e di Allerona, in provincia di Terni, fino al ritorno in cattedra, come insegnante, a Gravina, negli anni che vanno dal 1950 al 1959, della serie il primo amore non si scorda mai. Predelle e cattedre di breve durata, però, se è vero, come è vero, che fu chiamato a reggere, prima la Direzione Didattica della Scuola elementare San Giovanni Bosco e nella stessa, successivamente, nel ruolo di Segretario.
L'attività professionale viene unita a quella dell'impegno nel mondo cattolico locale, per alcuni incarichi diocesani e nazionali, nell'ambito delle Associazioni professionali: l'AIMC, Associazione Italiana Maestri Cattolici e Movimento Maestri di Azione Cattolica. Intanto, in questo stesso periodo, arriva la nomina a Commissario dell'ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Al termine del su accennato decennio. La svolta. Il trasferimento di residenza da Gravina a Bari, dove si aprono nuovi scenari e nuove prospettive di impegno professionale, sociale e politico nelle fila della Democrazia Cristiana. Dal 1° ottobre 1959, lavoro presso l'Ente Nazionale per la Protezione Morale del Fanciullo. Un impegno sempre nell'ambito scolastico, ma con funzioni di più ampio respiro, considerato che l'Ente abbraccia i 45 Comuni del barese i 25 del brindisino.
Per l'esperienza accumulata sul campo, ancora nuovi impegni nel mondo della scuola. Dal 1979/80 e dal 1982/83, presso il Provveditorato agli Studi Bari è componente del Gruppo di Lavoro per l'istituzione e l'avvio del nuovo modello operativo della Integrazione, in sostituzione della formula precedente delle cosiddette classi differenziali. Non manca, come abbiamo precedentemente accennato l'impegno politico. Infatti, nel quadriennio, 1960- 1964, viene eletto consigliere provinciale nel Collegio Gravina- Poggiorsini- Spinazzola.
E' in questo ambito che, nella seduta del gennaio 1961, viene designato all'incarico di Presidente del Consiglio Direttivo dell'Istituto tecnico Agrario Parificato, per la preparazione dei periti agrari. Nella veste di rappresentante pubblico nel Consiglio provinciale di Bari, il suo impegno si dipana sempre con lo sguardo rivolto al mondo della scuola, della cultura e dell'istruzione. Infatti, fu in questo periodo che profuse grande impegno, tra l'altro, per la salvaguardia degli affreschi di San Vito Vecchio e la loro restituzione alla città. Il tempo passa. Gli impegni non sono sempre gli stessi, perché a nuovi incarichi è chiamato, dopo la fine del mandato di consigliere provinciale.
Nel 1975, con l'entrata in vigore del nuovo Statuto dell'Ente Nazionale Assistenza Magistrale, dopo le consultazioni elettorali della Categoria (Ispettori, Direttori e Docenti della scuola primaria), il Provveditore agli Studi, con Decreto del 22 maggio 1975, n. 306, lo nomina Presidente del Comitato Provinciale dell'ENAM, carica che rivestirà per circa un ventennio. A conclusione di questo profilo biografico non si non fare una sola, semplice ed elementare considerazione, nonché constatazione. Fu un uomo di scuola, per la scuola e nella scuola. Da educatore, insegnante, dirigente ad ogni livello, convinto che la vera opera di un insegnante non sia o non debba essere solo quella del fare apprendere, cercando di elevare sempre le classi meno abbienti, meno colte, ma di essere, soprattutto testimone di esemplarità, di dedizione, di rispetto, di servizio.
La carriera di insegnante, almeno per i due anni successivi, trova espletamento, sia pure e ancora come supplente annuale, a Gravina. Nell'estate del 1941, il Commissario straordinario al Fascio di Gravina, Emanuele De Feo, di Spinazzola, lo chiama ad assumere l'incarico di collaboratore d'ufficio, presso l'unità cittadina del Fascio, per sbrigare il lavoro-burocratico amministrativo col compenso di 10 lire al mese. L'incarico gli fu affidato, forse per la stima che aveva acquistato durante gli anni di insegnamento spinazzolese. Intanto, continua a studiare, tra la sera e le ore notturne, per aspirare a ricoprire il ruolo di Segretario presso i Municipi del Regno.
