I frati cappuccini nella storia della nostra città
I frati cappuccini nella storia della nostra città
Passeggiando con la storia

I frati cappuccini nella storia della nostra città

Passeggiando con la storia, rubrica a cura di Giuseppe Massari

Alla vigilia della solennità di San Francesco d'Assisi, mi è sembrato giusto trattare un argomento pertinente al santo e ad una delle sue famiglie religiose, nel caso specifico i frati cappuccini, che hanno avuto, nei secoli scorsi, residenze a Gravina.Mettere mano a queste pagine di storia, devo confessare, non è stato facile. Intanto, perché le notizie, attinte dalle fonti archivistiche e documentali, sono risultate contrastanti, diverse. Alcuni documenti ritengono di poter affermare che il convento dei Frati Cappuccini di Gravina sia stato il primo ad essere stato eretto, costruito nella Provincia religiosa di Bari. Altri lo dicono secondo insieme a quello sorto a Taranto. Primo o secondo, è certamente uno dei primi nati nella nostra regione. Al di là di tutto, in questo breve compendio storico, sarà compresa la storia di due monumenti storici della nostra Gravina: la Chiesa di Coluni e il Convento di San Felice

Sarebbe bello, per noi, vantare primogeniture. Qui, non si tratta di concorrere per far prevalere, per far primeggiare supremazie ed orgogli campanilistici, ma di dare voce alla storia, così come si è manifestata da parte di coloro che hanno ricercato, documentandosi, argomentando o interpretando quanto fosse più vicino alla realtà dei fatti. Senza inventare, senza improvvisare, alla maniera di alcuni storici o pseudo tali di lontana e vecchia memoria locale. Cerchiamo di mettere ordine, per quanto possibile, nella descrizione analitica della storia, così come emerge dal materiale bibliografico recuperato. Al di là di tutto, in questo breve compendio storico, sarà compresa la storia di due monumenti storici della nostra Gravina: la Chiesa di Coluni e il Convento di San felice

In P. Mariano da Calitri, I frati minori cappuccini nella Lucania e nel Salernitano. Memorie storiche. Volume primo (1530-1560), Salerno 1948, p. 55 , leggiamo: "Anche in Gravina i nostri scelsero una località deserta, a circa, 3 km dall'abitato, e propriamente contrada Coluni, sulla strada che mena a Matera, dove sorgeva una chiesetta, ancora oggi esistente dedicata a Santa Maria Altissima, la quale fu loro affidata dal Vescovo del tempo, Luca de Rainaldi. La fondazione del convento di Gravina è da riporsi verso l'anno 1535, ed è il primo in quel di Bari".

I conventi cappuccini nell'inchiesta del 1650. III: L'Italia meridionale e insulare, a cura di Mariano D'Alatri. (Monumenta Historica Ordinùis Minorum Capuccinorum, 17). Roma 1985, p. 80-81, è un testo altrettanto prezioso, originale, perchè chiarisce, integra ed amplifica meglio quanto riportato nel capoverso precedente,con alcune varianti significative, sia per quanto riguarda l'anno di costruzione, ma senza fare riferimento al luogo o alla zona precisa della città; e sia per quanto riguarda la vita della comunità, elencando persone e funzioni: "Il luogo de' frati minori cappuccini nella città di Gravina, situato fuori dall'ammurato da trecento passi, in strada pubblica, fu fondato l'anno 1570 et alli 28 di dicembre fu posta la prima pietra da mons vescovo don Francesco Bossi; et la seconda la pose il Sig. Duca don Ferdinando Ursini. Alla quale funtione vi concorse tutto il clero et populo di detta città; et con le loro elemosine fu fabbricato et eretto il detto convento secondo la povera forma de' cappuccini, con celle habitanti (sic) sopra et abbasso numero 25, oltre della libraria et communità. Il detto convento oltre al horto contiguo ch'è della Sede Apostolica, come pure il convento medesimo, non possiede entrate perpetue nè temporali, nè altra proprietà di beni stabili.
Vi habitano di famiglia sacerdoti numero 6, al presente chierici numero 3, laici professi numero 4: Io frà Clemente da Noia guardiano, di casa Randolfo; io frà Giovan Battista da Bisceglia, sacerdote, di casa Naldini: io frà Ludovico d'Altamura, sacerdote cappuccino, casa Filo; io frà Giovanni Battista da Canosa, sacerdote cappuccino, casa Frisorio; io frà Geronimo da Noia, predicatore cappuccino, di casa Romanazzo; io frà Giacinto da Noia, sacerdote cappuccino, di casa Maestro Lonardo; io frà Sebastiano da Nola, chierico, di casa Fini; io frat'Antonio da Molfetta, chierico, di casa Candia; io frà Felice da Canosa, chierico, di casa Cappelli; io frà Salvatore da Bitonto, chierico, di casa Abbondanza; io frà Mansueto da Modugno, laico cappuccino, di casa Cefarola cum signo crucis; io frà Marcello da Triggiano, laico, di casa Attolino, cum signo crucis; io frà Crisostomo da Noia, laico di casa Volpe, cum signo crucis. Quali si sostentono con le lemosine somministrate dalla carità e pietà del popolo. Non ha il detto convento alcun peso di messe o di anniversarii, perpetui o temporali. Non ha il detto convento debiti di sorte alcuna, né annui e né temporali. Il titolo di questa nostra chiesa è Santa Maria della Consolazione".

