Passeggiando con la storia
Vittorio Garzone, Tenente, Pluridecorato
Passeggiando con la storia, rubrica a cura di Giuseppe Massari
giovedì 14 novembre 2019
Di questo personaggio gravinese si è sempre saputo con certezza, anche a detta degli stessi famigliari, ivi compreso il nipote, Ninì Garzone, che mi ha fornito il materiale biografico necessario e a cui va il mio ringraziamento, la sola data completa di nascita: Gravina, 4 ottobre 1919 e mai quella precisa di morte, se non soltanto l'anno e il mese: settembre 1944, nonostante fossero state avviate ricerche, assunte informazioni, mai andate a buon fine. Nell'ambito della presente ricerca, invece, grazie alla pubblicazione Acta, della Fondazione della R.S.I- Istituto Storico, Settembre-Novembre 2012, Anno XXVI, n. 3 bollettino, si è venuti a conoscenza del giorno in cui l'ufficiale perse la vita e la conferma dell'anno: il 14 settembre 1944. Testualmente: "Risalendo da Sud la periferica Via Novara e causando gravi perdite a ribelli fuggiaschi, nel primo mattino del 14 settembre interviene un Reparto del Battaglione Castagnacci della X MAS composto da Marinai già imbarcati su Torpediniere e agli ordini del Tenente Ettore Falangola. A Gravellona Toce il Reparto X MAS patisce due Caduti: il Tenente Vittorio Garzone, nato a Gravina di Puglia il 4 ottobre 1919" ecc...
Precisato e premesso ciò, è giusto andare a ritroso nel tempo per ricostruire la vita e la carriera di questo servitore dello Stato. Nel 1940 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari, con l'intento di proseguire gli studi anche da militare, essendosi arruolato nell'Esercito italiano, come volontario. Accolta la domanda, fu destinato alla Scuola Allievi Ufficiali di Ancona e assegnato al 93 Reggimento Divisione Sardegna. Ultimato il corso, fu assegnato come ufficiale di prima nomina al 60° Fanteria in Sardegna con sedi a Codragianos, in provincia di Sassari e Muravera, nel cagliaritano. Comandante di plotone, con i suoi uomini, prese parte alle operazioni belliche in Russia, nell'ansa del Don. Il 9 ottobre 1942 partì con il suo Battaglione da Bolzano, raggiungendo il fronte russo dopo un mese di viaggio. Durante un combattimento fu accerchiato dal nemico. Confuso tra la neve, riuscì a liberare il suo reparto, neutralizzando il nemico. In seguito al congelamento degli arti inferiori, fu ricoverato prima a Stalino, in Russia, ed in seguito, nel gennaio del 1943, rimpatriato, presso l'ospedale di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna.
Godette di una licenza per convalescenza e per premio. Infatti, fu insignito di una medaglia di bronzo, anche se inizialmente, l'onorificenza riconosciuta era stata d'argento. Alla data dell'8 settembre 1943 prestava servizio presso il Comando Scuola Fanteria in Gubbio. Venuto a conoscenza della ricostruzione del Battaglione Guastatori di Pavia fu riassunto e trasferito in tale sede. Detto reparto fu incorporato nella Divisione San Marco passando di stanza a La Spezia. Nel 1944, fu trasferito alla X Flottiglia Mas nel reparto Battaglione Scirè ad Arona, in provincia di Novara. Fu nel corso di questa ultima permanenza di servizio che trovò la morte, come abbiamo avuto modo di evidenziare precedentemente. La famiglia, cioè la giovane moglie, Rosetta Failla, la figlioletta Maria Vittoria il fratello e le sorelle, apprese la sua ferale notizia quasi un anno dopo: il 5 giugno 1945. La sua bara fu deposta in una fossa scavata ai piedi dell'Alpe Formica, sempre in provincia di Novara. Successivamente, fino al 1950, i suoi resti trovarono degna e provvisoria sepoltura presso l'edicola funeraria del camposanto di Gignese, comune del novarese, grazie alla grande sensibilità d'animo mostrata dal marchese Clemente Cusani-Visconti.
