Le quattro parti del mondo
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Passeggiando con la storia

Un centenario da rispettare (1922 – 2022) la Pinacoteca della Fondazione Pomarici Santomasi

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

La data di nascita, 1922, la ricorrenza centenaria, 2022. Nel bel mezzo si inserì Giuseppe Lucatuorto con la descrizione del Museo Ponarici Santomasi. Note illustrative, Grafiche Alfredo Cressati, Bari 5 settembre 1951. In questo testo, a proposito della pinacoteca-quadreria dell'Ente, leggiamo: "La Pinacoteca è allogata in tre sale. Nella sua maggior parte è costituita da quadri provenienti dalla famiglia Pomarici Santomasi, ai quali si sono aggiunti alcuni della famiglia Calderoni e quei pochi che le successive Amministrazioni hanno potuto acquistare.
Meno poche eccezioni, i quadri sono sforniti di firma; il che indurrebbe a ritenerli per opere di artisti locali o viciniori, che talvolta nella tecnica e nello stile, eco fedele delle grandi Scuole del tempo, raggiungono accenti di vera bellezza". Di tempo, d'allora in poi ne è passato. Si è giunti, di recente, ad una seria, più precisa e più dettagliata catalogazione, ninchè alla individuazione degli autorit, tra conferme e smentite e anche ad una descrizione più dettagliata dei soggetti rappresentati.

Tra le maglie di un progetto culturale dagli orizzonti larghi e ricco di implicazioni sul piano sociale e politico, ormai un secolo fa apriva i battenti a Gravina la Pinacoteca Pomarici Santomasi, trovando una eccezionale sistemazione tra le sale della residenza che il benemerito barone Ettore aveva lasciato in eredità a all'intera comunità cittadina. Inaugurata nel 1922 insieme alle altre sezioni del polifonico museo che l'aristocratico gravinese aveva prefigurato prima di morire troppo precocemente, la quadreria oggi non rappresenta certo una frontiera inesplorata per gli studi sulla pittura del Mezzogiorno.

Anzi, al contrario, dalle aperture di Michele D'Elia (1964; 1982) la raccolta pare essersi lentamente configurata come un irresistibile banco di prova per alcuni dei migliori conoscitori dei fatti artistici pugliesi. Da Lucio Galante a Mimma Pasculli Ferrara, da Vincenzo Pugliese a Clara Gelao passando per Nuccia Barbone, Francesco Abbate, Riccardo Lattuada e Mauro Vincenzo Fontana, sono state diverse le firme della storiografia meridionale che, negli ultimi tre-quattro decenni, hanno armato il dibattito intorno ad alcuni pezzi della pinacoteca.
Composta da una assortita sezione cinque, sei e settecentesca che conteggia oggi quasi un centinaio di dipinti, e impreziosita da un altrettanto variegato corpus di dipinti otto e novecenteschi, la Pinacoteca si configura oggi come uno degli indiscussi punti di forza dell'intero sistema museale pugliese. Un patrimonio straordinario che, come hanno provato gli studi più recenti, è in grado di documentare al meglio lo splendore che ha caratterizzato la vita artistica della regione nei secoli passati.

In virtù di questo, di recente, l'Ente ha promosso e sostenuto un nuovo progetto di allestimento degli spazi espositivi, costruito attraverso una preliminare fase di ricerca scientifica che è stata concepita per incontrare al meglio le esigenze dei 'diversi pubblici' che al giorno d'oggi frequentano gli ambienti museali. Articolato in quattro sale differenti, e immaginato a vantaggio di una fruizione che riuscisse finalmente a coniugare il godimento estetico agli aspetti più propriamente didattici e formativi, il nuovo percorso intende fare della quadreria il principale punto di riferimento per il racconto della gloriosa storia artistica che ha animato Gravina tra il XVI e il XIX secolo.

Provviste di apparati didattici moderni che, anche attraverso la versione in inglese, riescono finalmente a guidare il visitatore durante la sua articolata esperienza museale, le opere selezionate per l'esposizione sono poco meno di una trentina, e appartengono sia ad artisti che oggi riconosciamo tra primi assi della pittura meridionale sei e settecentesca come Francesco Guarini e Paolo de Matteis, sia a personalità che, sebbene oggi godano di una minore notorietà, scrissero pagine decisive nelle vicende della pittura pugliese di epoca barocca come Andrea Miglionico, Nicola Gliri e Domenico Polino.

Capolavoro indiscusso della collezione, è senza dubbio tra i dipinti di maggior rilievo dell'intera Terra di Bari, il San Sebastiano di Ludovico Carracci trova finalmente oggi una collocazione degna del suo statuto artistico. Della ricca collezione di opere pittoriche di varie scuole, annovera circa 263 tele. Emergono per valenza artistica ed espressiva la "Madonna col Bambino" e la "Disputa di Gesù tra i Dottori", 2 tele seicentesche di Francesco Guarini, maestro di scuola napoletana nato a Solofra, "San Sebastiano", come già evidenziato di Ludovico Carracci del 1599, di scuola bolognese.

Notevoli anche gli ovali raffiguranti le "Allegorie dei quattro Continenti", attribuibili a Saverio Persico. A proposito delle suaccennate allegorie, Mauro Vincenzo Fontana, curatore del catalogo: "La Pinacoteca Pomarici Santomasi: da Ludovico Carracci al Settecento", Claudio Gerenzi Editore, dicembre 2016, di recente le ha attribuite al pittore irsinese Domenico Polino
Nel novero degli artisti, citati precedentemente, già famosi ed affermati, ve ne sono altri di interesse locale e pugliesi, come Francesco Andreulli, Francesco Santulli, Carlo Rosa, Lucrezia Ubaldini, Ludovico De Maio, che hanno lasciato la loro impronta, il proprio passaggio, la propria presenza in loco, direttamente o indirettamente.

Purtroppo, molte altre opere non sono datate, perché non sono state catalogate, oltre che necessitano di interventi restaurativi e di molte di esse non si conoscono neanche gli autori. Sono di maggiore o minore importanza, poco conta, certamente, sono lacune da colmare. Non solo per arricchire il già consistente patrimonio artistico, ma, soprattutto per arricchire le conoscenze culturali degli appassionati, dei cultori e di tutti i cittadini e i visitatori che lo vorranno.
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