passeggiando con la storia- vescovi gravinesi
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Passeggiando con la storia

Vescovi gravinesi assenti dalla toponomastica cittadina

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Senza dover dare troppo sfogo, peso e spazio ad un nostalgico ed orgoglioso campanilismo, è giusto riconoscere, comunque, che la Chiesa di Gravina ha "sfornato" molti vescovi, anche se ad essi non è stato riconosciuto lo spazio dovuto alla memoria, al ricordo con targhe toponomastiche. Essi sono: Mons. Orso Vescovo di Gravina dal 1146 al 1155; Mons. Giacomo dal 1294 al 1308; Mons. Luciano o.e.s.a dal 1373 al 1381; Mons. Longobardi o de Longobardi Ruggero o.f.m. dal 1402 al 1411; Mons. Santoro Giovanni Roberto dal 1426 – 1429; Mons. Recio Gregorio dal 1431 al 1443; Mons. Giacomo Pietro dal 1443 al 1476; Mons. De Franchitella o Defranchitelli Antonio dal 1447 al 1450; Mons. Orsini Marino, Amministratore della Diocesi di Gravina dal 1447 al 1451; Mons. Niccolò Lupi, Vescovo di Scutari dal 1492 al 1551; Mons. Santoro Giulio Antonio, Cardinale; Mons. Santoro Donato Antonio, Vescovo; Mons. Santoro o Santonio o Santorio Giovanni Battista, Vescovo di Alife-Caiazzo, poi di Tricarico e infine Nunzio Apostolico in Svizzera; Mons. Santoro Francesco Antonio, Arcivescovo di Acerenza e Matera dal 1585 al 1588; Mons. Santoro Giovanni Antonio, Vescovo di Policastro dal 1610 al 1628; Mons. Marculli Michele, Vescovo di Lucera dal 1733 al 1759; Mons. Onorati Michele, Vescovo di Tricarico dal 1879 al 1903. Ultimo in ordine di tempo Mons. Nardone Beniamino, Arcivescovo titolare di Aureliopoli.

Di molti di essi si hanno notizie scarne, non precise, confuse, non sempre concordanti tra gli storici: Luca Pomarici-Santomasi, il sacerdote Antonio Tavani, Giuseppe De Ninno, Domenico Nardone. Perciò non si è potuto tracciare un quadro completo ed esaustivo di essi, anche se, consultando le cronotassi delle varie Diocesi di riferimento i cognomi di costoro sono inseriti a pieno titolo, così come, anche tutti gli altri che hanno occupato la sede vescovile di Gravina e riportati nella Cronotassi Iconogradia ed Araldica dell'Episcopato Pugliese. Notizie più certe, più dettagliate riguardano Mons. Marino Orsini, Mons. Michele Marculli e Mons. Beniamino Nardone, di cui si riportano i dati più significativi circa la loro vita e il loro ministero sacerdotale ed episcopale.

Mons. Marino Orsini era figlio del Duca di Gravina Francesco I Orsini. Si dice sia nato dalle prime nozze del duca con Flavia Ugone Scillato, altre fonti riportano essere frutto di una relazione extraconiugale con una certa Passarella di Roma, legittimato poi dalla regina Giovanna II. Marino segue la vocazione religiosa e, nel 1427, ottiene gli ordini sacri diventando sacerdote. In poco tempo è promosso vescovo. Con bolla di Papa Eugenio IV del 4 marzo 1447, fu nominato Amministratore apostolico della nostra Diocesi, essendo già Arcivescovo di Taranto, prendendo il possesso dell'amministrazione della chiesa di S. Maria del Piede il 17 marzo successivo. La decisione assunta dal Pontefice fu dettata dalla seguente motivazione: "nessuno, all'infuori di Lui, poteva e doveva provvedere alla nomina dei Vescovi, dovendo ritenersi nulla ogni nomina fatta da chiunque e per qualsiasi autorità", dopo che il Capitolo Cattedrale di Gravina aveva provveduto ad eleggere l'Arcidiacono Antonio De Franchitella o De Franchitelli.

Dal 24 novembre 1432 al 29 aprile 1437 Marino svolge anche l'incarico di Amministratore Apostolico della Diocesi di Conversano. Il 24 aprile 1441 è nominato vescovo di Canne. E' del 1442 la nomina ad abate commendatario dell'abbazia cistercense di Marmosolio, in territorio di Sermoneta, nell'allora Diocesi di Sezze (LT). Nel 1444 Marino è eletto Governatore Apostolico dell'Umbria. Il 4 giugno 1445 è promosso arcivescovo di Palermo, a cui rinuncia. Il 3 agosto dello stesso anno, Papa Eugenio IV gli assegna l'arcivescovato di Taranto.
Durante questo periodo di gestione straordinaria, l'Orsini, provvide a distaccare dalla Cattedrale un certo numero di preti, raccogliendoli nell'antica chiesa di S. Nicola. Per l'occasione la Chiesa è elevata a Collegiata insigne, dotandola di un proprio Capitolo, come già per la Cattedrale, ma indipendente da questa e sotto la immediata giurisdizione di un Abate. Durante la sua reggenza