Nel gennaio 1942, dopo aver sostenuto brillantemente gli esami, consegue l'abilitazione all'esercizio di segretario comunale. Senza neanche aver terminato l'anno scolastico in corso, si dimette dall'insegnamento, perché viene chiamato, nelle vesti di Vice Segretario Capo, a copertura del posto del titolare, il dott. Matteo De Marinis, chiamato alle armi. Si potrebbe dire: da educatore a burocrate, per sei anni a servizio dei cittadini. Terminata la guerra, il rientro in sede del De Marinis, la necessità di riorganizzare la macchina amministrativa, gli incarichi furono altri, all'interno della stessa struttura comunale. Ingranaggio importante nella macchina amministrativa dei comuni, ricoprì, ruoli di reggente, di segretario generale nei comuni di Parrano e di Allerona, in provincia di Terni, fino al ritorno in cattedra, come insegnante, a Gravina, negli anni che vanno dal 1950 al 1959, della serie il primo amore non si scorda mai. Predelle e cattedre di breve durata, però, se è vero, come è vero, che fu chiamato a reggere, prima la Direzione Didattica della Scuola elementare San Giovanni Bosco e nella stessa, successivamente, nel ruolo di Segretario.
L'attività professionale viene unita a quella dell'impegno nel mondo cattolico locale, per alcuni incarichi diocesani e nazionali, nell'ambito delle Associazioni professionali: l'AIMC, Associazione Italiana Maestri Cattolici e Movimento Maestri di Azione Cattolica. Intanto, in questo stesso periodo, arriva la nomina a Commissario dell'ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Al termine del su accennato decennio. La svolta. Il trasferimento di residenza da Gravina a Bari, dove si aprono nuovi scenari e nuove prospettive di impegno professionale, sociale e politico nelle fila della Democrazia Cristiana. Dal 1° ottobre 1959, lavoro presso l'Ente Nazionale per la Protezione Morale del Fanciullo. Un impegno sempre nell'ambito scolastico, ma con funzioni di più ampio respiro, considerato che l'Ente abbraccia i 45 Comuni del barese i 25 del brindisino.
Per l'esperienza accumulata sul campo, ancora nuovi impegni nel mondo della scuola. Dal 1979/80 e dal 1982/83, presso il Provveditorato agli Studi Bari è componente del Gruppo di Lavoro per l'istituzione e l'avvio del nuovo modello operativo della Integrazione, in sostituzione della formula precedente delle cosiddette classi differenziali. Non manca, come abbiamo precedentemente accennato l'impegno politico. Infatti, nel quadriennio, 1960- 1964, viene eletto consigliere provinciale nel Collegio Gravina- Poggiorsini- Spinazzola.
E' in questo ambito che, nella seduta del gennaio 1961, viene designato all'incarico di Presidente del Consiglio Direttivo dell'Istituto tecnico Agrario Parificato, per la preparazione dei periti agrari. Nella veste di rappresentante pubblico nel Consiglio provinciale di Bari, il suo impegno si dipana sempre con lo sguardo rivolto al mondo della scuola, della cultura e dell'istruzione. Infatti, fu in questo periodo che profuse grande impegno, tra l'altro, per la salvaguardia degli affreschi di San Vito Vecchio e la loro restituzione alla città. Il tempo passa. Gli impegni non sono sempre gli stessi, perché a nuovi incarichi è chiamato, dopo la fine del mandato di consigliere provinciale.
Nel 1975, con l'entrata in vigore del nuovo Statuto dell'Ente Nazionale Assistenza Magistrale, dopo le consultazioni elettorali della Categoria (Ispettori, Direttori e Docenti della scuola primaria), il Provveditore agli Studi, con Decreto del 22 maggio 1975, n. 306, lo nomina Presidente del Comitato Provinciale dell'ENAM, carica che rivestirà per circa un ventennio. A conclusione di questo profilo biografico non si non fare una sola, semplice ed elementare considerazione, nonché constatazione. Fu un uomo di scuola, per la scuola e nella scuola. Da educatore, insegnante, dirigente ad ogni livello, convinto che la vera opera di un insegnante non sia o non debba essere solo quella del fare apprendere, cercando di elevare sempre le classi meno abbienti, meno colte, ma di essere, soprattutto testimone di esemplarità, di dedizione, di rispetto, di servizio.