Avviate le pratiche e le procedure per riportare la salma nel luogo natio, essa vi giunse il 22 ottobre dello stesso anno. In cattedrale si svolse il solenne rito funebre con la messa celebrata dall'allora canonico vicario diocesano, don Domenico Parrulli, alla presenza del vescovo, mons. Giovanni Maria Sanna, che tenne il discorso ufficiale e impartì la benedizione al tumulo. In piazza Scacchi, successivamente, si svolsero le onoranze funebri civili, alla presenza delle autorità civili e militari. La sua memoria, il suo sacrificio furono ricordati nei modi seguenti. Dal comandante del Reparto Scirè fu proposto per la medaglia d'argento che gli venne conferita alla memoria. Con una lapide, a Roma, presso il Tempio Nazionale del perpetuo suffragio Pro Caduti di Guerra, in piazza Salerno e a Gravina presso la chiesa Madonna delle Grazie. Inoltre, la Gravina missina, gli dedicò e gli intitolò la propria sezione cittadina.
Precisato e premesso ciò, è giusto andare a ritroso nel tempo per ricostruire la vita e la carriera di questo servitore dello Stato. Nel 1940 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari, con l'intento di proseguire gli studi anche da militare, essendosi arruolato nell'Esercito italiano, come volontario. Accolta la domanda, fu destinato alla Scuola Allievi Ufficiali di Ancona e assegnato al 93 Reggimento Divisione Sardegna. Ultimato il corso, fu assegnato come ufficiale di prima nomina al 60° Fanteria in Sardegna con sedi a Codragianos, in provincia di Sassari e Muravera, nel cagliaritano. Comandante di plotone, con i suoi uomini, prese parte alle operazioni belliche in Russia, nell'ansa del Don. Il 9 ottobre 1942 partì con il suo Battaglione da Bolzano, raggiungendo il fronte russo dopo un mese di viaggio. Durante un combattimento fu accerchiato dal nemico. Confuso tra la neve, riuscì a liberare il suo reparto, neutralizzando il nemico. In seguito al congelamento degli arti inferiori, fu ricoverato prima a Stalino, in Russia, ed in seguito, nel gennaio del 1943, rimpatriato, presso l'ospedale di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna.
Godette di una licenza per convalescenza e per premio. Infatti, fu insignito di una medaglia di bronzo, anche se inizialmente, l'onorificenza riconosciuta era stata d'argento. Alla data dell'8 settembre 1943 prestava servizio presso il Comando Scuola Fanteria in Gubbio. Venuto a conoscenza della ricostruzione del Battaglione Guastatori di Pavia fu riassunto e trasferito in tale sede. Detto reparto fu incorporato nella Divisione San Marco passando di stanza a La Spezia. Nel 1944, fu trasferito alla X Flottiglia Mas nel reparto Battaglione Scirè ad Arona, in provincia di Novara. Fu nel corso di questa ultima permanenza di servizio che trovò la morte, come abbiamo avuto modo di evidenziare precedentemente. La famiglia, cioè la giovane moglie, Rosetta Failla, la figlioletta Maria Vittoria il fratello e le sorelle, apprese la sua ferale notizia quasi un anno dopo: il 5 giugno 1945. La sua bara fu deposta in una fossa scavata ai piedi dell'Alpe Formica, sempre in provincia di Novara. Successivamente, fino al 1950, i suoi resti trovarono degna e provvisoria sepoltura presso l'edicola funeraria del camposanto di Gignese, comune del novarese, grazie alla grande sensibilità d'animo mostrata dal marchese Clemente Cusani-Visconti.
Avviate le pratiche e le procedure per riportare la salma nel luogo natio, essa vi giunse il 22 ottobre dello stesso anno. In cattedrale si svolse il solenne rito funebre con la messa celebrata dall'allora canonico vicario diocesano, don Domenico Parrulli, alla presenza del vescovo, mons. Giovanni Maria Sanna, che tenne il discorso ufficiale e impartì la benedizione al tumulo. In piazza Scacchi, successivamente, si svolsero le onoranze funebri civili, alla presenza delle autorità civili e militari. La sua memoria, il suo sacrificio furono ricordati nei modi seguenti. Dal comandante del Reparto Scirè fu proposto per la medaglia d'argento che gli venne conferita alla memoria. Con una lapide, a Roma, presso il Tempio Nazionale del perpetuo suffragio Pro Caduti di Guerra, in piazza Salerno e a Gravina presso la chiesa Madonna delle Grazie. Inoltre, la Gravina missina, gli dedicò e gli intitolò la propria sezione cittadina.