Passeggiando con la storia
Soccorpo Cattedrale “Lamia dei Morti” o “Cemeterio” o “chiesa di S. Croce”
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 17 novembre 2022
Si tratta della chiesa sottostante la Cattedrale, chiamata anche "Lamia dei Morti" o "Cemeterio" o "chiesa di S. Croce" per via dell'omonima confraternita che ne aveva la cura. La prima descrizione compare nella seconda visita di Filippo Cansacchi, vescovo di Gravina, negli anni 1639-1640. Durante il terremoto del 1456 detta chiesa non venne danneggiata. E' lunga quanto quella superiore fino però all'arco di trionfo. E' a tre navate scandite da massicci pilastri quadrati, che terminano in tre altari distinti, di cui quello centrale è dedicato al Crocifisso.
Le tre navate sono collegate da 12 archi, sei a destra e sei a sinistra. Ai lati ci sono quattro sculture in pietra, di rozza fattura, raffiguranti S. Domenico, S.Francesco o S. Antonio, S. Anna e S. Gioachino. Sull'altare di destra, consacrato nel 1714, era presente una tela de "l'Assunta", libero rifacimento di note opere guariniane, conservata attualmente presso la sacrestia della Cattedrale. Sull'altare di sinistra vi era al centro un dipinto su tela di S. Michele Arcangelo, anch'esso oggi fruibile presso la sacrestia della Cattedrale, mentre ai lati sono presenti due statue in carta pesta dell'Angelo custode e dell'arcangelo Raffaele.
Sotto il piano di calpestio esiste una grande fossa, adibita a sepolcreto comune fino a quando mons. Cavalieri (1690-1705) non fece traslare i miseri resti nella cripta di S. Michele. A mons. Cavalieri si deve l'istituzione della confraternita nel 1703, successivamente perfezionata dal punti di vista canonico da mons. Ferrero durante la sua visita pastorale nel 1727. Il card. Orsini avendolo trovato "pieno di sepolture, parte sfondate, parte con mezze lapidi, e tutte sconciamente distribuite e piene fino alla sommità", ne ordinò la rimozione, assegnando la parte centrale a sepoltura di prelati.
Ridusse le 72 sepolture a 12: "cioè sette nella nave minore sinistra per la Università, una nella nave di mezzo per lo Clero, e quattro altre nella nave minore destra per gli fratelli e sorelle della Buona morte, e del SS. Sacramento" (Visita Apostolica del card. Orsini, Tobia Granieri 1975, or. Man. 86-87v).
Dei prelati ivi sepolti ricordiamo, come attestano le lapidi (con stemmi e iscrizioni cf. AUDC, II W Visite, 41,2,16-18): Giovanni Angelo Pellegrino (1552-1568); Agostino Cassandra (1614 – 1623); Arcangelo Baldini 1(626 – 1629); Camillo Olivieri (1731-1758), Nicola Cicirelli (1758-1790), Cassiodoro Margarita (1818-1851); Francesco Saverio Giannuzzi Savelli (1851-1851) e Mario de Luca (1852-1855). A destra dell'ingresso in una cornice vi è un cinquecentesco monumento funerario, abilmente lavorato. E' stata aperta al culto fino al 1958, quando mons. Forzoni decise di chiuderla
(Testi e foto tratti da I Luoghi del Sacro e dello stupore. Guida ai complessi architettonici della fede di Gravina. A cura di Giacomo Lorusso).
Le tre navate sono collegate da 12 archi, sei a destra e sei a sinistra. Ai lati ci sono quattro sculture in pietra, di rozza fattura, raffiguranti S. Domenico, S.Francesco o S. Antonio, S. Anna e S. Gioachino. Sull'altare di destra, consacrato nel 1714, era presente una tela de "l'Assunta", libero rifacimento di note opere guariniane, conservata attualmente presso la sacrestia della Cattedrale. Sull'altare di sinistra vi era al centro un dipinto su tela di S. Michele Arcangelo, anch'esso oggi fruibile presso la sacrestia della Cattedrale, mentre ai lati sono presenti due statue in carta pesta dell'Angelo custode e dell'arcangelo Raffaele.
Sotto il piano di calpestio esiste una grande fossa, adibita a sepolcreto comune fino a quando mons. Cavalieri (1690-1705) non fece traslare i miseri resti nella cripta di S. Michele. A mons. Cavalieri si deve l'istituzione della confraternita nel 1703, successivamente perfezionata dal punti di vista canonico da mons. Ferrero durante la sua visita pastorale nel 1727. Il card. Orsini avendolo trovato "pieno di sepolture, parte sfondate, parte con mezze lapidi, e tutte sconciamente distribuite e piene fino alla sommità", ne ordinò la rimozione, assegnando la parte centrale a sepoltura di prelati.
Ridusse le 72 sepolture a 12: "cioè sette nella nave minore sinistra per la Università, una nella nave di mezzo per lo Clero, e quattro altre nella nave minore destra per gli fratelli e sorelle della Buona morte, e del SS. Sacramento" (Visita Apostolica del card. Orsini, Tobia Granieri 1975, or. Man. 86-87v).
Dei prelati ivi sepolti ricordiamo, come attestano le lapidi (con stemmi e iscrizioni cf. AUDC, II W Visite, 41,2,16-18): Giovanni Angelo Pellegrino (1552-1568); Agostino Cassandra (1614 – 1623); Arcangelo Baldini 1(626 – 1629); Camillo Olivieri (1731-1758), Nicola Cicirelli (1758-1790), Cassiodoro Margarita (1818-1851); Francesco Saverio Giannuzzi Savelli (1851-1851) e Mario de Luca (1852-1855). A destra dell'ingresso in una cornice vi è un cinquecentesco monumento funerario, abilmente lavorato. E' stata aperta al culto fino al 1958, quando mons. Forzoni decise di chiuderla
(Testi e foto tratti da I Luoghi del Sacro e dello stupore. Guida ai complessi architettonici della fede di Gravina. A cura di Giacomo Lorusso).