Mons. Marino, esattamente a maggio del 1450 istituì una Confraternita per scopi umanitari, dedicandola alla Madonna del Piede. Nel 1456, la cattedrale di Gravina viene resa inagibile. L'Amministratore si attivò per avviare i lavori di ampliamento della fabbrica, del restauro e riutilizzo degli elementi già in essere. Nello stesso tempo e durante i lavori sorse il nuovo Palazzo vescovile sulle preesistenti strutture, sospeso su colonne di ordine corinzio e pilastri che formavano uno pseudo chiostro o porticato. Un periodo molto intenso, forse non prevedibile per una gestione straordinaria, ma che determinò buoni ed efficaci risultati per la buona e ordinata crescita del clero e dei fedeli. Mons. Marino Orsini muore nel 1471 a Taranto.

Mons. Michele Marculli nato a Gravina il 23 novembre 1695, probabilmente, fu imparentato con Mons. Angelo Maria Marculli vescovo di Bitetto. Fu dottore in Diritto e svolse la funzione di Vicario Generale nelle Diocesi di Bitonto e Taranto. Nel 1733 fu promosso vescovo di Lucera, fu l'immediato successore di mons. Vincenzo Ferrrero già vescovo di Gravina, e tenne la sede episcopale lucerina fino al 1757. Tra il 1733 e il 1748 fece ampliare e rifare la decorazione interna della cappella dell'Annunciazione sul lato sinistro della Cattedrale di Lucera. Nel 1745, anno in cui la città fu colpita da un terremoto, dette il proprio assenso sia all'erezione della nuova chiesa dei Padri Carmelitani, edificio in cui, dal 1889, riposano i suoi resti mortali, sia all'ampliamento del monastero delle "dame" di Santa Caterina con la costruzione dell'edificio barocco vicino alla chiesa di San Gaetano. Contemporaneo di San Francesco Antonio Fasani fu molto devoto a questo personaggio tanto da rivolgersi ad egli in caso di malanni ed affidarsi alle sue preghiere invece che al medico; nel 1746 aprì il processo informativo sulla fama di santità di padre Fasani che era spirato quattro anni prima. Mons. Marculli si spense nel 1759.

Mons. Beniamino Nardone nacque a Gravina il 12/11/1877. Fece i suoi studi ginnasiali e liceali nel Seminario di Gravina. Studiò Teologia a Roma presso l'Almo Collegio Capranica, seminario della Chiesa cattolica fondato a Roma nel 1457 e tutt'ora aperto, per l'istruzione e la preparazione dei giovani aspiranti al sacerdozio. Il 21/09/1901 è consacrato Sacerdote dal Cardinale Respighi, Vicario di Papa Leone XIII, nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Prelato della Curia Romana. Canonico della Patriarcale Basilica di San Pietro. Segretario della Sacra Congregazione Cerimoniale. Mentre ricopriva questo importante e prestigioso ruolo, il suo nome lo si legge quale componente del Comitato d'onore per le giornate del primo Eucaristico Interdiocesano, indetto da Mons. Giovanni Maria Sanna e celebratosi a Gravina dal 24 al 28 settembre del 1924. Fondatore e Preside dell'Istituto "Alessandro Volta" in Roma, la cui storia è descritta in un volume, apparso nel 1964, per conto della Agnesotti editore: L'Istituto "Alessandro Volta" fondato da S.E. Mons. Beniamino Nardone.

Presidente della Venerata Arciconfraternita romana dell'Adorazione Notturna e dell'Associazione diocesana romana dei Sacerdoti Adoratori. Il 21 settembre 1962 ricevette la Consacrazione Episcopale da Sua Santità Giovanni XXIII col titolo di Arcivescovo di Aureliopoli in Asia. Fu solo vescovo titolare, cioè non residenziale, nel senso che non fu destinato a reggere nessuna Diocesi. Fu un riconoscimento onorifico. Fu l'unico ed ultimo vescovo di Gravina eletto nel secolo scorso. Don Carlo Caputo, nel suo libro dedicato ai preti di Gravina: Servi inutili, elenca alcuni doni concessi, da questo figlio illustre di Gravina, alla chiesa di san Domenico: il suo breviario; numerosi paramenti sacri per la celebrazione della Santa Messa ed in particolare un piccolo e prezioso reliquiario contenente un frammento della Santa Croce con un documento pergamena firmato dal Card. Respighi in cui si attesta l'autenticità della reliquia "ex ligno SS.mae Crucis Domini Nostri. JesuChristi". Un'altra reliquia, come quella estratta dal cuore di Pio V con relativo documento di autenticità. E , infine, il suo Calice d'argento. Morì in Roma il 19 febbraio 1963.

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  • Giuseppe Massari
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