Da un altro testo consultato: P. Salvatore da Valenzano, I cappuccini nelle Puglie. Memorie storiche 1530-1926. Bari 1926, p. 151-153, nel capitolo: Conventi della Provincia di Bari, Secondo convento di Gravina, si legge: "Il primo, costruito il 1535, fu abbandonato il 1571 perché era già stato eretto un altro più grande, fra Oriente e Settentrione della città, in un luogo che la domina tutta, come il grande Castello Svevo, di cui si conservano i ruderi su di una collina vicina. La prima pietra del 2° convento fu benedetta e posta il 28 dicembre dell'anno precedente dal vescovo di Gravina Francesco Bosio. L'avvenimento fu celebrato colla maggiore solennità possibile. Tutta la famiglia religiosa del vecchio convento passò al nuovo, e doveva essere numerosa, giacchè oggi al vederlo si argomenta che era stato costruito per molti. La chiesa fu dedicata a S. Maria della Consolazione, detta pure della Resurrezione di Gesù Cristo. Le fu aggiunto il nuovo coro il 1628 sulla porta d'ingresso. Per un lascito di Giovanni Antonio Dunde nel 1642, fu abbellita, e il convento ingrandito di altre 8 celle, fatta la biblioteca e restaurato in varie parti. Fu consacrata dal Vescovo Cennini il 16 ottobre 1645" Di questa chiesa si hanno notizie più precise, più circostanziate nel corso della Visita Apostolica, che il nostro concittadino, Frà Vincenzo Maria Orsini, mentre era Arcivescovo di Benevento e la sede episcopale di Gravina risultava vacante, svolse dal 1à al 25 maggio del 1714.

La chiesa appena descritta è quella che poi, successivamente, prese il nome di San Felice, che ospitò e tutt'ora ospita una comunità francescana di suore, fondata dal minore conventuale, Mons. Frà Giovanni Maria Sanna: le Suore Missionarie di Gesù Crocifisso. Sulla presenza dei Frati Minori Cappuccini a Gravina sono state azzardate altre ipotesi molto discutibili, peraltro, neanche da parte di storici, e senza documenti probanti, tanto è vero che non ho trovato riscontro, o nulla di attendibile, se non alcune foto, fatte circolare con molta superficialità, dalle quali si evincono tracce di una chiesa e di alcuni locali annessi. Cioè, nel contesto di queste ipotesi è stato scritto che una prima comunità francescana cappuccina a Gravina ebbe luogo nella zona "San Francesco", presso il pilone San Giacomo. Quello che è certo ed acclarato è che i Frati Francescani Minori Cappuccini hanno avuto due dimore nella nostra città: a Coluni, già Badia Benedettina Cluniacense e a San Felice, in quella zona o quartiere chiamato, non a caso, Cappuccini.

(Le foto di Coluni sono state tratte dalla publicazione di Giuseppe Lucatuorto:Gravina e il mito di Coluni. Quelle di S. Felice dall'archivio delle Suore di Gesù Crocifisso Missionarie Francescane).
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